Dakar 2022 | Tecnica: ecco come KTM ha battuto Honda
La Dakar 2022 è appena terminata con la vittoria di Sam Sunderland su GasGas strappando lo scettro a Honda. La casa spagnola è ormai da qualche anno parte del gruppo KTM insieme ad Husqvarna. Honda nell’ultimo biennio con lo sbarco della Dakar in Arabia Saudita è sembrata imbattibile per KTM. Ecco allora che la casa austriaca ha sfornato una moto completamente nuova per la Dakar 2022. Andiamo a vedere come è fatta la nuova 450 Rally Factory e perchè non tutti gli ufficiali hanno deciso usarla.
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KTM DOMINA IN SUD AMERICA, HONDA PADRONA D’ARABIA
La casa dell’ala dorata ha vinto le ultime due edizioni della Dakar, vittorie che coincidono con le prime edizioni nell’emirato saudita. La vittoria di Ricky Brabec nella Dakar 2020 ha messo fine ad un dominio KTM che durava da diciotto edizioni. La casa austriaca ha iniziato a vincere con il compianto Fabrizio Meoni nel 2001, chiudendo la striscia positiva nel 2019 con la vittoria a Lima di Toby Price. Diciotto vittorie attraverso regolamenti diversi, terreni diversi e diversi continenti. KTM dominò la Parigi-Dakar dal 2001 al 2007, ultima edizione africana del raid, con le monocilindriche LC4, la maestosa LC8 950 di Meoni nel 2002 (in foto) prima di tornare a vincere con le monocilindriche 660 a carburatori fino all’arrivo della LC4 690 Rally del 2007.
Nel 2008 la Dakar venne sospesa e riprese in Sud America dal 2009, dove KTM continuò a vincere incontrastata altri due anni con la 690, prima del passaggio definito nel 2011 alle monocilindriche 450cc. La casa austriaca in questi anni ha continuato uno sviluppo orientato alla performance nella nuova Dakar. Una Dakar molto diversa dalla attuale, fatta di tappe velocissime su terreni di montagna rocciosi e spesso ad altissima quota. Nel 2020 la Dakar si è ritrasferita nel deserto, anche se non è più quello della Mauritania, e la 450 Rally sulle dune saudite non è più sembrata la macchina imbattibile vista in Sud America. A cogliere la palla al balzo è stata HRC che ormai da qualche anno ha preso in gestione il team ufficiale Rally di Honda. La casa giapponese con Ricky Brabec e Kevin Benavides lo scorso anno si è presa lo scettro della Dakar.
CAMBIARE TUTTO PER TORNARE A VINCERE
La casa austriaca ha così deciso di cambiare completamente la propria 450 Rally per riconquistare la Dakar. Come detto il problema della moto era la maneggevolezza, soprattutto sulle dune. La 450 Rally cambia completamente a partire dal proprio cuore, passando da un telaio a traliccio ad un telaio di derivazione cross. Il reparto racing KTM dedicato al rally è composto da pochissime persone contro le diverse decine di quello cross. I piloti orange hanno fatto pressione perchè si collaborasse tra i due reparti. Spesso sono gli stessi piloti a dover provare i componenti senza che abbiano avuto prima un affinamento, mentre tutti i componenti del reparto cross sono testati da più piloti e quindi si ha più conoscenza di essi.
LA MOTO IN GARA SENZA TEST!
Sembra incredibile che una casa come KTM possa portare in gara una moto senza averne effettuato dei test sulla moto ma è così. La nuova 450 Rally è stata provata poco durante la stagione dai piloti e soprattutto mai in gara. Matthias Walkner che nel 2021 si è aggiudica il titolo di campione del mondo cross country ha sempre corso con la “vecchia” 450 Rally. KTM ha effettuato dieci giorni di test nel deserto alle porte di Dubai a inizio dicembre, gli stessi test dove il nostro Danilo Petrucci si è fratturato la caviglia. In questi dieci giorni i piloti ufficiali KTM hanno potuto prendere confidenza e fare un set up di base alla nuova 450 Rally.
C’è un problema, le moto per la Dakar erano state imbarcate a fine novembre a Marsiglia. La scelta dei piloti se utilizzare la moto vecchia o quella nuova è stata fatta a scatola chiusa. Alla fine tutti gli ufficiali KTM, GasGas e Husqvarna hanno scelto la moto nuova ad eccezione di Daniel Sanders. L’australiano nonostante la moto “vecchia” ha vinto due tappe e prima del ritiro a causa di una caduta nel corso di un trasferimento si trovava al comando della Dakar. Nonostante il ritiro di Sanders GasGas è riuscita ad imporsi con la nuova 450 Rally guidata da Sam Sunderland. KTM ha messo sul podio anche Matthias Walkner anche lui con la nuova moto.
