F1 | GP Australia 1998: McLaren, tra dominio in pista e ordini di scuderia
La gara d'apertura del Mondiale 1998 venne segnata dallo strapotere della MP4/13 ma anche dalle polemiche per un team order tra Hakkinen e Coulthard

Il circuito Albert Park di Melbourne torna ad inaugurare un Mondiale di Formula 1 dopo 6 anni per un appuntamento che ha fornito nel corso della sua storia gare molto memorabili. Tra esse figura anche l’edizione 1998 del Gran Premio d’Australia, in un weekend che viene ricordato non per battaglie emozionanti e nemmeno per un importante cambiamento regolamentare, bensì per un dominio assoluto da parte di un solo team ed un episodio, avvenuto tra i due piloti di tale squadra, che segnerà un acceso dibattito su un argomento che tiene banco anche oggi.
Tanti cambiamenti tra nuovi regolamenti tecnici e cambi di casacca
La data è l’8 marzo 1998: la Formula 1, dopo il duello per il titolo 1997 risolto nello scontro Villeneuve-Schumacher a Jerez, si prepara ad una nuova era simile a quella che il Circus attraverserà nel 2026. A seguito di un importante cambiamento regolamentare, le monoposto si presentano molto diverse da quelle del 1997: con la larghezza delle auto diminuita di 20 cm, l’inasprimento dei crash test e e l’imposizione di gomme con scanalature al posto delle tradizionali slick, la FIA voleva provare a mettere un freno alle velocità in curva sempre più crescenti e pericolose che lo sport stava raggiungendo (enfasi sul provare, dati i miglioramenti dei tempi di qualifica e l’aumento delle velocità di punta delle monoposto 1998 rispetto a quelle dell’anno scorso).
Oltre alla rivoluzione tecnica, inoltre, c’erano stati cambiamenti importanti in griglia: la Williams, dopo l’addio (provvisorio) di Renault, è costretta a passare a Mecachrome con i vecchi V10 francesi, la Benetton ha cambiato tutta la line-up ingaggiando Giancarlo Fisichella e Alexander Wurz al posto di Jean Alesi (passato alla Sauber) e Gerhard Berger (ritirato) e la Jordan, che è passata dai motori Peugeot a quelli Mugen-Honda (percorso inverso per la Prost GP), ha ingaggiato l’iridato 1996 Damon Hill dalla Arrows che nel frattempo aveva costruito il suo proprio propulsore dopo la fine dei rapporti con Yamaha.
In tutto questo la McLaren-Mercedes era passata dalle gomme Goodyear alle più performanti Bridgestone e la MP4/13, la prima vera monoposto di Adrian Newey per il team di Woking, si era rivelaata nettamente la monoposto più veloce nei test. Le previsioni di una McLaren nettamente favorita sulle altre vennero confermate nelle giornate di prove e di qualifiche all’Albert Park tanto che Ron Dennis, “fresco” dell’esperienza della rivalità Prost-Senna, decise di fare un accordo con Mika Hakkinen e David Coulthard in cui, chiunque sarebbe rimasto davanti dopo la prima curva, avrebbe poi vinto la gara mentre l’altro gli sarebbe rimasto dietro per tutto il tempo.

La gara tra il dominio McLaren e il “team order” di Coulthard-Hakkinen
Si arriva così al giorno di gara a Melbourne con Hakkinen in pole e Coulthard a completare una prima fila tutta McLaren, mentre Michael Schumacher con la Ferrari si qualificò terzo davanti alla Williams del campione uscente Jacques Villeneuve. Allo spegnimento dei semafori le due Frecce d’Argento partirono a razzo e Coulthard provò ad attaccare Hakkinen alla prima curva, ma Mika mantenne la prima posizione e così si ritrovo a condurre la gara. Dietro Schumacher provò a sorprendere lo scozzese in curva 3 ma il tedesco non riuscì a passare la vettura di David e così si accontentò di mantenere la terza posizione, salvo poi ritirarsi al sesto giro per la rottura del motore.
Questo lasciò la lotta per il podio alle Williams di Frentzen e Villeneuve, alla Ferrari di Irvine e alla Benetton di un Fisichella che però sarà costretto a fermarsi al giro 43 per il cedimento del supporto per l’ala posteriore. Là davanti, invece, il vuoto: Hakkinen e Coulthard rifilano distacchi esorbitanti dalle altre vetture e arrivano a doppiare tutti i loro avversari. L’unico sussulto nella lotta per la vittoria lo si ha quando Hakkinen, comodamente al comando, rientrò al 35° giro percorrendo tutta la pit lane, senza fermarsi per la sosta, come fosse un drive through. Un’interferenza alla radio, rivelerà anni dopo Dennis, che aveva permesso a Coulthard di prendersi inaspettatamente il comando della gara.
Ron, tuttavia, aveva altri piani e il muretto box, a tre giri dalla fine, ordinò a David di lasciar passare Mika. Così, al penultimo giro, Coulthard rallentò nel rettilineo principale, facendosi sfilare da Mika Hakkinen che così andò a vincere il GP Australia sul suo compagno di squadra mentre Frentzen, doppiato come tutti gli altri, ebbe la meglio su Irvine per il terzo gradino del podio. Chiusero la zona punti Villeneuve e Johnny Herbert sulla Sauber, ma l’attenzione mediatica era tutta rivolta sul team order delle due McLaren, con l’episodio che venne addirittura esaminato dalla FIA e dal Consiglio Mondiale del Motor Sport. Il risultato della gara non cambiò, ma da lì la questione dei team radio fu un argomento di continua discussione, come ad esempio successe l'anno scorso quando la stessa McLaren impose a Lando Norris di lasciar passare Oscar Piastri per la vittoria del GP Ungheria.
Andrea Mattavelli