Daniel Ricciardo F1 Singapore Punto Giro Veloce
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La FIA ha confermato che il Consiglio Mondiale del Motorsport ha deciso di eliminare, per i GP di F1, il punto associato al giro più veloce, bonus introdotto in maniera clamorosa cinque anni fa. In un chiarimento successivo alla notifica della novità, la FIA ha affermato che la regola non cambierà fino al 2025, per cui sarà ancora valida per il Campionato in corso.

Storia

Tale ratifica arriva nell'ambito di un pacchetto più ampio di cambiamenti deliberati dal Consiglio, tra i quali notiamo il raddoppio del numero di sessioni di prove riservate ai piloti junior, praticamente senza motivazioni da parte dell'organo legislatore. La storia del punto bonus per il giro più veloce affonda le radici negli anni Cinquanta: misura regolamentare in seguito eliminata dai campionati di F1, è stata reintrodotta nel 2019, sostenendo che avrebbe "migliorato lo spettacolo mantenendo l'integrità del nostro sport".

Ross Brawn, che aveva supervisionato l'iniziativa di introdurre la regola quando era direttore generale della F1, aveva ammesso che la regola avrebbe potuto causare scenari "controversi" in una lotta per il campionato. L'annuncio della nuova eliminazione effettivamente arriva all'indomani dei sospetti emersi sul giro più veloce segnato da Daniel Ricciardo durante il GP di Singapore, ad oggi ultimo GP corso del Campionato 2024.

Il GPV di Daniel Ricciardo

Lando Norris (rivale più vicino del leader del campionato Max Verstappen) ha ottenuto il giro più veloce, con relativo punto bonus mentre la gara a Singapore entrava negli ultimi giri. Daniel Ricciardo, alla guida del secondo team della galassia Red Bull, praticamente all'ultimo giro ha segnato la tornata più veloce, dopo essere stato richiamato ai box per montare gomme morbide. Alla fine il diciottesimo posto sotto la bandiera ha scacchi lo ha reso non idoneo a segnare il punto bonus: zero punti per lui e zero punti per Norris.

La manovra ha portato a sostenere che la Red Bull abbia utilizzato il suo secondo team per assistere Verstappen nella corsa al Titolo, nonostante le affermazioni di Visa CashApp RB, che parlano dell'opportunità data a Ricciardo di stabilire il giro più veloce in quello che si è rivelato essere il suo ultimo GP in F1. In realtà i suoi messaggi radio non indicano una richiesta in tal senso. Se il Campionato finisse nelle mani di Verstappen con un gap di un punto sul Norris, probabilmente ci sarebbero buoni motivi, legati a questo evento, per mettere in discussione il risultato (non una novità nel caso del pilota olandese).

Metodo artificioso per migliorare lo spettacolo

Il punto bonus è stato reintrodotto nel 2019 nel tentativo artificioso di creare un incentivo a spingere più avanti nel corso della gara, spettacolarizzando (teoricamente) le fasi finali. Difficilmente abbiamo visto una spettacolarizzazione e spesso il punto legato al GPV è stato un argomento di discussione per le ragioni sbagliate.

Ad oggi (122 GP) il punto è andato nella maggior parte dei casi ai piloti di testa, non aggiungendo nulla a quanto espresso dalla pista, mentre in tredici occasioni qualcuno fuori dalla top 10 ha impedito (intenzionalmente o meno) l'assegnazione del punto. Ricordiamo che il vincolo della top 10 per l'assegnazione del punto è figlio della volontà di filtrare “guerre tra poveri” nelle fasi finali di gara con mini sessioni di qualifica nelle zone meno nobili dello schieramento, con tutti gli annessi e connessi di sicurezza.

Come tutte le misure prese per accrescere artificialmente lo spettacolo di un avvenimento sportivo, il punto per il GPV, nella F1 attuale, ha mostrato i propri limiti, peraltro già noti da tempo. I punti dovrebbero riconoscere i risultati ottenuti in pista e, nel contesto attuale, il punto relativo al GPV diventa infinitamente aleatorio, dato che il bonus può essere ottenuto in maniera fin troppo semplice posizionando un pit-stop per montare gomma più morbida nelle fasi finali di gara.

Una decisione…tardiva?

Da una parte abbiamo la banalità del premio, dall'altra la meccanica intrinseca dell'assegnazione lo rende materia per risultati “pilotati” o comunque poco chiari, come l'episodio di Daniel Ricciardo a Singapore. Poiché la misura nel migliore dei casi non aggiunge niente e nella peggiore può diventare materia da farsa o avvocati, l'unica soluzione sensata è quella di farne a meno.

E la F1 avrebbe dovuto farne a meno già tanto tempo fa.

Luca Colombo