F1 Ferrari Austin US GP
Credits: Pirelli Media Library

Negli Stati Uniti d'America, recente terreno di caccia per il mercato della F1, l'attuale contratto di copertura televisiva stipulato con ESPN, in vigore dall'inizio del 2023 come estensione triennale di un accordo risalente al 2018, sarebbe arrivato al termine con la fine di questa stagione.

Stando a quanto riporta un articolo pubblicato giovedì sul Times, le discussioni sull'estensione dell'accordo con ESPN sono state avviate, ma non hanno portato ad un contratto. Contemporaneamente, la clausola di esclusività, che impediva alla F1 di parlare con altre parti per un accordo di trasmissione negli Stati Uniti, sarebbe scaduta, lasciando strada libera alle discussioni con altre emittenti. ESPN non è necessariamente fuori dai giochi, ma la porta è ora aperta verso altre entità ovviamente capaci di mettere sul tavolo il denaro richiesto dalla FOM per i diritti, attualmente stimato (e pagato da ESPN) in 90 milioni di dollari a stagione. Una cifra che probabilmente andrà rivista al rialzo.

E poi arriva Netflix

Sempre secondo il Times uno dei principali candidati alla gara di appalto sarà Netflix, nell'ottica di espansione della propria offerta di sport in diretta, forte dei legami con la F1 maturati con la serie "Drive to Survive". Non è la prima volta che Netflix tenta di mettere le mani sul pacchetto statunitense della F1: nel 2021 aveva intavolato la trattativa, ma ESPN aveva battuto sul tempo tutti. Va sottolineato come all'epoca anche Amazon avesse avviato le discussioni per lo stesso "pacchetto".

Oggi come oggi, Netflix avrebbe due assi nella manica per uscirne vincente. Il primo è la disponibilità finanziaria, utile per giocare al rialzo. Il secondo è avere assunto Kate Jackson, ex vicepresidente della produzione di ESPN, in un ruolo dirigenziale per il settore sportivo. D'altro canto, Netflix dovrebbe affrontare la concorrenza sia dalle emittenti via cavo, sia da chi trasmette in streaming (come ad esempio Apple e Amazon, che, a loro volta, possono mettere sul tavolo collaborazioni a vario titolo con la F1).

F1 Austin US GP
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E se Netflix portasse a casa l'appalto?

Se la voce fosse confermata e l'offerta targata Netflix dovesse risultare vincente, si aprirebbero alcuni punti di discussione. Il primo riguarderebbe la convivenza sullo stesso territorio di due servizi sostanzialmente sovrapponibili (se non altro per architettura di distribuzione, parametro piuttosto importante negli Stati Uniti), data la presenza di F1TV. Il secondo riguarda la struttura: Netflix non è estranea alle dirette e allo sport in diretta, pur rappresentando attualmente una parte marginale del proprio business (come le produzioni tipo “Motorvalley”, di cui abbiamo parlato recentemente).

L'anno passato Netflix ha portato a casa i diritti per due partite della NFL (nel periodo natalizio), i diritti per l'incontro di boxe tra Mike Tyson e Jake Paul (a Novembre) ed è diventata l'emittente statunitense per i Mondiali di calcio femminile del 2027 e del 2031. Detto questo, Netflix ha l'infrastruttura per trasmettere in streaming tutti gli eventi, garantendone un'adeguata copertura ad un pubblico esteso? Sono attrezzati per tutte le possibili problematiche legate ad un evento relativamente lungo come un GP e il fine settimana di attività ad esso legate?

Il terzo problema riguarda qualcosa di più tangibile, anche per il pubblico italiano. Con la WWE, a livello globale, Netflix ha messo in atto una precisa strategia: mettersi alla finestra e raccogliere, entrando a gamba tesa, i diritti locali nel momento in cui scadono i contratti vigenti di concessione. Farà lo stesso anche con la F1? Nelle discussioni con la FOM non si parla mai di accordo sui diritti sportivi globali, poiché l'organo manageriale della F1 preferisce di gran lunga vendere i diritti su base regionale, garantendo una maggiore flessibilità e una possibile massimizzazione sui profitti e sulla copertura.

Da un lato, questo modus operandi dovrebbe giocoforza garantire la pluralità a scapito del monopolio sui diritti TV (per quanto, visti gli accordi attuali, il tutto sia molto discutibile), dall'altro, l'ingresso di player così forti dal punto di vista finanziario potrebbe generare una facile escalation del prezzo sui diritti (che, ovviamente, la FOM vorrà ritoccare al rialzo), con il conseguente taglia-fuori di potenziali pretendenti. Nelle ultime settimane si è parlato (come chiacchiera da social network...) di un interessamento della RAI a ritrasmettere le gare in chiaro dal 2026 (o in un futuro prossimo). Se il problema attuale di Mamma RAI risiede nel costo per l'acquisizione dei diritti, cosa potrebbe succedere se un player come Netflix rilanciasse su un mercato chiave come quello degli USA? Probabilmente il valore globale dei diritti incrementerebbe ulteriormente, costringendo le entità interessate a seguire il trend...con la conseguenza che la F1 diventerebbe, anche per chi guarda da casa, uno spettacolo (si badi bene il termine "spettacolo", non "sport") sempre più d'elite.

Luca Colombo