Indycar | Zanardi, una stella nella Walk of Fame di Long Beach
La grandezza di Alex Zanardi come pilota spesso, almeno in Italia, è sottovalutata. Non così negli Stati Uniti, dove il pilota di Castel Maggiore ha ottenuto due titoli consecutivi nella CART (l’attuale Indycar) e compiuto imprese leggendarie che gli hanno permesso di entrare nel cuore di tutti gli appassionati americani di motorsport.
L’ennesima prova della stima di cui ancora oggi Alex gode oltre Oltreoceano è il riconoscimento che gli verrà tributato il prossimo 7 di giugno. Il suo nome, infatti, verrà inserito nella Motorsport Walk of Fame di Long Beach, all’interno di una cerimonia che vedrà anche la nomina di Bill Auberlen, leggenda delle ruote coperte con 63 vittorie a referto in IMSA.
In compagnia delle leggende
Creata nel 2006 con l’intento di onorare i nomi più importanti del motorsport a stelle e strisce, la Motorsport Walk of Fame è un vero e proprio viale alberato in cui ogni stella rappresenta un pilota. Pensata sulla falsariga della celeberrima Hollywood Walk of Fame, essa è situata lungo South Pine Avenue, poco distante dallo Shoreline Drive, rettifilo di partenza dello storico Grand Prix of Long Beach.
Scorrendo l’elenco dei nomi, vengono letteralmente i brividi. Sono tantissime, infatti, le vere e proprie leggende presenti nell’elenco, a partire da Dan Gurney, ideatore e creatore della Indycar. Insieme a lui, nel 2006, fu inserito Phil Hill, vincitore del Mondiale F.1 nel 1961. Il primo non americano a farne parte, escludendo il “nostro” Mario Andretti (che però è da sempre considerato uno Yankee), fu il messicano Adrian Fernandez, che venne nominato nel 2013 insieme al candese Paul Tracy.
Alex, la stella da Castel Maggiore
Un grande riconoscimento quello che il Motorsport americano elargirà a Zanardi. La storia da corsa del bolognese è stata certamente segnata dalle tre stagioni passate nel team di Chip Ganassi (anch’esso per inciso presente nella lista), senza dubbio. Ma l’inserimento del suo nome su South Pine Avenue dimostra quanto sia vero anche il contrario, quanto sia profonda l’impronta lasciata da Alex nel mondo delle gare a ruote scoperte a stelle e strisce.
D’altronde, i numeri parlano da soli: tre campionati disputati, di cui due vinti (1997-1998), oltre a 15 successi in gara. Ma non è solo questo, c’è tanto altro che ha contribuito a formare una vera e propria intorno alla figura di Alex Zanardi. C’è un modo di guidare unico, che ha contribuito a cambiare per sempre l’approccio alle corse americane.
Tante le imprese compiute da Zanardi nei suoi anni di militanza con le vetture rosse; tra queste, come dimenticarsi della vittoria del ’98 proprio a Long Beach, dopo essere partito dalla 18° piazza e aver compiuto due sorpassi da fenomeno puro negli ultimi giri su Michael Andretti e Bryan Herta. A proposito di sorpassi e Herta, come dimenticarsi di The Pass, la manovra che lo ha consegnato alla leggenda al Cavatappi di Laguna Seca nel ’96?
Una spinta verso il futuro
Purtroppo, l’America per Alex non è stata solo sinonimo di gioie. Il ritorno, nel 2000, nella categoria con il team di Morris Nunn fu tutt’altro che facile. L’incidente con Alex Tagliani al Lausitzring, in cui perse entrambe le gambe, sembrò segnare la fine della sua carriera di pilota, ma il destino non aveva fatto i conti con la forza e la tenacia di Zanardi da Castel Maggiore.
Dopo essersi ristabilito, ecco arrivare una caterva di successi da atleta paralimpico, oltre a tante altre soddisfazioni in pista. Non ultimi, quei 13 giri finali sulla pista tedesca a bordo di una monoposto, che gli avrebbero consegnato la prima vittoria dopo il ritorno.
La situazione attuale di Alex la conosciamo, perlomeno quello che filtra dalla giusta privacy imposta dalla famiglia. L’augurio è che questo riconoscimento e la nomina nella Motorsport Walk of Fame sia un ulteriore boost che possa spingerlo verso l'ennesimo miracolo di una vera vita da corsa. Ora e sempre, dunque, forza Alex!
Nicola Saglia