In un caldo pomeriggio estivo abbiamo incontrato Yari Montella, primo in classifica nel CEV Moto2 dopo aver vinto le prime 4 gare stagionali ad Estoril e Portimão. Una lunga chiacchierata con il pilota campano, tra attualità, sogno mondiale per il futuro ed una parentesi legata alle difficoltà che può incontrare un ragazzo del Sud Italia nel farsi strada nel mondo del motorsport.

Iniziamo subito parlando di questa stagione: per te 4 vittorie su 4 tra Estoril e Portimão nel CEV Moto2. Ti aspettavi di essere così forte, anche in base al difficile periodo che abbiamo affrontato?

Ho la fortuna di avere una piccola palestra a casa, quindi oltre al poco moto, sono riuscito a tenermi comunque in forma durante il periodo di confinamento. Per quanto riguarda l’inizio stagione siamo partiti bene ed abbiamo confermato i buoni propositi dello scorso anno, quando già abbiamo fatto vedere qualcosa di buono. Abbiamo fatto anche qualche errore, poi ho avuto anche un problema al tunnel carpale con conseguente operazione ad agosto del 2019.

Sulla base di questi risultati quali obiettivi ti poni per la stagione in corso?

L’obiettivo per quest’anno è consolidare l’esperienza maturata lo scorso anno.

I tuoi avversari più vicini di queste prime gare stagionali (Tuuli e Zaccone) corrono anche in MotoE. Come valuti questa categoria?

Ho avuto anche proposte per correre in MotoE nel 2020. Stavo quasi per firmare, impegnandomi così in due campionati, ma poi per motivi di sponsorizzazione non siamo riusciti a metterci d’accordo. È un campionato in cui il pilota può farsi notare a livello mediatico, anche se il mezzo è completamente diverso da una moto “tradizionale”.

Per il 2021 invece il sogno è il mondiale Moto2?

L’obiettivo che abbiamo tutti i piloti del CEV Moto2 è quello di approdare nel Motomondiale. Tuttavia siamo ancora ad inizio stagione. Bisognerà aspettare gli appuntamenti di Jerez ed Aragon per valutare la situazione ed iniziare a pensare anche al prossimo anno.

Nel Motomondiale vanti già due apparizioni in Moto3 nel Motomondiale col team SIC58. Raccontaci quell’esperienza…

Nel 2018 ho disputato due gare del mondiale. La prima come wild-card a Misano è stata programmata, ma con un pacchetto moto-team del CEV, che è un po’ differente da quello del mondiale. Il focus in quell’occasione è stato quello di fare esperienza e di farsi notare. La seconda apparizione invece non è stata pianificata. Sono stato chiamato il martedì mattina per sostituire l’infortunato Antonelli ed il pomeriggio sono già partito per l’Australia. Un’esperienza inaspettata che mi ha dato carica, perché in quel periodo i risultati non arrivavano e quasi volevo mollare tutto. A Phillip Island sono riuscito a fare 10 giri tenendo il ritmo dei primi, poi per dei piccoli errori ho perso contatto, ma quella gara mi ha ridato fiducia.

Viviamo in una parte dell’Italia in cui il motorsport non ha una lunga tradizione come altri sport. Questo fattore è uno svantaggio?

Il problema di abitare al Sud Italia è che siamo lontani dalle grandi piste. Inoltre non abbiamo una cultura del motociclismo e nemmeno grandi aziende disposte ad investire in questo settore.

Grazie per averci concesso il tuo tempo. Magari la prossima volta ci rivediamo in pista!

Speriamo che si possa tornare presto alla completa normalità. Alla prossima!

Leggi anche: L'INTERVISTA | ALFONSO COPPOLA: "IN SUPERSPORT 300 PER LOTTARE E RIFARE IL SALTO DI CATEGORIA" Carlo Luciani