F1 | Red Bull RB14, l’analisi tecnica: rivoluzione aggressiva per le lattine
Il muso presenta la classica forma a formichiere con il bulbo centrale forato (cerchio giallo), questo è stato ulteriormente affinato e per ridurre la sezione soprattutto nella parte inferiore dove l’aria va ad alimentare il sotto-vettura e le due prese Naca che alimentano l’S-Duct (cerchio verde).
L’alettone anteriore è esattamente quello testato durante le prove libere di Abu Dhabi: con la cascata dei flap verso la bandella verticale che presentano una superficie più ampia per generare maggior downforce facendo flettere anche le paratie verticali che va a sigillare la zona anteriore agli pneumatici.
Passiamo alle sospensioni anteriori che, pur mantenendo lo schema push-rod sono posizionate molto più in alto, tanto che il fulcro del braccio superiore incurvato è stato spostato al di fuori della scocca (linea e cerchio rosso); mentre il triangolo inferiore è allineato con il braccio dello sterzo che, a sua volta, è stato abbassato (linea verde).
Entrambi i triangoli sono inclinati verso l’anteriore per aumentare lievemente il passo, oltre che per far passare più aria nel sottoscocca e far lavorare meglio il bracket atto a regolare la geometria delle sospensioni (ricordiamo che la Red Bull dovrebbe avere il terzo elemento idraulico).
Arriviamo alla zona dove i tecnici sono intervenuti maggiormente tra la ruota anteriore ed il sidepod: a causa dei problemi di correlazione con la galleria del vento questa zona nella passata stagione è stata sottostimata, salvo poi recuperare durante la stagione ma con grande ritardo.
Complice l’allungamento del passo il secondo bargeboard è stato ulteriormente esteso con annessa pinna orizzontale che lo collega al primo, questi, lavorando in sinergia fra loro, hanno lo scopo di energizzare lo strato limite riducendo, così, la possibilità di separazione del flusso e la resistenza alla pressione.
Passiamo alle pance laterali di chiara ispirazione Ferrari: sono state abbassate le strutture anti-intrusione laterali (linea arancione) per ridurre il baricentro e per alzare la bocca delle pance (in giallo) che, ora, andranno a pescare aria pulita e meno turbolenta; di conseguenza è stato aumentato lo scasso inferiore per ridurre la sezione frontale, con conseguente riduzione del drag, ed incrementato il marciapiede del fondo piatto (linea verde).
Rivisti completamente i deflettori ora un incrocio fra quelli Ferrari, già montati a fine stagione dalla Red Bull, e quelli Mercedes: costituiti da quattro elementi più corti (in rosso), provvisti di una soffiatura orizzontale e fissati alla barra anti-intrusione, ed un elemento più lungo (in verde) ancorato al supporto dei bargeboard; il loro scopo è di direzionare il flusso, proveniente dagli pneumatici anteriori, verso il corpo vettura senza perdere la vena fluida.
Anche l’ala stile aeroplano posta sopra la pancia(in giallo), che va a sostituire il deflettore a ponte, ha il medesimo scopo: ovvero mantenere il flusso “incollato” alla superficie superiore del cofano, quest’ultimo si presenta davvero piccolo e compatto segno che il lavoro fatto dagli uomini Renault ha interessato soprattutto gli ingombri della Power Unit, ora davvero compatta, e la sistemazione dei vari componenti (si parla di pacchi radianti posizionati a doppio angolo); anche verso la coda il cofano si mantiene chiuso ad eccezione dello sfogo per smaltire l’aria calda.
L’Airbox è stato modificato: ora presenta una forma ovale (cerchio rosso) più ampia e bassa rispetto a quello della RB13 per sopperire al flusso disturbato dalla presenza dell’Halo, anche per questo è stato eliminato l’ingresso inferiore. Ridotta la pinna di squalo, come da regolamento, così come, momentaneamente, è stata eliminata la T-Wing. L’alettone posteriore, ancora in specifica 2017, è sorretto da un unico pilone (riquadro verde) che, per mezzo di un anello, blocca lo scarico centrale e sorregge quelli laterali. La sospensione posteriore è sempre a schema pull-rod: il puntone è molto lungo tanto da arrivare quasi al fondo piatto (linea arancione) mentre gli ammortizzatori sono alloggiati nel distanziale tra motore e cambio. Il fondo piatto prevede sia il coltello ad inizio pance che le soffiature davanti gli pneumatici posteriori per creare l’effetto tyre squirt.
Visto l’impegno diretto di Adrian Newey, già dall’inizio della progettazione a Milton Keynes si aspettano che la RB14 porti subito risultati positivi già da Melbourne.
Articolo e grafiche a cura di Michele Montesano