Il 2022 è stato un anno beffardo per la Yamaha, che ha perso il Mondiale all’ultima gara con Fabio Quartararo. La presentazione della nuova livrea della M1 ha offerto l’occasione per analizzare lo stato dell’arte dell’impegno della casa giapponese in MotoGP con uno sguardo ad un futuro anche più lontano.

Fabio Quartararo è vice-campione del Mondo 2022. Credits: yamahamotogp.com

Chiuso il capitolo del Mondiale 2022, perso a Valencia dopo la clamorosa rimonta di Bagnaia, Yamaha affronta il 2023 con la voglia di vendicare la beffa subita. E se la stagione conclusa a novembre ha presentato un conto salato non solo a livello di risultati, ma anche a livello tecnico, il 2023 rischia di essere un anno chiave per il futuro della casa di Iwata.

LAVORI IN CORSO

Diversi sono stati i problemi di Yamaha nel 2022 che hanno impedito a Fabio Quartararo di resistere all'impetuoso recupero di Bagnaia nella seconda parte della stagione. La M1 è infatti, a una prima occhiata, una moto che sembra meno evoluta di altre dal punto di vista aerodinamico, aspetto sul quale la MotoGP sta spingendo molto negli ultimi anni, risultando essere pulita e meno esasperata di Ducati, che delle innovazioni aerodinamiche ne ha fatto un vanto, e Aprilia. Ciò porta ad avere implicazioni dal punto di vista ciclistico e velocistico. Quest’ultimo è un altro punto sul quale Yamaha è cronicamente indietro rispetto ai rivali. Nel 2022 Quartararo & co, come aveva rivelato Lin Jarvis sul finale dell’anno, hanno dovuto correre con la specifica 2021. La specifica 2022 testata dai giapponesi si era rivelata inaffidabile. Secondo Jarvis, riportato da Motorsport, non aveva “senso usare un motore più potente se inaffidabile”.

La M1 risolverà i problemi tecnici recuperando il gap con le avversarie? Credits: yamahamotogp.com

Per porre rimedio alla mancanza di potenza ed affidabilità, ed avvicinarsi così ai rivali come Ducati, Yamaha si è affidata alle mani dell’ex-motorista Ferrari Luca Marmorini. Malgrado le prime novità positive che Quartararo ebbe il piacere di testare a Misano, risultandone contento, a Valencia il francese non ha riscontrato progressi. Il timore, tra gli addetti ai lavori, è che il lavoro di Marmorini effettivamente potrà avere riscontri solo nel 2024. Forse troppo tardi per quelle che sono le esigenze di Yamaha che non può avere anche l’anno prossimo una moto che Marc Márquez in Malesia ha definito “buona solo per le prove libere”.

VINCERE E CONVINCERE

Esigenze riassumibili in questi due termini. Il primo è vincere, o meglio, tornare alla vittoria nel Mondiale, indipendentemente dal pilota. Quartararo avrà sicuramente desideri di vendetta dopo la sconfitta patita a Valencia. Perdere il titolo avendo avuto un vantaggio massimo di 91 punti dopo il Sachsenring ha avuto il sapore della beffa per il francese, che in condizioni di inferiorità tecnica palese stava stoicamente resistendo al recupero di Bagnaia.

Quartararo e Yamaha: un rapporto destinato ad andare oltre il 2024? Credits: yamahamotogp.com

Il secondo termine è convincere: chi? In primis Quartararo stesso, perché nonostante il biennale valido fino a fine 2024, il mercato per il 2025 partirà ben prima dell’inizio del Mondiale 2024. E poi un nuovo team clienti: la separazione dal team RNF lascia Yamaha con due sole M1 in pista e per raccogliere dati per far crescere la moto non possono bastare i due ufficiali e il tester Crutchlow, che a fine 2023 potrebbe anche definitivamente appendere il casco al chiodo.

LA CHIAVE MERCATO

Con la line-up del team ufficiale rimasta invariata rispetto al 2022, il 2023 rischia di essere un anno chiave anche sotto questo punto di vista. Il rinnovo del contratto del francese – avvenuto lo scorso anno – lega El Diablo a Yamaha fino a fine 2024. Tuttavia, il mercato MotoGP si muove sempre molto presto e sarà proprio il 2023 a portare Quartararo a decidere cosa fare del suo futuro. Se non ci saranno sensibili miglioramenti, il francese potrebbe iniziare a guardarsi attorno e le pretendenti sicuramente non mancheranno.

Dall’altra parte, Morbidelli ha il contratto in scadenza quest’anno: il 2022 è stato un anno estremamente difficile e privo di risultati per l’italiano, caduto in balia delle difficoltà tecniche della M1 e quasi mai capace di andare oltre i problemi. Il suo posto da ufficiale è uno dei due – assieme a quello di Bastianini in Ducati – appetibili e i pretendenti non mancano. Da Jorge Martin, deluso per aver perso il posto in Ducati ufficiale proprio da Bastianini, alla suggestione Toprak Razgatlioglu. Se il Morbido non riuscirà a fare uno step in avanti una sostituzione sembra abbastanza probabile.

Contratto in scadenza a fine 2023 per il Morbido. Resterà in Yamaha? Credits: yamahamotogp.com

Salto prestazionale necessario in ogni caso: Yamaha è anche l’unico Costruttore senza un team satellite dopo la separazione da RNF. Una mancanza che costringe i giapponesi a partire già con un handicap. Avere un team clienti è, ormai, fondamentale per ciascuna casa per poter raccogliere un maggior numero di dati e crescere ancora più velocemente. Per il 2024 la necessità sarà quella di attrarre una nuova squadra che possa aiutare il team ufficiale. Una pretendente è la VR46, che però ha smentito le voci partite a dicembre dal presidente della FIM Viegas rimarcando la validità dell’accordo con Ducati fino a fine 2024. Ma i contratti, si sa, sono fatti per essere stracciati.

Mattia Fundarò