MotoGP | Mancano i campioni? No, è l'inizio di una nuova era
In MotoGP non mancano i fenomeni come tanti credono e scrivono sui social, è solo l'inizio di una nuova generazione di campioni che ci accompagnerà per almeno i prossimi dieci anni. L'età media della griglia MotoGP è la più bassa degli ultimi venti anni e nonostante questo vede in griglia tredici campioni del mondo. Un totale di ventitré titoli mondiali suddivisi in tredici piloti la cui età media è di 26,4 anni addirittura inferiore all'età media della griglia. L'era dei "Fantastici 4" di una decade fa ha avuto bisogno di anni per acclamarsi non è nata dal nulla, oggi stiamo vivendo quello che accadde tra il 2010 ed il 2012 e con ancora più campioni!
AH QUANDO C'ERANO LORO!
Quante volte negli ultimi anni avete trovato questo commento sui social o avete sentito dire che la MotoGP di qualche anno fa era meglio di quella attuale? Tante immagino e magari lo pensate anche voi. Con il ritiro di Valentino Rossi al termine della passata stagione si è chiusa una pagina della MotoGP che ha visto soprattutto tra il 2007 ed il 2018 la sfida tra i "Fantastici 4": Valentino Rossi, Jorge Lorenzo, Dani Pedrosa e Casey Stoner fino al 2012 sostituito poi da Marc Marquez nel 2013. Ma è davvero vero che quella MotoGP era migliore di questa? Che quei piloti erano migliori di Mir, Quartararo, Bagnaia, Bastianini? Proviamo a dare delle risposte a queste domande.
ETÀ MEDIA: MAI COSÌ BASSA IN MOTOGP
Stiamo vivendo il cambio generazionale più marcato della storia della MotoGP. Una campionato legato per vent'anni alla figura di un unico pilota che non ha mai fatto i conti con il cambio generazionale. Perchè Valentino Rossi ha unito due epoche ben distinte della MotoGP degli ultimi 20 anni. Una quella di inizio 2000 molto tricolore: Rossi, Biaggi, Capirossi e Melandri con Sete Gibernau, Alex Barros e Colin Edwards a completare le parti nobili della classifica. Mentre la seconda decade ha visto l'arrivo dei campioni spagnoli: Jorge Lorenzo, Dani Pedrosa e Marc Marquez. In mezzo possiamo aggiungere Casey Stoner la cui carriera è stata una meteora nella MotoGP.
Il cambio generazionale è avvenuto dunque molto più gradualmente mentre oggi ci troviamo con la griglia più giovane degli ultimi vent'anni. Il turnover in MotoGP sta diventando quasi eccessivo, con piloti che dopo una stagione rischiano di perdere il posto. È il caso del campione del mondo Moto2 2021 Remy Gardner che è dovuto passare nel WorldSBK dopo una sola stagione in MotoGP. Dei ventiquattro piloti titolari in questo 2022 ben quindici sono infatti arrivati in MotoGP negli ultimi cinque anni. L'anno prossimo per la prima volta da 2016 arriverà in MotoGP un solo pilota complice soprattutto l'addio di Suzuki che ha tolto due selle che probabilmente sarebbero finite a due piloti provenienti dalla Moto2.
Anno | Età media |
2021 | 26,59 |
2022 | 26,66 |
2006 | 26,73 |
2009 | 26,83 |
2017 | 26,86 |
2010 | 27,12 |
2014 | 27,13 |
2008 | 27,15 |
2015 | 27,24 |
2020 | 27,27 |
2016 | 27,28 |
2012 | 27,42 |
2013 | 27,51 |
2011 | 28,11 |
2019 | 28,22 |
2005 | 28,45 |
2007 | 28,52 |
2003 | 28,66 |
2002 | 28,81 |
2004 | 29,04 |
2018 | 30,22 |
GIOVANI MA CAMPIONI
Come avete potuto vedere questa MotoGP è la più giovane di sempre e ciò nonostante è quella con più campioni del mondo in griglia! Se andiamo indietro di dieci anni, al 2012 ultimo anno di Casey Stoner in MotoGP, i campioni del mondo erano solo otto. E tra questi otto solo Rossi, Stoner, Hayden e Jorge Lorenzo avevano vinto un titolo in MotoGP con Rossi ed Hayden che però avevano già ampiamente passato la soglia dei trent'anni. Se andiamo addirittura a vent'anni fa oltre ad un'età media molto più alta (la terza più alta degli ultimi 20 anni, ndr) i campioni del mondo erano solo sette. E tra questi i campioni del mondo della classe regina (la 500 visto che il 2002 era il primo anno di MotoGP, ndr) erano solamente due: Valentino Rossi e Kenny Roberts Jr.
