F1 | GP Canada, l’analisi tecnica delle novità viste a Montreal: le ali si scaricano
Sicuramente è il circuito dove l'impianto frenante è il più sollecitato: sono previsti dischi con più di 1400 fori (dato che lo spessore è passato da 28 a 32 mm). La tendenza generale dei team è quella di “scaricare” le vetture, riducendo l'incidenza dei flap ed il numero dei piani delle T-Wing. Andiamo dunque a scoprire nel dettaglio i cambiamenti visti a Montreal (foto originali @AlbertFabrega):
Mercedes
Novità sotto traccia per il team tedesco: in particolare si è cercato di capire al meglio il funzionamento dei cinematismi delle sospensioni per far funzionare le gomme nella giusta finestra di utilizzo, oltre a ridurre ulteriormente il peso della monoposto.
Per quanto riguarda la parte visibile, si può notare il ritorno dell'alettone posteriore a cucchiaio per ridurre la deportanza, visto il circuito da medio-basso carico, in modo da rendere sufficientemente veloce la vettura sui lunghi rettilinei e facile da guidare nei tratti lenti. I tecnici hanno inoltre reintrodotto anche la pinna di squalo chiusa (priva di ciminiera).
Red Bull
Il team anglo-austriaco attendeva con ansia l'evoluzione del motore Renault che purtroppo non è arrivata; nel frattempo è continuata l'evoluzione della vettura a piccoli passi: oltre a confermare la doppia T-Wings si è visto un nuovo tipo di deflettori che presentano un andamento lineare per quanto concerne la paratia verticale che lavora in combinazione con tre derive verticali (o vorticatori), poste sull’ingresso della pancia, che servono ad indirizzare i flussi verso il posteriore, ed un elemento orizzontale posto vicino l'abitacolo che serve a mantenere la vena fluida sul corpo vettura.
Ferrari
Il team di Maranello porta costantemente ad ogni GP interessanti novità tecniche: si comincia dai cestelli dei freni anteriori che presentano più fori a goccia come si erano visti fino al GP di Spagna per scaldare meglio, ed uniformemente, gli pneumatici anteriori.
Lavori di micro-aerodinamica sui deflettori orizzontali: in questa zona nevralgica i tecnici hanno cercato di pulire i flussi che si dirigono verso il retrotreno, rivedendo gli attacchi degli slot trasversali.
Rivisto anche il fondo piatto, in particolare le soffiature davanti agli pneumatici posteriori che sono passate a cinque (in verde), con l'ultima posta proprio davanti alle ruote (cerchio verde) per aumentare il tyre-squirt, ovvero l'effetto sigillo del fondo piatto ed incanalare più aria possibile verso l'estrattore.
Anche la T-Wing è tornata quella pre-Monaco con un singolo profilo (cerchio arancione), così come il doppio monkey seat nella versione da basso carico.
Nuovo l'alettone posteriore in tutti i suoi elementi: il profilo principale presenta un andamento arcuato verso il centro (linea gialla) per alleviare il carico alle estremità del profilo, mentre il flap mobile presenta due tagli a “V” (cerchi verdi) anziché il singolo centrale; rivisti anche i piloni di sostegno che non si ancorano più sopra, bensì sotto il profilo principale (cerchio viola).
Anche le paratie laterali sono diverse: con le soffiature superiori, in stile Toro Rosso, che iniziano già dal bordo di attacco verticale (riquadro blu); così come sono diverse le frange inferiori (riquadro rosso) che raddrizzano i flussi tra l'estrattore e gli pneumatici.
Force India
Anche i tecnici del team anglo-indiano hanno ridotto il carico generato dalla vettura riducendo la T-Wing ad un solo profilo, copiando la soluzione Ferrari.
Portato un nuovo alettone anteriore da basso carico con il flap superiore sdoppiato (riquadro blu) e quindi con una corda decisamente ridotta; anche le paratie verticali presentano un andamento lineare e pulito senza nessun flap (nella foto il confronto con l'alettone usato a Monaco); più piccolo anche il bordo del marciapiede (cerchio verde).
Leggermente rivisti anche i bargeboard con i denti degli intagli arrotondati ed il profilo inferiore a tutta lunghezza di quello principale.
Williams
Per adattare la monoposto alle caratteristiche del tracciato i tecnici del team inglese hanno montato la T-Wing con un solo elemento provvisto di soffiaggio.
Inoltre è stato evoluto il fondo piatto davanti alle ruote posteriori: i tagli svergolati sono passati da cinque a sei (in giallo), mentre le derive verticali vicino lo pneumatico (cerchio verde) sono state ridimensionate, considerando le più alte velocità di punta.
McLaren
Il team di Woking è sicuramente quello più chiacchierato in questo GP del Canada per quanto riguarda il probabile divorzio con la Honda in favore di una fornitura clienti Mercedes per la prossima stagione.
Le novità portate in pista sono poche: oltre alla livrea cromatica rivista è apparso un'appendice in carbonio al termine del diffusore soprannominato “marciapiede” (cerchio verde) che ha lo scopo di orientare la scia che si crea in questa zona tra il rotolamento degli pneumatici e l'aria che fuoriesce dall'estrattore.
Haas
Il team americano ha portato in pista un nuovo alettone anteriore da basso carico: in particolare gli ultimi due flap presentano un disegno rivisto con una sezione ridotta (riquadro rosso), rispetto alla versione vista in Spagna; inoltre presentano un “ricciolo” più accentuato verso l'interno (cerchio verde) per cercare di pulire il flusso che va a lambire la scocca.
Sono state effettuate delle prove di comparazione tra le due T-Wing a singolo e doppio profilo.
Renault
Piccole modifiche sulla vettura del team francese: sono stati rinforzati i supporti del deflettore laterale al fondo piatto, così come gli agganci della lama a coltello sempre sul fondo piatto.
Anche la zona davanti gli pneumatici posteriori è stata rivista: sono presenti quattro tagli sul fondo piatto, che termina con una svergolatura per seguire meglio la flessione del fondo dovuto al tyre squirt.
Pur essendo un circuito cittadino non è di vitale importanza partire dalla prima fila perché sono diversi i punti di sorpasso grazie alle varie staccate, più o meno violente, in fondo ai vari rettilinei; inoltre il meteo a volte capriccioso o l'ingresso, quasi assicurato, della Safety Car provoca un lavoro extra agli uomini del muretto, che devono essere pronti a scegliere in breve tempo la strategia migliore.
Articolo e grafiche a cura di Michele Montesano
Foto @AlbertFabrega
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