La prima edizione titolata del GP d'Austria è datata 1964 e potenzialmente potrebbe essere l'ultima: il tracciato ricavato nella base aerea di Zeltweg è ritenuto troppo pericoloso e, all'indomani dell'unica vittoria in Formula 1 di Lorenzo Bandini, l'appuntamento austriaco viene tagliato fuori dal calendario in attesa della costruzione di un tracciato più adeguato. Nel 1970 il nuovo circuito è pronto: si tratta dell'Österreichring, costruito in quel di Spielberg (centro abitato non molto lontano da Zeltweg), ovvero 6 km di asfalto e un trionfo di curvoni veloci, esaltazione e poesia del coraggio a tenere l'acceleratore giù. Nella storia delle corse trovano posto due GP, entrambi vinti da italiani: l'edizione allagata del 1975 conquistata da Vittorio Brambilla su una spompatissima March e l'edizione 1982 vinta da Elio de Angelis su Lotus per un battito di ciglia su Keke Rosberg.

Nel 1987 Nigel Mansell (su Williams) porta a casa vittoria e un vistoso bernoccolo, rimediato con una sonora capocciata rimediata contro una struttura metallica durante gli spostamenti in circuito nel dopo gara. Contestualmente alla fronte ammaccata del Leone d’Inghilterra, si chiude l'epopea dell'Österreichring e il perché lo spiega Gerhard Berger, ricordando così la gara di casa vissuta a bordo della Benetton spinta dal potentissimo BMW: "Sul lungo rettilineo verso la Bosch Kurve, la macchina scaricava i suoi cavalli e continuava a spingere, sembrava di essere seduti su un missile".

La storia si ripete: il tracciato del GP d'Austria non è adeguato alle medie spaventosamente alte che le vetture dell'epoca (accreditate di più di 1000 cv in configurazione da qualifica) potevano, non si sa fino a che punto, permettersi. Per dieci anni l'Austria sparisce dall'atlante geografico della Formula 1 e farà il suo ritorno nel 1997, una volta completati i lavori di restauro e riammodernamento, il cui progetto viene affidato a un tale che in futuro diventerà famoso e farà discutere i tifosi per altre creazioni in bitume (più o meno riuscite): stiamo parlando proprio dell'architetto Tilke.

Siccome i costi sono generosamente coperti dal gestore telefonico austriaco A1, il nuovo tracciato (sorto sulle ceneri di quello precedente) viene ribattezzato A1-Ring. In buona sostanza la nuova creatura è un Österreichring accorciato e rallentato, snaturato della sua caratteristica super-veloce, ma caratterizzato da curvoni in appoggio che seguono la pendenza del terreno e provvisto di ben tre (su un giro da un minuto e dieci scarso) insidie nascoste che ci rendono difficile la scelta del tratto più significativo: la prima curva, il tornantino Remus e la curva A1 (quella finale). Quest'ultima incarna perfettamente il concetto di precisione chirurgica al volante, soprattutto nelle sessioni di qualifica.

Tutto molto bello e tutto molto nuovo, tanto che nel 1997 un giovanissimo Jarno Trulli tenta la fuga nei primi giri con una poco fulminea Ligier – Mugen-Honda, ma, ovviamente, (sia per Jarno che per il tracciato) non può durare. Nel 2004, due anni dopo il famoso Gran Premio con gli ordini di scuderia Ferrari per lo scambio di posizioni tra Schumacher e Barrichello, il tracciato è di nuovo fuori dal giro. E siamo daccapo, come ascoltare un disco rotto che gira nel mangianastri.

Questa volta ciò che è inadeguato sono le tribune e le strutture dei box. Per farla breve, in questo giro sarà la Red Bull a mettere una pezza sui conti, prendere il nome e a ridare vita al tracciato, che nel 2014 ritorna in Calendario. Nonostante l'enorme toro intento in una gara di agilità eretto in mezzo al tracciato, le inguardabili tutine a fantasia lederhosen (per fortuna presentate in compagnia di qualche sbarba agghindata con il dirndl) o qualsiasi altra trovata commerciale in bilico sul trash che la Red Bull si può inventare per celebrare il proprio orgoglio austriaco, per anni la nuova gestione è rimasta indecisa su cosa fare esattamente di questo impianto.

Il piano originale prevedeva un non meglio specificato centro di sperimentazione automobilistica e, per ora, l'unica sperimentazione degna di nota (almeno da parte nostra) è stato il test, sempre sotto l'egida della bevanda taurina, di Lindsey Vonn con una Formula Renault 3.5 nel 2016. Per chi non sapesse chi è Lindsey, stiamo parlando della sciatrice con il record di vittorie in Coppa del Mondo, nonché un punto imprecisato (sulla scala del barometro delle relazioni umane) tra conoscente e più-che-amica di Lewis Hamilton.

Tenendo conto anche di questo particolare di gossip, possiamo accomodarci sul divano e goderci la gara, con una domanda: considerando che l'attuale record sul giro del RedBull Ring è di un minuto, otto secondi e spicci (segnato da Schumi nel 2003), quanto potrà essere abbassato con le nuove vetture? Più o meno del minuto e cinque? Per dirla con una frase non nostra... ai posteri l'ardua sentenza.

Luca Colombo

 

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