WRC | Loeb, l’eterno 'Cannibale' detta ancora legge
Il Rally di Montecarlo 2022 ha lasciato agli spettatori e agli addetti ai lavori due grandi certezze. Innanzitutto, le nuove Rally1 hanno poco da invidiare alle WRC Plus. In secondo luogo, è emerso chiaramente come, con le vetture a posto, Loeb e Ogier siano ancora i rallisti più forti in circolazione, con l’alsaziano mai sazio a dispetto dei suoi 48 anni.
Loeb WRC: da Jeddah a Sisteron in dieci giorni
Chi si aspettava un Sebastien Loeb a spasso per le strade delle Alpi francesi, intento a prendere confidenza con la nuova Ford Puma, ha dovuto ricredersi già dalle prime PS del giovedì sera. Aggressivo, pulito e lontano da errori, Seb ha messo subito pressione al rivale di sempre Ogier, per poi beffarlo nell’ultima decisiva giornata, anche grazie ad una foratura del pilota di Gap.
E dire che il mese di gennaio, per Loeb, è stato tutto meno che tranquillo. Il 14, infatti, dunque il venerdì precedente l’inizio del Rally, l’alsaziano aveva concluso la sua Dakar a bordo del prototipo BRX, preparato da Prodrive. Una gara massacrante, quella disputata nel deserto arabo. Chiusa in seconda posizione, dietro solo alla Totota Hilux di Nasser Al-Attiyah, con budget e mezzi ben diversi a disposizione.
Inoltre, un altro fattore, secondo gli esperti, avrebbe dovuto giocare un ruolo chiave. Al suo fianco, infatti, non era seduto, nelle speciali monegasche, il compagno di sempre Daniel Elena, ma la nuova navigatrice Isabelle Galmiche, nella vita di tutti i giorni professoressa di matematica.
Beh, questo non lo ha certo fermato, anche perché il rivale Ogier aveva anch’egli al suo fianco un nuovo co-equipier, Veillas. Ma la realtà, emersa dalle strade francesi il weekend scorso, è che questi due sono ancora una spanna sopra il resto del gruppo.
La sottile differenza tra 'pilota forte' e leggenda
Sébastien Loeb ha mostrato qualcosa di speciale nell'appuntamento monegasco che si è concluso domenica. Lui ed il connazionale ed omonimo Ogier hanno messo tutti in riga. Confermando di essere delle leggende di questa speciale disciplina che negli ultimi anni è stata semplicemente monopolizzata dal tricolore francese.
Vincere è per pochi, confermarsi ad alti livelli è più che mai difficile. Riuscirci è da apprezzare, farlo nel modo dei due Séb è semplicemente pazzesco. Si parla sempre di 'fenomeni' e 'leggende' a sproposito, questa volta i numeri hanno un valore che ben superiore alla singola cifra numerica.
Craig Breen (teammate di Loeb con Ford) e Kalle Rovanpera (compagno di squadra di Ogier) hanno perso in quattro giorni più di un minuto dai due pretendenti per il successo che obiettivamente sono quelli che hanno potuto provare meno le rispettive auto.
Loeb di fatto ha avuto 1 giorno di test prima della SS1, il nativo di Gap ha preso con 'filosofia' il round monegasco visto l'impegno part-time. Eppure, il risultato non mente, quando si è semplicemente i migliori bastano due note (indipendentemente da chi sia il co-pilota) e due curve per essere al comando.
Il WRC ringrazia i Séb
Il Mondiale Rally si avvia verso il secondo round della propria annata in Svezia con la certezza di non avere più due stelle. L'appuntamento che abbiamo vissuto ha aperto una nuova era, ma nello stesso tempo ha chiuso violentemente un libro infinito di acuti ed affermazioni che hanno contrassegnato un'epoca.
Possiamo dire quello che vogliamo, ma un duello tra Tanak e Breen per un ipotetico titolo non entusiasmerà mai quanto abbiamo vissuto per speciale dopo speciale tra i due Sébastien. Il WRC ha perso due stelle, ora la caccia è aperta per una nuova figura che possa attirare nuovi tifosi che attualmente provengono principalmente dalla Scandinavia vista la progressione di Rovanpera e Solberg.
Un vuoto è però presente, una situazione che può essere facilmente paragonabile con il Motomondiale, realtà in cui dal 2022 mancherà l'icona di Valentino Rossi. Il peso da portare per 'gli altri' è parecchio, anche se il WRC può puntare su dei nuovi regolamenti che hanno avuto l'esito sperato di livellare la competizione e rendere il tutto molto più imprevedibile. Montecarlo è stato senza dubbio un rally oltremodo interessante. I prossimi saranno all'altezza anche senza le due stelle o avremo la prova di esserci divertiti solo grazie a due protagonisti in pista?
Loeb WRC: una classe immensa, una storia alla Michel Vaillant
Dal momento che Loeb ha vinto nove mondiali WRC uno dietro l’altro, è addirittura inutile stare a parlare della sua classe infinita. Quello che lascia a bocca aperta, meravigliosamente stupiti e senza parole, è lo straordinario eclettismo mostrato dopo aver lasciato da vincente il mondo dei traversi. Una serie di cambiamenti continui tra le varie categorie, sempre molto diverse le une dalle altre, ne fanno uno dei pochi fenomeni del volante che, ad oggi, si mette veramente in gioco con qualsiasi cosa che abbia un motore e quattro ruote posate a terra.
Tra i tanti campioni in pista oggi, forse, l’unico che può ricordarlo, senza però raggiungerlo, è Fernando Alonso, con le sue apparizioni a Indy e alla stessa Dakar. Che si trovi nello scenario mozzafiato del Colorado, intento a battere il record della leggendaria Pykes Peak (detenuto tra il 2013 e il 2019), o tra le dune della Dakar, Loeb conosce solo un modo di affrontare la vita: col piede destro ben affondato sul gas.
Ma attenzione, non ci sono solo stradine, sterrati e ghiacci: c’è anche la pista! Tanta la passione per le gare Turismo e GT da fondare addirittura un proprio team, che ancora oggi è tra i top del TCR. E come dimenticarsi quel test sulla Red Bull di F.1 a Spielberg, che fece strabuzzare gli occhi a più di qualcuno. In molti, all’epoca, erano pronti a scommettere che il suo futuro sarebbe stato nel Circus, magari passando prima dalla “sorella minore” Toro Rosso, per poi approdare a Milton Keynes.
Certo, sarebbe stato qualcosa di meraviglioso vederlo nel cockpit di una monoposto. Ma quello visto nelle strade di Sisteron domenica è stato qualcosa di ancora più forte e coinvolgente. La dimostrazione che, a 48 anni, il Cannibale c’è non ha mollato il colpo, neanche di un millimetro. Chissà che non ci ripensi, e nei prossimi weekend non lo rivedremo al volante della Puma. Che spettacolo sarebbe; per ora, non resta che dirgli grazie per le emozioni, anzi… Merci, Seb!
Luca Pellegrini e Nicola Saglia