Con il titolo già tra le mani la testa di Quartararo si libera ed il piacere di guida riaffiora, confermato dalla P1 nel venerdì di Portimao. Così si espone il nuovo Campione ai microfoni della stampa appena archiviate le prove libere del venerdì portoghese. Dichiarazioni che lasciano intravedere tutto lo stress psicologico accumulato nelle ultime settimane. La conquista del mondiale permette al francese di guidare la propria Yamaha M1 senza pensieri su punteggi, posizioni e calcoli vari. Il ché fa capire a tutti noi "comuni mortali" quanta pressione ci fosse dietro ad un 22enne pronto ad entrare nella storia della massima serie motociclistica.

FABIO QUARTARARO: "ULTIMI WEEKEND MOLTO STRESSANTI, ORA MI DIVERTO"

Ed infatti ecco le prime parole dell'alfiere Yamaha appena tolti casco, guanti, stivali e tuta: "Mi sono goduto molto le sessioni odierne perché gli ultimi due fine settimana sono stati molto stressanti, più incentrati sull'evitare errori piuttosto che sul divertimento. Ora mi sto godendo di nuovo il piacere di guidare. Anche nell'attacco al tempo era da molto che non riuscivo a percepire questa sensazione di essere vicino al limite. Me lo sono gustato al massimo".

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LA GESTIONE DELLA PRESSIONE DI UN VENTENNE IRIDATO

Questa differenza rende concreto lo sforzo mentale a cui sono sottoposti i nuovi fenomeni della MotoGP. In più Quartararo è uno dei giovani talenti più sensibili, marchiato sin dall'inizio della carriera dall'appellativo di predestinato assegnatogli i titoli nel CEV.

Quello stesso soprannome che ha rischiato di rovinargli la carriera per le aspettative disattese in Moto3, dove secondo molti avrebbe dovuto dominare in lungo ed in largo. Non è stato così come tutti sappiamo, ma questo ragazzo nato a Nizza il 20 aprile 1999 ha risposto con gli interessi ed al terzo anno di MotoGP ha sostenuto un intero costruttore - Yamaha - battendo da solo lo squadrone Ducati.

Ecco dunque il motivo della strozzatura del talento nelle gare precedenti, un'abilità smorzata dalla volontà di non commettere errori. Evitare di regalare punti a Bagnaia puntando sulla regolarità piuttosto che sull'esplosività, da sempre il punto forte di Quartararo. Leggere e ascoltare tali parole rende quanto mai umano il nuovo Re della MotoGP, sensibile come ogni ragazzo della sua età sarebbe in altri contesti in cui vengano messe in dubbio le proprie capacità.

In questo Quartararo è stato perfetto perché è riuscito a mettere da parte l'indole da guerriero per far spazio alla ragione, senza cadere nella trappola del cosiddetto "braccino". Il pupillo di Yamaha ha gestito una situazione potenzialmente critica ed ora può divertirsi come vuole nelle ultime due gare della stagione, un lusso guadagnato nel 2020: stagione fallimentare per i risultati mancati sì, ma quanto mai potente per temprare il neo-Campione del Mondo della MotoGP.

FABIO QUARTARARO: CAMPIONE UMANO DA VALORIZZARE

Certo, nulla è forse paragonabile all'impatto di Marc Márquez ed al suo atteggiamento da "Terminator" una volta impadronitosi della MotoGP. Ma si tratta di un caso più unico che raro perché di piloti così se ne contano davvero pochi. In Quartararo traspare, invece, più umanità, unita ovviamente alle debolezze che caratterizzano ogni persona di questo pianeta. Non siamo di fronte ad una macchina da guerra in stile Marc Márquez. Bensì disponiamo di un nuovo riferimento maggiormente empatico, capace di restituire le sensazioni senza filtri. Sia le più belle sia le peggiori.

Il ché fa pensare ad un nuovo personaggio da sfruttare mediaticamente ma la speranza è quella di assistere ad una valorizzazione dello stesso e non ad una montatura. Tutto questo perché Fabio Quartararo ha davvero una grande storia da raccontare, nata da grandi speranze alle quali sono seguite tante scottature e altrettanti successi. In conclusione, nelle poche righe citate prima si può intravedere il grande lavoro svolto nel dietro le quinte, ammettendo errori ed imparando a gestire le criticità di gare ed episodi interni/esterni al circuito.

Matteo Pittaccio

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