Lo tsunami Covid-19 condiziona pesantemente i numeri di un mercato motociclistico che era in crescita. Tra presente e futuro, i timori del Presidente di Confindustria Ancma Paolo Magri sono stati espressi in una missiva inviata al Presidente del Consiglio Conte, invocando maggiore attenzione da parte del governo per il settore.

L’emergenza Covid-19, che ha messo in ginocchio l’economia italiana, ha avuto fortissime ripercussioni su un mercato che era in netta ripresa anche grazie ai numeri derivati dall’Eicma dello scorso novembre, con un buon numero di immatricolazioni e veicoli venduti.

La crisi economica ha avuto forti ripercussioni dunque sul settore moto, penalizzato dalle restrizioni imposte dal governo per limitare il diffondersi di contagi da Covid-19. I numeri della crisi del settore moto sono impietosi. Il dato più allarmante è il -66% di immatricolazioni registrato a fine marzo dovuto alla chiusura dei negozi, comparato allo stesso mese dell’anno precedente.

NUMERI IMPIETOSI RISPETTO ALL’ANNO SCORSO 

Nel comunicato stampa del 2 aprile relativo a vendite ed immatricolazioni a fine marzo di scooter e moto, il Presidente di Confindustria Ancma (Associzione Nazionale Ciclo Motociclo e Accessori) faceva notare come rispetto al mese di marzo dello scorso anno si sia raggiunto l’impietoso numero del -66% di immatricolazioni. Questo equivale a soli 8512 veicoli immatricolati per un settore che prima della chiusura dei negozi registrava un +14%.

Come fa notare Paolo Magri nella sua nota, “tutta la filiera del mondo delle due ruote a motore, a pedale, elettrico, i quadricicli, gli accessori e i caschi sta soffrendo”. Lo stesso Magri prosegue: “I paragoni con i mesi e i periodi dello scorso anno non sono realistici, ma semplicemente inquadrano un momento storico mondiale unico e senza precedenti. Detto ciò, Confindustria ANCMA non ha mai smesso di lavorare ed essere presente su ogni tavolo per rappresentare e difendere il settore a tutti i livelli istituzionali italiani e comunitari”

Marzo 2020

Snocciolando freddi numeri, si evince che il mese di marzo evidenzia il calo del mercato con 8.512 veicoli immatricolati (scooter e moto), pari a una riduzione del 66% rispetto allo stesso mese del 2019. Poco significative le differenze tra gli andamenti di scooter e moto, con i primi che registrano un calo del 62,7% e 4.701 veicoli venduti, e le seconde che evidenziano una riduzione del 69,5% con 3.807 veicoli immatricolati. Analogamente i ciclomotori segnano un calo del 62,4% e 532 mezzi venduti.

Primo trimestre 2020

Guardando al primo trimestre del 2020, gli effetti della serrata dei negozi sono diluiti da un mercato che nei primi due mesi era in territorio positivo. Ciononostante, l’immatricolato di scooter e moto registra un calo del 24,7% con 41.298 veicoli venduti. Gli scooter con 21.783 pezzi segnano una riduzione del 21,9%, seguiti dalle moto che fanno registrare 19.476 immatricolazioni, corrispondenti a un calo del 27,6%. Unica eccezione è rappresentata dai ciclomotori, che riescono ancora a spuntare un risultato positivo, con 4.023 veicoli venduti, pari a +8,2% rispetto al primo trimestre 2019.

LA PREOCCUPAZIONE DEL PRESIDENTE MAGRI

Forte della preoccupazione per quanto sta accadendo nel suo settore, il Presidente di Confindustria Ancma Magri ha scritto una lettera indirizzata al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, dandogli i numeri del mercato moto nel mese di marzo e chiedendogli che il settore non venga dimenticato dalle istituzioni.

Di seguito alcuni passaggi della lettera di Magri al Presidente Conte

Produzione

Il nostro Paese è leader in Europa nella produzione di ciclomotori e motocicli (320 mila unità corrispondenti al 45% della produzione europea) e di biciclette (2.600.000 unità, il 18% a livello europeo, primo esportatore in Europa). Inoltre, è quello che vanta il maggiore parco circolante di 2 ruote a motore del continente, con circa 8 milioni di utilizzatori. Le nostre aziende generano un fatturato di cinque miliardi di euro e danno occupazione a 60 mila persone.

Mercato

Il mercato di biciclette e motoveicoli ha caratteristiche stagionali. La maggior parte delle vendite si concentra nel periodo primaverile/estivo: la serrata degli esercizi commerciali coincide, per noi, con l’inizio del picco di vendita. A differenza di altri settori industriali e commerciali, l’industria delle due ruote non avrà la possibilità di recuperare, nella stagione autunnale/invernale, i volumi persi in questi mesi, con ripercussioni pesantissime sulla tenuta del sistema.

Rete vendita

La rete vendita del settore delle due ruote, che conta circa 5 mila negozi in Italia, è composta da operatori di piccole dimensioni, microimprese, spesso a gestione familiare, privi di quella struttura finanziaria che consenta di sopravvivere ad un lungo periodo di inattività ma con le caratteristiche idonee ad applicare tutte le misure di prevenzione al contagio.”

Il Presidente infatti ha voluto illustrare al Premier come l’uso dei mezzi a due ruote offra una forma di mobilità individuale che rispetta le forme di distanziamento sociale previste dai Decreti. Inoltre fa notare come l’utilizzo di mezzi a due ruote riduca i tempi di percorrenza, i mezzi occupino meno spazio nelle aree di sosta, abbiano costi di utilizzo e manutenzione contenuti e riducano traffico ed inquinamento

QUALE FUTURO ALLA RIAPERTURA?

Con il DPCM emanato ieri sera dal Presidente Conte, viene allungato il periodo di quarantena obbligatoria al 3 maggio. Di conseguenza, vengono riaperte alcune attività commerciali, tra le quali al momento non rientrano i concessionari di moto e i fornitori di abbigliamento ed accessori per moto e scooter.

In questo senso la luce in fondo al tunnel per quanto riguarda il settore ciclo, motociclo ed accessori è ancora lontana, nonostante la bella stagione e le temperature alte che favoriscono la possibile uscita in moto. Ma le uscite con il proprio mezzo sono limitate soltanto alle necessità come spesa, medicine e visite mediche.

Marco Pezzoni