La moto è appena nata ma è stata subito vincente. Nonostante questo KTM ha già un piano di lavoro per migliorarla ed affinarla. Nel test di dicembre infatti non tutte le novità avevano portato nella giusta direzione costringendo i piloti a tornare sui loro passi. Tuttavia la stagione 2022 è appena cominciata e KTM ha tutto il tempo per lavorare sulla moto e presentarsi alla Dakar 2023 per confermarsi. Ma andiamo a vedere nel dettaglio le principali differenze tra la vecchia e la nuova 450 Rally.
TELAIO
Cambia completamente il telaio, che della moto è il cuore. Come detto la 450 Rally fino allo scorso anno sfruttava un telaio a traliccio con il motore sospeso. Mentre il telaietto posteriore era un elemento autoportante ed annetteva al proprio interno un serbatoio da 16 litri, metà della capacità totale della moto.
Questa scelta consentiva, tra l’altro, a KTM di montare un singolo radiatore e di sfruttare lo spazio centrale per serbatoi e filtro dell’aria. Il telaio in traliccio leggero di acciaio al cromo-molibdeno garantiva alla 450 Rally una grande stabilità alle alte velocità. Era però poco adatto alle tappe ricche di deserto e dune dell’Arabia Saudita. Ecco che allora un cambio epocale, si passa ad un telaio di derivazione cross su cui KTM ha molta più conoscenza.
Del nuovo telaio foto KTM non ne ha pubblicate, ovviamente, ma dai vari video pubblicati durante la Dakar in qualche frame seppur in secondo piano si riesce ad intravedere il nuovo telaio. Come potete vedere dalla foto si tratta di un classico doppia culla in acciaio che assomiglia molto a quelle dell’ultima generazione di SX-F 450 ufficiali. Questo ha obbligato i tecnici KTM a ripensare tutta la parte anteriore della moto. A partire dalla torretta che regge i fari e soprattuto tutto il sistema di navigazione oltre che il cupolino. Nuovi anche i radiatori, ora sdoppiati come sulle moto da cross e con due vistose ventole per il raffreddamento.
Cambia forma e posizione anche il filtro aria, ora più indietro per via del tubo centrale del telaio. Cambia ovviamente anche il motore, ora non più sospeso, ma che come sulla moto da cross è all’interno del telaio. Il motore 2023 su cui KTM ha continuato a lavorare non è ancora completamente pronto. In questa Dakar hanno utilizzato il nuovo basamento motore ma il “vecchio” è più affidabile gruppo termico (solo la moto di Kevin Benavides ha avuto problemi alla terzultima tappa, ndr).
SERBATOIO
Il nuovo telaio porta con se anche dei nuovi serbatoi. Il vecchio modello aveva tre serbatoi, due anteriori da 8 litri ciascuno e uno posteriore da 16 litri.
Per centralizzare ulteriormente le masse in KTM hanno ridisegnato completamente i serbatoi. Ora i due serbatoi anteriori sono molto più grandi e sopratutto con un baricentro molto basso. La maggior capienza dei serbatoi anteriori ha permesso a KTM di ridurre quello posteriore e soprattutto avvicinarlo al centro della moto. Questo accentramento delle masse ha permesso a KTM di ritrovare la maneggevolezza che chiedeva la guida sulle dune.
SOSPENSIONI
L’aver modificato così radicalmente il telaio e la distribuzione dei pesi ha obbligato KTM a riprogettare interamente forcellone e monoammortizzatore posteriore oltre che ovviamente al leveraggio di quest’ultimo. Questo per non perdere quella stabilità alle alte velocità che la vecchia 450 Rally aveva. Nuove anche le sospensioni, sempre marchiate WP che porta il top della famiglia XACTpro. Anche queste frutto del lavoro congiunto tra reparto rally e cross. Sono infatti le stesse sospensioni che montano i piloti ufficiali nel MxGP.
KTM ha puntato forte su questa nuova moto ma l’investimento ha pagato. La casa austriaca ora si ripresenterà alla Dakar per difendere la vittoria di quest’anno con rinnovato entusiasmo.Cantarini Mathias