Credits: williamsf1.com
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Franco Colapinto rimpiazzerà Logan Sargeant alla Williams per il GP Italia, appuntamento che segnerà il ritorno di un pilota argentino in Formula 1 dopo 23 anni. Una notizia accolta con grande entusiasmo da un paese come l’Argentina che ha una grande storia nel produrre talenti del motorsport, ma che ultimamente ha fatto fatica a far crescere i suoi piloti nella massima serie automobilistica. La promozione di Colapinto da parte della scuderia di Grove ci fornisce inoltre l'assist perfetto per fare un ripasso sui più famosi piloti albiceleste che sono arrivati a competere in F1.

Fangio, la via mostrata da “El Maestro”

Gli anni 50-60 furono il periodo di massima espansione del movimento argentino in Formula 1, con un numero non piccolo di piloti provenienti dal paese sudamericano disputare le gare del Mondiale, o almeno provare a qualificarsi. Tra tutti loro, spiccò in maniera ovvia Juan Manuel Fangio, figlio di genitori abruzzesi emigrati in Argentina che conquistò prima il suo paese e poi il mondo con ben 5 titoli iridati vinti nel 1951, 1954, 1955, 1956 e 1957 con Alfa Romeo, Maserati, Mercedes e Ferrari. Il suo record di Mondiali Piloti è rimasto intoccato per quasi mezzo secolo, per poi venire raggiunto e superato negli anni 2000 da un certo Michael Schumacher.

Juan Manuel Fangio Mercedes GP Svizzera F1 1954
Credits: Mercedes-Benz Archive

Tali risultati, insieme alle sue grandi conoscenze meccaniche e al suo inconfondibile stile di guida, gli fecero guadagnare il soprannome di “El Maestro” e “Il Chueco”, diventando così una delle leggende dello sport a livello nazionale e mondiale. Tanti piloti vennero ispirati dalla sua figura, come fu nel caso di Onofre Marimón, compagno di Fangio durante le gare nazionali e con quest’ultimo che lo portò con se in Europa per fargli da mentore. Purtroppo Marimón morirà in pista durante le prove del GP Germania 1954 dopo due podi raccolti con la Maserati a Spa nel 1953 e a Silverstone nel 1954, ma il suo esempio dimostrò quanto influente fosse Fangio per il popolo argentino.

Tra gli altri piloti albiceleste che correvano in quel periodo, spiccò anche José Froilán González. Egli venne spesso ricordato per la sua guida aggressiva (venne soprannominato dagli europei “Il Toro della Pampa”), ma anche come il primo pilota a vincere con la Ferrari in Formula 1 in occasione del GP Gran Bretagna 1951. Con il Cavallino Rampante coglierà un’altra vittoria a Silverstone nel 1954 e il secondo posto nel Mondiale Piloti di quell’anno, dietro solo a Fangio. Merita una menzione anche Oscar Alfredo Gálvez, che colse un quinto posto al GP Argentina 1953 e a cui, dopo la morte nel 1989, gli venne intitolato, assieme al fratello Juan, l’Autodromo di Buenos Aires.

Reutemann, genio e sregolatezza

Un altro dei piloti argentini più noti nella storia della Formula 1 è Carlos Reutemann, detto anche “Lole”. Se per Fangio parlano i suoi risultati per Reutemann parlano il suo carattere e la sua malasorte: definito da Enzo Ferrari un “pilota tormentato e tormentoso”, l’asso di Santa Fe era un pilota molto veloce e in grado di vincere 12 gare e raccogliere 45 podi con costruttori come Brabham, Ferrari, Lotus e Williams, ma senza mai, per un motivo o per l’altro, riuscire a vincere il titolo piloti.

Carlos Reutemann Ferrari 312 T3 1978
Credits: Scuderia Ferrari HP / X.com

La stagione emblema del suo profilo è quella del 1981: Carlos è al volante della Williams ad affiancare il campione del mondo 1980 Alan Jones, con l’australiano che era indubbiamente il favorito di Sir Frank. Al GP Brasile a Jacaperagua (Rio), tuttavia, l’argentino disubbidì agli ordini di scuderia e non lasciò passare Jones, vincendo così la gara. Una decisione che per lui valeva in quanto pensava fosse l’ultima occasione per vincere l’agognato Mondiale Piloti, ma che complicò in modo irreparabile i rapporti con il suo compagno e la scuderia di Grove. 

