Dominio argentato: “Arrivederci e grazie per la partecipazione”. E’ questa l’impressione che ancora una volta hanno dato le due Mercedes: salutare la concorrenza a mani basse, e passeggiare in scioltezza fino al traguardo. Se qualcuno non l’avesse ancora capito, l’Hungaroring ha dato la mazzata finale al campionato, dimostrando che anche sui circuiti più tortuosi, con la pioggia o con il sole, nonostante ci si trovi alle soglie del giro di boa mondiale (che di solito rappresenta un match point importante per lo sviluppo tecnico degli avversari) non ce n’è per nessuno. La superiorità è ai limiti “dell’indecenza”, con i due blindati di Stoccarda sempre capaci di demolire il weekend, facendo persino trasparire una certa “conservatività” di potenziale per non sollecitare troppo le parti meccaniche delle monoposto. Imbarazzante.

King Lewis: Ha saltato a piè pari la seconda sessione di prove libere andando a sbattere dopo 15 minuti dal semaforo verde, perdendo cosi la possibilità di effettuare i long run in previsione corsa. Se l’è vista brutta in Q1 quando, causa bandiere rosse multiple, stava per essere messo fuori dalla possibilità di accedere alla Q2. In Q3, per innervosirlo, ci ha messo del suo anche il compagno di casacca, “rubandogli” una pole position certa, concludendo un giro un po' troppo veloce per essere sotto regime di bandiere gialle. Ma non c’è stato niente da fare. Lewis Hamilton, ancora una volta, dimostra che è lui il padrone del parco giochi, e che quello che capita attorno non lo riguarda. Dà sempre l’impressione di guidare con la musica nelle orecchie (anziché col team radio), fregandosene di ciò che succede e facendo finta che intorno a lui non ci sia nulla. E i risultati arrivano come schiacciasassi: vittoria per lui, e primo posto in classifica iridata ai danni di Rosberg, il quale inizia ad apparire meno sorridente rispetto ad inizio stagione. La sensazione è che l’alloro numero “4” stia chiamando Lewis, per farlo sedere accanto ad Alain Prost e Sebastian Vettel negli annali di tutti i tempi.

Ferrari…lasciamo perdere: C’è poco da dire sulla prestazione degli uomini in rosso. Sono anni ormai, che puntualmente ci ritroviamo di fronte al solito identico discorso, con il team del Cavallino alle prese con una vettura nata inferiore agli avversari già sulla carta, e una pallida speranza che tanto poi arrivano gli sviluppi decisivi a stagione in corso. Ma la realtà poi, da parecchie stagioni, racconta un’altra storia. La “dritta via” si dimostra perennemente smarrita, con gli uomini di Maranello a brancolare nel buio assoluto portando ad ogni evento nuove soluzioni e upgrade, che puntualmente si dimostrano inefficaci o inutili. Il progetto idilliaco invernale di Marchionne è andato in frantumi già da un pezzo, con una classifica piloti e costruttori messa peggio anche nel confronto con la passata stagione. La macchina che doveva portare all’aggancio con le frecce d’argento, si è dimostrata spesso inidonea anche per tenere dietro la corazzata Red Bull, la quale invece continua a dimostrare che se gli sviluppi vanno nella direzione giusta, il salto in avanti può essere ampio. L’impressione finale? Inutile insistere, la Mercedes è troppo lontana. E’ una carota troppo distante per l’affannato cavallino (poco) rampante. Forse un obiettivo più alla portata, come il team dei "bibitari" che si sta mettendo costantemente davanti, darebbe una mano al morale del box rosso, visto che contro Stoccarda, almeno con l’attuale regolamento tecnico che cambierà (fortunatamente) per il 2017, il confronto non esiste…

Seb KO, Kimi "irriconoscibile": Necessaria qualche parola anche sul fronte piloti per la Ferrari (che all’Hungaroring hanno perso entrambi i rispettivi duelli con i rivali di Milton Keynes). Vettel, purtroppo a dirsi, sembra un lontanissimo parente del 4 volte iridato e del pilota che l’anno scorso ha vinto 3 gare in Ferrari. Mai veloce, sempre al posto sbagliato nel momento sbagliato, mai un guizzo o una manovra da campione. Il tutto, sia in qualifica che in gara. E’ da inizio stagione che Seb pare essersi un po' “raikkonizzato”, portando a casa nei vari weekend solo il minimo sindacale e rendendosi protagonista di parecchi errori e performance sotto tono. A Budapest, l’ex Red Bull è stato invisibile, con Raikkonen arrivatogli dietro solo per la differenza di casella in griglia, senza dimenticare una classifica iridata che lo vede dietro al finlandese. Se non si risveglia, la rincorsa Ferrari, senza un fuoriclasse vero a tirare il carretto, rischia di diventare una chimera. Discorso diverso invece per Kimi, parso in versione “Jeeg Robot”. Un Iceman così non lo si vedeva dai tempi in cui stava in McLaren. Costante, un passo gara mostruoso, aggressivo nei sorpassi e senza nulla di intentato. Al di là del risultato finale, per tutto il weekend è stato più in palla di Seb, e se rimanesse sempre così, sarebbe il miglior acquisto che la Ferrari potesse fare per il prossimo anno. Peccato che l’incostanza sia la sua peculiarità più grande. Chissà…

Duello Red Bull-Ferrari, spettacolo: Negli ultimi giri del Gran Premio il sonno sul divano è stato interrotto dai duelli di retrovia (almeno dalla...prospettiva Mercedes). Red Bull e Ferrari hanno offerto un doppio spettacolo, con Ricciardo a difendersi da Vettel, e Verstappen a contenere l’arrembanza di Raikkonen. Entrambe le battaglie si sono concluse a favore dei “tori”, ma la tensione non è certo mancata. Specie tra i baby Verstappen e Iceman, arrivati persino al contatto in un tentativo di sorpasso del finlandese in curva 2. Nessuna conseguenza per loro: né per Kimi, rimasto senza alcuni elementi dell’ala anteriore, e né per Verstappen che “forse” si sarebbe difeso in maniera non proprio regolare. Ma che bello vederli così!

Appuntamento a tra pochissimi giorni, con il rientro in calendario dell’appuntamento tedesco sul circuito di Hockenheim. La gara rappresenta l’ultima apparizione prima della pausa estiva, e sicuramente tutti i team proveranno ad ottenere il massimo possibile per andare poi in vacanza con la coscienza pulita e un morale alle stelle. C’è solo un piccolo problema però…. E’ la gara di casa della Mercedes. Poveri gli altri!

Daniel Limardi

 

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