Alla fine, Andrea Dovizioso ha detto basta. Dopo un titolo mondiale in 125, 24 vittorie e quasi 350 partenze all'attivo nel Motomondiale, il campione forlivese ha deciso di fermarsi con effetto immediato. O quasi: l'ultima passerella per lui sarà infatti sulla pista di casa, in quella Misano che tante volte lo ha visto protagonista e che stavolta lo vedrà invece salutare per l'ultima volta il palcoscenico della MotoGP.

MISANO NEL DESTINO

Forse un segno del destino, ma l'inizio della "fine" era arrivato proprio a Misano. Giusto un anno fa, quando il "Dovi" decise di intraprendere a tempo pieno la nuova avventura con Yamaha Petronas SRT. Una scommessa rivelatasi alla fine disastrosa, vista la pressoché totale assenza di risultati ottenuti, tanto da spingere il romagnolo a voler chiudere in anticipo la propria stagione, cedendo il posto a Cal Crutchlow per le ultime sei uscite stagionali. Il fattore legato alle motivazioni ha sicuramente fatto la differenza, così come l'impossibilità di poter ottenere risultati di rilievo con una moto che mai è sembrata in linea con lo stile dell'ex-ducatista.

Proprio quello stile, pulito ed educato, che tante volte ha esaltato il pubblico nel corso degli anni. Tanto da portarlo più volte a rivaleggiare con Marc Marquez, riuscendo nell'impresa di essere forse l'unico pilota capace di rappresentare un serio antagonista per lo spagnolo nei suoi "anni d'oro". Ma non al punto tale da consentirgli di coronare il suo sogno, ovvero quello di centrare il titolo nella classe regina, sfiorato per ben tre anni consecutivi. Resta comunque impossibile per il pubblico, italiano e non, dimenticare i suoi duelli testa a testa con il 93, in particolar modo con il "folle" sorpasso all'ultima curva al Red Bull Ring nel 2019. Proprio sul circuito che, l'anno seguente, ha visto Dovizioso salire per l'ultima volta sul gradino più alto del podio, all'indomani di un suo addio alla Ducati che ancora oggi presenta dei lati oscuri.

UNA CARRIERA AI VERTICI

Perché la vita a volte è fatta di sliding doors, di incroci del destino che non sempre vanno a buon fine. Con la sua separazione da Borgo Panigale, si è aperta infatti la parabola discendente del campione, per un matrimonio senza amore con Yamaha. Forse sono mancate le giuste motivazioni, sicuramente è mancato un mezzo competitivo: di fatto, ci sarebbe piaciuto vedere Dovizioso concludere la carriera laddove avrebbe meritato. Ovvero pronto a giocarsela con i migliori, come ha fatto costantemente nell'arco di tutta la sua carriera, e non relegato ad un ruolo da comprimario in fondo al gruppo.

Meglio così, dunque. Ma i ricordi rimangono comunque incancellabili. E Misano sarà ancora una volta pronta ad applaudire, per l'ultima volta, il "suo" Dovi.

Marco Privitera