HAMMER TIME. Ancora una volta dunque l’asso della Mercedes ottiene il massimo risultato con il minimo sforzo, gestendo agevolmente una gara che lo visto “difendere” la leadership in una sola occasione (chiusura su Verstappen durante alcuni doppiaggi, ndr). I 48 punti recuperati a Vettel negli ultimi cinque appuntamenti la dicono lunga sullo stato di forma (soprattutto mentale, degna dei campionissimi) in cui versa Hamilton, protagonista finora di una stagione pressoché perfetta condita da pole position capolavoro come quella ottenuta sabato nelle prove ufficiali.

FERRARI, NIENTE RISCATTO. Dal Cavallino si ci aspettava una gara votata alla riscossa dopo la nefasta domenica di Monza. Ma ancora una volta la corsa di Singapore si è dimostrata indigesta per una Ferrari che, su una pista favorevole, non è riuscita a riaprire un Mondiale che sta prendendo nuovamente la strada di Brackley. Vettel si è dovuto accontentare del terzo posto dopo aver perso la seconda piazza – conquistata qualche curva dopo il via – al termine della sosta operata da Max Verstappen. La strategia aggressiva adottata dalla Ferrari non ha dato gli esiti sperati, con il tedesco, rimasto imbottigliato nel traffico della Force India di Sergio Perez, che non è riuscito a sfruttare la perfomance delle ultrasoft rispetto alle soft montate dai rivali. Un duro colpo per le speranze iridate di Seb e dalla Rossa, che ora hanno davanti un vero e proprio Everest da scalare a sei gare dalla conclusione del campionato.

PEREZ “SHOW”. Come accaduto in passato, la partenza di Marina Bay non ha lesinato emozioni e incidenti. A finire sul banco degli imputati è senza ombra di dubbio Sergio Perez, protagonista di due chiusure assolutamente maldestre. A farne per primo le spese è stato il compagno di squadra Esteban Ocon, che ha dovuto salutare il gruppo dopo essere andato a muro a curva 1. Non contento del patatrac generato in famiglia, che ha rispolverato vecchie ruggini, il messicano ha mietuto un’altra vittima: Sergey Sirotkin. L’incolpevole russo della Williams è stato infatti colpito, con una rapida e insensata virata a sinistra, dalla Force India numero 11 penalizzata successivamente con un (giustissimo) drive throught. Da segnalare, per quel che concerne la gara degli altri, l’ottimo settimo posto colto da Fernando Alonso. Lo spagnolo, quando è sostenuto da una “sufficiente” McLaren, non afflitta da problemi tecnici, riesce ancora a fare la differenza. E questo aumenta il rimpianto per il suo prossimo addio al mondo del Circus.

Piero Ladisa