Nella griglia MotoGP 2022 si contano invece ben tredici campioni del Mondo tra 125/Moto3, Moto2 e MotoGP. Tredici campioni del mondo per un totale di ventitré titoli mondiali con ovviamente gli otto di Marc Marquez ad incidere così come era per i nove di Valentino nel 2012. I campioni del mondo MotoGP in griglia oggi sono invece quattro: Marquez appunto ed i tre giovanissimi Joan Mir, Fabio Quartararo ed il fresco campione del mondo 2022 Francesco Bagnaia. La differenza notevole tra oggi e dieci anni fa è l'età di questi campioni. Se infatti Rossi e Hayden avevano più di trent'anni anche Stoner non era più un novizio perchè di anni ne aveva 27 e quello sarebbe stato il suo ultimo anno di MotoGP, poco più giovane Jorge Lorenzo che con i suoi 25 anni era il campione MotoGP più giovane in griglia in quel momento.
Se escludiamo Marc Marquez che di anni ne ha 29, quindi più giovane comunque di Rossi e Hayden, Mir e Bagnaia di anni ne hanno 25, Quartararo ne ha addirittura solo 23 e quest'anno ha lottato fino all'ultimo per conquistare il suo secondo alloro nella classe regina alla stessa età di Valentino Rossi.
PIÙ VINCITORI, MENO MATTATORI
Non possiamo dunque pretendere che questi piloti siano campioni affermati se sono appena arrivati in MotoGP. Sapete cosa hanno in comune Joan Mir, Fabio Quartararo e Francesco Bagnaia? Erano i tre rookie MotoGP della stagione 2019. Oggi tutti e tre sono campioni del mondo MotoGP. L'altro rookie di quell'anno è Miguel Oliveira che vanta già cinque successi in MotoGP. Dieci anni fa il gap tecnico tra le quattro moto ufficiali e le private era evidente e seppur fosse innegabile il talento dei "Fantastici 4" la differenza tecnica era eccessiva per i piloti che non avevano a disposizione mezzi ufficiali lottare per le posizioni di vertice. Oggi fortunatamente tutto questo è cambiato e in MotoGP sono almeno una dozzina le accoppiate moto-pilota che possono puntare alla vittoria.
A dirlo sono ancora una volta i numeri, negli ultimi tre anni abbiamo visto arrivare al successo ben quattordici piloti diversi e tutte e sei le case in pista. Tornando sempre indietro di dieci anni tra il 2010 ed il 2012 furono solo cinque i piloti a dividersi le 53 gare di quegli anni. Il bilancio vede Jorge Lorenzo e Casey Stoner spartirsi 18 successi, Dani Pedrosa si è fermato a 14, Valentino Rossi a soli 2 successi nel 2010 prima del paio d'anni complicati in Ducati e con Ben Spies unico a vincere una gara in MotoGP fuori dai "Big 4" ma comunque su una M1 ufficiale.
Cinquantaquattro vittorie spartite tra i team ufficiali Honda e Yamaha con solo Casey Stoner nel 2010 capace di portare la Ducati per tre volte sul gradino più alto del podio. Oggi invece non solo i team factory possono puntare alla vittoria ma team come Gresini, Pramac, Tech3 o Petronas STR hanno potuto vincere e giocarsi titoli iridati. In uno sport in cui il mezzo tecnico fa così tanta differenza questa MotoGP sarà sempre più incerta.
GODIAMOCI QUESTO SPETTACOLO
L'anno prossimo con un Marc Marquez, si spera, a tempo pieno potremo pesare quelli che sono i campioni di oggi rispetto a colui che ha sfidato e battuto i "Fantastici 4". Dieci anni dopo Marc Marquez sta vivendo quello che Valentino Rossi ha vissuto sulla propria pelle con l'arrivo di Lorenzo, Pedrosa e lo stesso Marc. Un cambio generazionale con lui come parametro di riferimento per le nuove generazioni di piloti di oggi e di domani.
Mathias Cantarini