MotoGP | Márquez: “Io voluto da Ducati, dovrò restare calmo”
A due mesi dai primi chilometri percorsi con la GP23 a Valencia, Marc Márquez, in occasione della presentazione del team Gresini che si è svolta al Cocoricò di Riccione, ha anche rilasciato le sue prime parole da ducatista: “I primi momenti sono stati strani ma sono convinto della decisione presa. A Valencia non sono stato aggressivo ma il tempo è arrivato in modo naturale”.
Erano forse le dichiarazioni più attese e sono arrivate. Marc Márquez, a Riccione, ha rilasciato le prime dichiarazioni con addosso i colori del team Gresini. L’otto volte campione del Mondo, fresco di addio a Honda, ha predicato calma e ha confermato quelli che sono i suoi obiettivi: cercare di essere competitivo e di lottare per le prime posizioni. Mai pronunciata la parola Mondiale, e anche sui proclami di Nadia Padovani di voler vincere il titolo, Marc è stato cauto.
UN CAMBIO FACILE
Márquez ha raccontato i primi momenti con Gresini: “Sicuramente, dopo 11 anni con Honda e di più, 13 o 14, con le persone, i primi momenti sono strani. Quando ho preso la decisione ero pienamente convinto”, ha spiegato Marc in conferenza stampa. “Naturalmente passare in un team come Gresini, con Alex come compagno, ha reso il cambio più facile ma sapevo sarebbe andata così. A parte ciò, mi sono sentito a mio agio sin da Valencia. Con i membri del team abbiamo passato solo una giornata di lavoro a Valencia, tutti erano nervosi. Abbiamo passato del tempo con il team in questi giorni. Non sarà un grosso problema per quanto riguarda le prestazioni in pista”.
LE PRIME IMPRESSIONI SULLA DUCATI
Grande curiosità rispetto a quelle che sono state le prime impressioni dello spagnolo in sella alla GP23 e Márquez ha offerto un buon quadro della situazione: “A Valencia il tempo è arrivato perché mi sono sentito bene con la moto”, ha commentato. “Quando ho spinto un po’ nel primo run, il tempo è arrivato. Sarò più curioso di provarla in Malesia e Qatar, piste dove faccio più fatica, perché a Valencia sono più veloce solitamente. Comunque è stato un buon inizio, c’era solo una moto e mi hanno detto di stare calmo, altrimenti se fossi caduto non avrei potuto girare. Sono curioso di vedere il mio livello e come mi sentirò in Malesia”. Nessuna indicazione sul modo di approcciare la Ducati con uno stile di guida differente rispetto al suo classico: “A Valencia ho guidato tranquillo, era il primo test e avevo un setup che non conoscevo e non l’abbiamo toccato”, ha spiegato. “Non me la sentivo di guidare aggressivo e di trovare il limite. Sono curioso di provare la moto in un circuito dove faccio fatica come Malesia o Qatar. Sarà bello capire a che punto sono”.
ASPETTATIVE ALTE? MARC PREDICA CALMA
Aspettative alte da parte dei giornalisti e dei tifosi? Márquez predica calma e preferisce il lavoro ai proclami di guerra verso gli avversari: “Penso che una cosa siano quelle che sono le aspettative, un'altra l’approccio. L’approccio è quello che mi porta a dire che voglio essere veloce in pista e se posso essere un decimo più veloce nel primo test, lo farò”, dice. “Ma un’altra cosa è mettere contro le aspettative e la realtà. Ovviamente le aspettative sono altissime da parte delle persone, ma io devo provare a dimenticarmene e provare a lavorare al box, perché devo restare calmo, soprattutto all’inizio. Ciò non significa che sarò lento, sicuramente voglio essere veloce, ma non posso pretendere di lottare per vincere dall’inizio, gli ultimi 4 anni sono stati un incubo, negli ultimi due non ho vinto nulla. Arrivo su una moto sulla quale due piloti in particolare – Bagnaia e Martin – hanno passato molto tempo e ci hanno vinto. Loro sono velocissimi. Non possiamo pretendere di essere da subito al loro livello”.
E quindi, anche rispetto a quelle che sono le parole di Nadia Padovani di voler puntare al titolo, Marc ammette di voler prendere le cose con calma: “Penso sia normale che Nadia dica così, quando Gresini prende un pilota è convinto che questo possa fare bene, se no non lo prende. Si sono presi un rischio, hanno aspettato la mia decisione a ottobre e lo hanno fatto perché pensano che possa fare bene. Ma è normale e voglio anche io che sia così. Però serve calma”. Marc si prende un momento anche per commentare quella che è la situazione di Honda con la nuova moto provata da Mir e Marini: “È cambiato il project leader. Honda arriva ma non so se ci metterà un mese o un anno o due e per la mia carriera è rischioso, non per il momento di Honda. Pensavo che fosse corretto fare così. HRC è HRC, arriverà. Con un nuovo project leader arriveranno nuove idee”.
“DALL’IGNA MI HA VOLUTO”
Le ultime parole Marc le riserva alla visita in Ducati di ieri. Una Ducati che "ha voluto" Marc, come ha confermato lui stesso: "È stata una visita di protocollo, dovevamo farla anche a livello tecnico perché Ducati ha suoi parametri affinché possa raggiungere l’attuale livello con la sua moto. La moto che avrò sarà la 23 ed è simile a quella di Pecco e Jorge. Il mio lavoro sarà quello di dare il massimo, mi sono sentito voluto da Ducati, l’ho già detto, altrimenti non sarei venuto qui. È vero che sono del team Gresini ma guido una Ducati e Dall’Igna mi ha voluto”.