F1 | GP USA: Hamilton in versione Bolt, Ferrari sul podio con la beffa-Verstappen
E' stata una gara a tratti avvincente, sicuramente non noiosa e capace di regalare belle manovre, accesi duelli e un finale capace di lasciare con il fiato sospeso. Il Gran Premio degli Stati Uniti, aperto dalle prestigiose presenze in griglia di Usain Bolt e Bill Clinton, ha registrato l'ennesimo successo di Lewis Hamilton, con la Mercedes che (grazie anche allo scialbo quinto posto ottenuto da Bottas) si è laureata matematicamente campione del mondo costruttori con tre gare d'anticipo. Un risultato che quasi non fa notizia, visto che l'attenzione nel post-gara è rimasta focalizzata sui molteplici episodi che hanno caratterizzato una gara tutt'altro che soporifera.
A partire dal via, quando Vettel ha sfruttato nel migliore dei modi la partenza dalla prima fila per infilare Hamilton alla staccata della prima curva, con tanto di contatto sfiorato tra i due. Una manovra bella, decisa, seppur vanificata dopo soli sei giri dallo strapotere Mercedes, che ha consentito a Hamilton di infilare un sorpreso Vettel in fondo al rettifilo principale. Le prime fasi di gara hanno evidenziato un bellissimo duello tra Bottas e Ricciardo, prima che quest'ultimo andasse in crisi di gomme per poi finire nel mirino di Raikkonen. Lo stesso australiano è stato poi costretto alla resa dopo sole 16 tornate, tradito dalla PU Renault: un episodio che ha privato la gara di uno dei suoi principali protagonisti, soprattutto alla luce della poderosa rimonta di Verstappen, scattato dalle retrovie dopo la penalità subita in qualifica.
La prima tornata di pit stop ha visto la Ferrari tentare l'undercut nei confronti di Vettel, con il tedesco che però si è ritrovato immediatamente alle spalle del britannico dopo aver montato la gomma Soft. La mossa che ha un po' scombinato le carte in tavola è stata però quella di Verstappen, che ha effettuato una strategia a due soste montando le Supersoft nel finale: puntuale è arrivata la replica della Ferrari, che ha messo Vettel in marcatura sull'olandese dotandolo di coperture rosse per il finale di gara. I due si sono quindi lanciati all'inseguimento del duo finalndese, con Raikkonen autore di un deciso attacco ai danni di un Bottas in difficoltà.
Un sorpasso che ha di poco preceduto la splendida manovra di Vettel ai danni del pilota Mercedes, con il ferrarista abile nel sorprendere il rivale all'esterno di curva 1. Poco dopo, è arrivato inevitabile lo scambio di posizioni in casa Ferrari, con Verstappen che a sua volta (con tanto di piccola "sportellata") si è liberato di Bottas lanciandosi all'inseguimento di Raikkonen negli ultimi giri. Il piatto forte è arrivato proprio a poche curve dal termine: Verstappen si è inventato un varco impossibile nel terzo settore sfruttando tutto il cordolo interno e scavalcando Raikkonen per andarsi a prendere un insperato podio alle spalle di Hamilton e Vettel. Tutto finito? Macchè: nel post-gara è arrivata prontamente la decisione dei commissari, i quali hanno inflitto una penalità di 5" all'olandese, reo di aver tagliato eccessivamente la curva durante la manovra di sorpasso su Raikkonen. Emblematico il cambio della guardia nella saletta antistante il podio, con Matteo Bonciani della FIA che ha comunicato la notizia ad un arrabbiatissimo Verstappen, costretto a cedere il terzo gradino proprio a Raikkonen.
Ma se Hamilton e, soprattutto, Mercedes possono festeggiare, la Ferrari può uscire con il bicchiere mezzo pieno in una trasferta dove il pacchetto rivale si è dimostrato nettamente superiore. Il pilota britannico potrà dunque festeggiare in completo relax il quarto tiolo della carriera in Messico, laddove basterà un quinto posto per la conquista di un traguardo ampiamente meritato. Per il resto, detto di un Bottas in versione "The invisiblle man", ottimo l'esordio di Carlos Sainz al volante della Renault, il quale ha chiuso settimo tra le due Force India di Ocon e Perez. A punti anche Massa davanti a un redivivo Kvyat, mentre Alonso è stato costretto all'ennesimo stop stagionale. Saludos Amigos: tra meno di una settimana ci si rivede in Messico.
Marco Privitera
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