Audi A3 Sportback, la recensione
Rispetto alla versione a tre porte, la A3 Sportback è più lunga di 7 centimetri e mette in evidenza un look quasi aggressivo, come dimostra la presenza tra gli optional delle barre sul tetto. Il comfort è totale, mentre i consumi del motore a gasolio 2.0 sono tutto sommato accettabili. Un propulsore che, per altro, si rivela più che docile e in grado di assicurare performance al top. Chi ama gli assetti ribassati non può non appassionarsi all'allestimento Ambition, che garantisce uno sterzo molto consistente, mentre sul piano estetico vale la pena di notare i fari allo xeno, che vanno ad aggiungersi alle luci a led diurne. Lo slancio della berlina tedesca è fuori discussione, complice la terza luce laterale grazie a cui il montante posteriore risulta più leggero, mentre la qualità costruttiva permette di giustificare un prezzo non proprio alla portata di tutte le tasche.
Per intervenire sulla risposta dello sterzo e dell'acceleratore è sufficiente agire sulla consolle del Drive Select, ma la praticità a bordo è assicurata anche da un lusso che è elegante nella sua semplicità, dalle poltrone contenitive ai comandi posizionati al posto giusto. A proposito delle poltrone: non sono per nulla costrittive, pur riuscendo a trattenere alla perfezione quando ci si trova in curva, secondo i dettami di una sportiva che bada al comfort. Degli optional fa parte anche la manopola del sistema di navigazione MMI, una soluzione avveniristica dotata di superficie superiore tattile. Il fondo del bagagliaio, inoltre, può essere posizionato su due altezze differenti, a seconda delle esigenze. Unica pecca: il tasto hazard, che si trova in mezzo alla plancia, ha dimensioni inferiori al necessario.
A questo punto non rimane altro che ricordarsi di sostituire le pastiglie freni Audi A3 con la necessaria frequenza, per essere certi di circolare in condizioni di sicurezza su ogni percorso.