Alan Jones, di conseguenza, non aiuterà più Reutemann e, complice anche un finale di stagione da incubo, il pilota argentino perderà il titolo nell’ultima gara dell’anno a Las Vegas per un solo punto a favore di Nelson Piquet con la Brabham. La gara al Caesar Palace, che vide Carlos partire dalla pole per poi chiudere all’ottavo posto, è il simbolo di un pilota a suo modo iconico, che alternava giornate di grazia ad altre dove era impalpabile. In ogni modo, Reutemann fece molto meglio di altri piloti del suo stesso passaporto come Ricardo Zunino (11 gare con Brabham e Tyrrell tra il 1979 e il 1981) e Miguel Ángel Guerra (qualificato solo al GP San Marino 1981 con la Osella).

Gli ultimi argentini tra passione e sponsor

Dopo Oscar Larrauri e la sua avventura infelice con Eurobrun tra il 1988 e il 1989, gli ultimi piloti albiceleste a calcare il palco della Formula 1 risiedono tra la fine degli anni 90 e l’inizio del nuovo millennio, con storie particolari fatte di grande volontà ma anche di grandi valigie piene di sponsor. Norberto Fontana era molto stimato per i suoi risultati nelle serie cadette, tra cui spicca la vittoria nel campionato di Formula 3 tedesca 1995 su piloti come Ralf Schumacher, Alexander Wurz, Jarno Trulli e Jan Magnussen, ma non aveva abbastanza soldi per avere un sedile fisso in F1. Per lui ci furono solo 4 Gran Premi disputati nel 1997 con la Sauber che, dopo averlo preso come tester, lo chiamò per sostituire l’infortunato Gianni Morbidelli ma con risultati poco felici.

Un anno dopo arriverà Esteban Tuero che con gli sponsor si prende un sedile alla Minardi per la stagione 1998 insieme a Shinji Nakano. Nato a pochi passi dal circuito di Buenos Aires, fu l’ultimo pilota argentino a disputare il suo GP di casa, senza però riuscire ad arrivare al traguardo. Oltre a quello poco o nulla se non un ottavo posto ad Imola (che però allora non portava alcun punto) e tanti ritiri per incidenti o problemi d’affidabilità della monoposto di Faenza. Nonostante la volontà iniziale di Giancarlo di continuare con Tuero per il 1999, quest’ultimo decise di ritirarsi dalla F1 e di tornare in patria.

Gaston Mazzacane Minardi GP Italia F1 2000
Credits: Minardi / X.com

Un altro argentino arriverà alla corte di Faenza nel 2000: Gastón Mazzacane. Nato a La Plata nel 1975, arrivò nel Circus grazie ai suoi cospicui sponsor che “offuscarono” le prestazioni anonime nella Formula 3000 negli anni passati. Dopo un 1999 passato da test driver della Minardi, venne promosso a pilota titolare per il nuovo millennio al fianco di Marc Gené, che l’anno prima ottenne uno storico punto per il team italiano al GP Europa al Nurburgring. Le prestazioni di Mazzacane non furono esaltanti complice anche alcuni errori banali e una monoposto molto poco competitiva, ma si tolse comunque una grande soddisfazione.

In occasione del GP Stati Uniti a Indianapolis di quell’anno, Gastón sfruttò le condizioni di pista umida e la scelta delle gomme giuste per risalire la classifica, rendendosi protagonista addirittura di un sorpasso alla McLaren di un Mika Häkkinen in crisi con le gomme d’asciutto e risalendo fino al terzo posto di gara, salvo poi fermarsi ai box e ritirarsi per un problema meccanico. Mazzacane chiuderà il campionato 2000 senza punti e battuto nel confronto con il compagno Gené, ma riuscirà ad ottenere un sedile anche per la stagione 2001 con una Prost Grand Prix in cerca disperata di fondi. L’argentino, però, disputerà solo le prime 4 gare con la scuderia di Alain, con quest’ultimo che lo licenzierà dopo il GP San Marino ad Imola sfruttando una clausola inserita nel contratto.

Andrea Mattavelli