MotoGP | Test Mandalika: cosa ci hanno lasciato?
Sono ufficialmente finiti i tre giorni per la MotoGP ai Test di Mandalika, nuova tappa per il motomondiale che si svolgerà il prossimo 20 Marzo. Nonostante la pista fosse nuova per tutti i piloti, sono state in buona parte confermate alcune sensazioni avute dopo i test in Malesia, a Sepang.
QUESTIONE SICUREZZA
Quello che più ha colpito, specialmente nella prima giornata in terra indonesiana, sono state le pessime condizioni della pista, non al livello di altri tracciati della MotoGP. La quantità di polvere sul tracciato ha fatto scalpore sia all'interno del paddock che al di fuori, con le carene delle moto completamente sporche solo dopo qualche giro. Colui che più si è fatto sentire, come spesso accade, è stato Aleix Espargaró dopo il primo giorno di prove: "La pista non è affatto sicura! Siamo abituati ad arrivare su piste con polvere come in Argentina o Qatar, ma oggi la pista era semplicemente inguidabile!"
Un altro punto che vogliamo toccare riguarda le ormai famose commozioni cerebrali: infatti, Raúl Fernández è stato vittima di una caduta all'inizio quasi innocua. Sabato il rookie di Tech 3 è caduto apparentemente senza conseguenze, se non qualche acciacco in volto. Lo stesso spagnolo riporta però come la brutta caduta di domenica, che lo ha messo fuori dai giochi per la giornata, sia in realtà conseguenza di quella del giorno prima. "Quando guido, ho il senso della velocità, ma non stamattina. Quando sono caduto, in realtà ho frenato 20 metri più tardi del dovuto: a me sembrava fosse tutto normale, infatti all'inizio non mi spiegavo la caduta."
DUCATI RIPRENDE DA DOVE AVEVA LASCIATO
Ducati continua a fare paura, proprio come alla fine dell'anno scorso. La GP22, ancora migliorata rispetto alla già efficiente GP21, è ancora un passo avanti a tutti i propri competitor. La sensazione, confermata anche da Francesco Bagnaia in un'intervista, è che i missili di Borgo Panigale siano ancora lontani dal proprio potenziale. Nonostante ciò, si conferma l'incredibile versatilità ed adattabilità della Rossa, con tutti i cinque piloti a bordo della GP22 nelle prime posizioni (Bagnaia, Miller, Martin, Zarco e Marini). Poi rimane un altro punto fermo in sella alla GP21, ovvero Enea Bastianini, che al suo secondo anno potrebbe già sognare in grande.
LA RIVOLUZIONE IN CASA HONDA
La moto che probabilmente più è cambiata dal punto di vista aerodinamico è senza dubbio la Honda. La casa di Tokyo, reduce da una stagione in MotoGP tutto sommato deludente, è ancora in cerca dopo anni di quella adattabilità che ha la Ducati. Infatti, oltre a Marc Márquez, solo Cal Crutchlow è riuscito a vincere un Gran Premio sulla RC213V negli ultimi 6 anni. Questi esperimenti sembrano aver funzionato, viste le ottime prestazioni di Pol Espargaró sia a Sepang che a Mandalika. Ottime sensazioni anche per i due piloti LCR Alex Márquez e Takaaki Nakagami, che hanno valutato positivamente gli upgrade portati dalla casa madre in vista della prossima stagione.
TEMPO DI RISCATTO PER SUZUKI
Dopo le mille chiacchere da bar sul titolo mondiale di Joan Mir del 2020, la scorsa stagione ha visto una Suzuki non di certo all'altezza delle aspettative. La GSX nel corso del 2021 ha perso quella efficacia in gara che ha contraddistinto il 2020 della casa giapponese. Le troppe cadute di Alex Rins soprattutto hanno condizionato la stagione di Suzuki, mentre Mir ha sempre portato a casa un buon risultato, in una stagione molto sottovalutata. Finalmente a Sepang sono arrivati degli aggiornamenti al motore, che hanno reso Mir e Rins molto più competitivi. La gastroenterite di Mir e le positività al Covid-19 di buona parte del team hanno condizionato la preparazione, ma l'ottimismo è tanto ed i piloti sono di livello assoluto.
APRILIA: MANCA L'ULTIMO PASSO
I piloti ci sono, la moto è ai massimi livelli di competitività: bisogna vincere un Gran Premio. Questo deve essere l'obiettivo di Aprilia per il 2022, con un Maverick Viñales che ha potuto scoprire la moto nella seconda parte della scorsa stagione. Aleix Espargaró si è affermato tra i top rider lo scorso anno, il 2022 deve essere l'anno della conferma.
"YAMAHA, ABBIAMO UN PROBLEMA"
Con questa semi-citazione apriamo il capitolo Yamaha: i problemi sul progetto da MotoGP sono tanti. Se solo dopo il primo giorno di test il campione del mondo in carica Fabio Quartararo è scettico sul lavoro fatto in inverno, c'è qualcosa che non va. I miglioramenti sono stati davvero minimi e gli sviluppi al motore tanto voluti non sono abbastanza. Franco Morbidelli è tornato tra i primi a Mandalika, il che fa ben sperare per il Qatar. La competitività dei piloti è indiscussa, il problema sembra essere il mezzo: la Yamaha sembra già al limite, e le voci che vedono Quartararo lontano dai colori blu nel 2023 sono già insistenti. Per quanto riguarda il team RNF, c'è ancora molto da lavorare, ma Andrea Dovizioso sembra fare progressi giorno dopo giorno.
KTM E I FANTASTICI 4
Discorso analogo a Suzuki per quanto riguarda KTM. La casa austriaca, dopo un 2020 favoloso, ha faticato fin dal Qatar del 2021. Le difficoltà sono state risolte verso metà stagione, quando Miguel Oliveira ha vinto a Barcellona e Brad Binder al Red Bull Ring. L'infortunio del portoghese ha condizionato le sorti della stagione di KTM, che spera in un riscatto nel 2022. I test non sono andati alla grande, ma comunque dei passi avanti sono stati fatti: i piloti si sono già confermati ai vertici della categoria. Inoltre, KTM ha nel team Tech 3 Remy Gardner e Raúl Fernández, i due rookie sulla carta più promettenti in vista di questa stagione. Già nei test i due hanno dimostrato velocità, ma al momento entrambi sono acciaccati: sicuramente cresceranno nel corso della stagione, la battaglia con i rookie Ducati per diventare miglior debuttante dell'anno è aperta.
Valentino Aggio Leggi anche: MOTOGP | TEST MANDALIKA, DAY 3: POL ESPARGARO DETTA IL RITMO