Il 2020 decisamente non ha portato i risultati desiderati in casa Ferrari, oggi ovviamente già proiettata sulla F1 del 2021. Per il prossimo campionato i tifosi attendono un sussulto da parte della Scuderia di Maranello, magari con un ritorno in zona podio nel Costruttori. Da una parte gli intenti sono chiari, tuttavia, analizzando meglio la situazione, si notano tre punti chiave sul cammino della Rossa, che analizzeremo in questo numero di "Venti più uno".

Il rebus tecnico

Il 2020 ha sottolineato alcune lacune tecniche nel progetto della monoposto. La più evidente riguarda la PU, fatto ben evidenziato dallo score stagionale dei risultati combinati come fornitore di propulsori: 142 punti totali, fanalino di coda tra i motoristi.

L'area di intervento rimane sostanzialmente ignota al pubblico. Oltre al classico riserbo (e complicazione) sulle questioni tecniche legate al propulsore, a Maranello bisogna trovare un correttivo agli effetti dell'accordo confidenziale raggiunto lo scorso anno con la FIA in merito alla PU del 2019. Tale agreement ha, con tutta probabilità, provocato la "fuga" di qualche decina di cavalli, oltre ad alterare inevitabilmente qualche altro parametro d'utilizzo.

A quanto si apprende, la nuova PU dovrebbe aver già girato al banco. Il livello di soddisfazione generato dalla nuova revisione dell'unità motrice rimane un'incognita che scopriremo soltanto in pista. Ovviamente la PU non rappresenta l'unico fronte tecnico sul quale Maranello dovrà lavorare. La SF-1000 presentava diverse aree problematiche, che potrebbero trovare la soluzione in un concetto tecnico differente su cui basare il prossimo modello.

Regime di austerità

Sfortunatamente il 2021 non potrà portare grosse rivoluzioni tecniche. Il piano di sviluppo limitato, a gettoni, introdotto per la stagione che verrà, dovrebbe (con tutta probabilità) dare luogo a versioni B delle monoposto viste nel 2020.

Rimanendo distanti dal merito tecnico della situazione, entriamo in uno più finanziario. Questo regime di sviluppo "castrato" fa parte delle misure di tutela economica introdotte a fronte di quanto accaduto nel 2020 e che si mischiano con i concetti di budget cap implicitamente abbracciati sottoscrivendo il nuovo Patto della Concordia.

Ferrari pareva non aver "digerito" del tutto questo tipo di novità, paventando nuovi programmi al di fuori della massima Formula, sia per tutelare il personale, sia per lanciare velatamente qualche messaggio politico. Oggi come oggi, la carta IndyCar pare on hold: la Serie USA può stare alla finestra, ma da Maranello non sembra muoversi nulla. Non sono certamente i tempi della 637.

Sotto questo punto di vista, risulta molto più interessante analizzare quello che viene definito customer technical office. Si tratta della fornitura di materiale e condivisione tecnica con una scuderia esterna, pratica riconosciuta dal regolamento. Considerando lo spostamento di Simone Resta e l'ingresso di Mick Schumacher in Haas, si direbbe che Maranello ha trovato un canale di sinergia con il team americano.

Questo nuovo assetto mette alcuni punti interrogativi sul futuro del programma Alfa Romeo con Sauber (ricordiadmo che già in fase di lancio, nel 2018, era stata prospettata una strategia di uscita), come sul reale interesse verso l'IndyCar o competizione al di fuori della Formula 1. D'altro canto, la partnership con Haas potrebbe rafforzare la posizione tecnico - politica della scuderia di Maranello, sempre che il rapporto tra le due entità funzioni.

L'organigramma

Rimanendo in ambito politico - gestionale, dopo l'uscita di scena di Camilleri, la posizione relativa all'AD costituisce un'incognita. Per essere precisi la posizione non è vacante, ma è coperta ad interim di John Elkann. Per sua natura, il concetto di interim suppone una fase di transizione limitata nel tempo, tuttavia non prescrive alcun orizzonte temporale.

Ovunque la dirigenza imprime la propria impronta sulle attività dell'azienda: avere un quadro definito della situazione fa sì che internamente l'organizzazione segua il suo corso. Forse prendere una decisione adesso (o a stagione inoltrata) potrebbe rivelarsi tardiva, per quanto utile, in ottica 2021. In ogni caso, paradossalmente, anche una conferma formale dell'attuale assetto costituirebbe un deciso passo avanti.

Per passo avanti non intendiamo necessariamente un miglioramento delle prestazioni della Scuderia, quanto una base organizzativa e politica più solida e il fatto di lavorare senza avere più disponibile la giustificazione dell'assetto societario non definito. Un salvagente che troppo spesso trascina verso il basso e non aiuta a stare stabilmente in linea di galleggiamento.

Luca Colombo

Leggi anche: F1 | Venti più uno: 2021, la rivoluzione dei figli di papà