F1 | Il primo anno a guida "Liberty", tra bilanci e pubblico in crescita
Quando si compra qualcosa tra i 6 e gli 8 miliardi di dollari, è normale che serva del tempo per prenderne confidenza e decidere cosa farci. E' quello che ha fatto Liberty Media nel suo primo anno al timone della Formula 1; una rivoluzione quasi silenziosa, che è passata per la definizione di un nuovo triumvirato (Carey-Brawn-Bratches, ndr) per il dopo Ecclestone a piccole modifiche alla decennale impostazione dei weekend imposta dal Supremo Bernie. Prendere il posto di un personaggio come lui non sarebbe certo stato facile per nessuno, vista l'impronta volitiva e decisionista sempre impressa nella vita della F1.
Liberty è sbarcata nel Circus con l'idea di trasformare il giocattolo planetario in uno show senza precedenti. Ci stanno in apparenza riuscendo, e i numeri lo confermano. L'affluenza di pubblico ai circuiti nel campionato appena concluso ha registrato, rispetto al 2016, un deciso segno più, superando i 4 milioni di spettatori complessivi, con una media di oltre 203.000 presenze in media per ogni weekend di gara. Il Gran Premio del Canada è risultato il più popolare con oltre 360.000 visitatori nell'arco del weekend, con un ottimo riscontro avuto anche del GP di Monza, che ha registrato un incredibile +20% rispetto al magro 2016. La ritrovata competitività della Ferrari e soprattutto un campionato avvincente ed equilibrato (per lo meno fino ai suoi tre quarti) hanno certamente aiutato questo trend in salita, ed infatti in ben 13 gare su 20 si è registrato un aumento di pubblico. Alcune gare come l'Azerbaijan (peraltro in crescita di oltre il 50% rispetto all'edizione inaugurale), il Bahrain o la Malesia sono rimaste tappe ancora poco frequentate, ma come ha fatto notare il nuovo CEO della Formula 1 Chase Carey l'affluenza media ad ogni weekend di gara è superiore alla media delle partite di Champions League, e persino a quella della NFL. "Dobbiamo però riuscire a stregare una nuova generazione di appassionati - ha detto Carey in un'intervista rilasciata al settimanale Auto Hebdo - senza tradire gli appassionati che da molti anni seguono la Formula 1. Tutto passa dallo show in pista, perchè di show si deve trattare, dobbiamo migliorare la competizione e offrire più spettacolo".
La Formula 1 deve diventare uno show, la specialità per cui gli sport americani sono conosciuti in tutto il mondo. L'hanno fatto in Texas, con la presentazione dei piloti come avviene nel pugilato al netto del gusto personale è stata certamente una rivoluzione, un segnale forte di discontinuità con il passato ingessato e immutabile dell'era Ecclestone. Proprio il vecchio Bernie si aggira ora per il paddock come un anziano ai giardini, privato ormai della sua aura si aggira osservando il suo "ristorante stellato trasformato in un fast food".
Grosso segnale di discontinuità col passato è stato inevitabilmente il cambio di logo: quello nuovo presentato ad Abu Dhabi raccoglie pareri ambigui tra gli appassionati, che si riconoscevano in quello vecchio di 23 anni come ci si fida del supermercato sotto casa. Quello nuovo è moderno e fiammante, e anche se non piace, trasmette innegabilmente un senso di modernità, velocità, tecnologia. Sembra il logo di un videogioco... e proprio i videogiochi sono entrati come protagonisti nella stagione appena conclusa. Ora si chiamano Esports, ma il torneo online ha raccolto milioni di adesioni selezionando i 40 migliori del mondo e portandoli prima in semifinale e Londra e poi i migliori 20 ad Abu Dhabi per il round conclusivo. Gare virtuali certo, ma che hanno comunque incollato allo schermo i cronisti in sala stampa e richiamato voci illustri per il commento: un successo! L'attenzione verso il pubblico più giovane, che è la sacca di nuovi appassionati, è l'obiettivo che Liberty Media vuole riuscire ad intercettare: attraverso le consolle ma soprattutto con una presenza più significativa sul web grazie ai social ma non solo, che invece Ecclestone aveva sempre considerato come poco più di una seccatura. Le proposte di trasmettere i Gran Premi in chiaro su piattaforme come Netflix sono rivoluzioni copernicane rispetto al modus operandi del vecchio supremo che vedeva le televisioni come galline dalle uova d'oro alle quali spillare contratti multimilionari per i diritti.
Per il pubblico in pista sono invece arrivate le colorate e rumorosissime fan-zone, in cui i piloti si affacciano più volte durante il weekend per intrattenere un pubblico festante riscaldato dalla musica incessante e da bevande inebrianti. Per un giudizio sulla vicinanza di Liberty al pubblico, chiedere al piccolo Thomas e alla sua famiglia, che al Gran Premio di Spagna (come tutti ricorderete) sono stati identificati dalla regia e prelevati dalla tribuna per essere portati nell'hospitality della Ferrari, dove il piccolo tifoso francese è passato dalle lacrime, per il ritiro del suo idolo Kimi Raikkonen, alla gioia per averlo incontrato di persona.
Rimane ancora da valutare l'impatto sull'aspetto sportivo, la cui guida è stata affidata a una vecchia conoscenza come Ross Brawn, indicato da tutti come l'uomo giusto per indicare la strada da prendere alla nuova proprietà. Si parla di Gran Premi in nuovi paesi, più gare negli Stati Uniti, fino a 25 GP a stagione, nuove regole, modifiche ai tracciati per aumentare lo spettacolo e al format di gara nel weekend.
Questo però resta un nuovo corso ancora da costruire, un nuovo approccio, un nuovo inizio. Quello della nuova Formula 1 moderna e americana.
Stefano De Nicolo'