L'INTERVISTA | Pablo Nieto a Motorbike Circus: "Nessuna chiamata da Suzuki!"
Nel corso della 256^ puntata di Motorbike Circus, trasmissione in diretta incentrata sul mondo delle due ruote, è intervenuto Pablo Nieto, figlio d'arte del plurititolato Ángel e Team Manager di Sky VR46 Racing Team.
L'intervista si è concentrata prevalentemente sul futuro della squadra gestita dal 40enne spagnolo, ma non sono mancati riferimenti al passato da pilota e alla stagione 2020. Pablo Nieto è alle porte di una duplice sfida: seguire i primi passi di Luca Marini in MotoGP, classe in cui il pilota di Urbino esordirà nel 2021, e conquistare il secondo titolo Moto2 con la coppia Bezzecchi - Vietti.
LA FUTURA MOTO DI LUCA MARINI: QUALI SONO LE ASPETTATIVE?
"Sappiamo che la Ducati di Luca Marini non è ufficiale. Si tratta di un'evoluzione della Desmosedici che ha gareggiato lo scorso anno e questo è molto importante. Ovviamente non si parte con la specifica migliore, ma è importante avere a disposizione un buon compromesso e una moto performante. Con una Ducati simile Johann Zarco ha fatto molto bene nel 2020, dunque il livello di partenza è ottimo per un rookie come Luca".
FARAI PARTE DEL TEAM AVINTIA MOTOGP?
"Il Team Avintia rimarrà tale nella propria formazione, questo è chiaro. Ruben Xaus (Team Manager) e Raul Romero (Fondatore) si occuperanno di coordinare la squadra mentre io cercherò di aiutare il più possibile Luca Marini. Si tratterà di un ibrido".
COME VEDI LUCA MARINI IN VISTA DEL DEBUTTO NELLA TOP CLASS?
"Luca lo vedo veramente in forma, tra gli allenamenti al Ranch e Misano è diventato il più veloce dell'Academy. Credo che il salto in MotoGP sia arrivato nel momento giusto, ha tanta voglia di provare e scoprire la Ducati".
CAPITOLO MOTO2: SIETE I FAVORITI PER IL 2021?
"Proveremo a vincere il titolo Moto2 e daremo il massimo. Per il livello con cui Sam Lowes ha chiuso la stagione non penso partiremo come favoriti, il finale di stagione con la mano destra rotta ha impressionato. Abbiamo tanto da fare e Marco è un candidato alla conquista del Mondiale, lo ha dimostrato nel 2020. Per giunta la moto sarà identica e per il secondo anno consecutivo lavorerà con la stessa squadra, episodio mai verificatosi nella sua carriera".
"Celestino Vietti invece sarà un Rookie, dovrà divertirsi e conoscere la nuova classe. Ad aiutarlo nel debutto ci sarà una squadra forte, la stessa che ha seguito Luca Marini fino alla scorsa stagione, perciò possediamo numerose informazioni per Celestino. Altro dettaglio da non trascurare riguarda la compagnia di Marco Bezzecchi, ragazzo con il quale Vietti condivide una stretta amicizia. Ciò ci permetterà di lavorare bene con entrambi in ogni contesto."
TORNIAMO AL 2020, COME HA REAGITO MARINI ALL'INFORTUNIO DI LE MANS?
"Con Luca abbiamo perso il campionato proprio lì, in Francia. È caduto prima in FP1 e poi in FP2, sessione in cui ha subito l'infortunio per l'high-side verificatosi poco dopo il ponte Dunlop. Noi, inteso come squadra, non abbiamo colto subito il problema al telaio causato dalla caduta, rendendoci finalmente conto del problema dopo due gare. Il telaio non era completamente storto, però quella seppur minima differenza si rivela significante in una classe competitiva come la Moto2. Luca, nonostante un momento difficile, si è rivelato solido e grazie a lui abbiamo controllato nuovamente il tutto. Non era possibile passare dal vincere gare al faticare ad entrare in Top 10".
LA CHIAMATA DA SUZUKI È ARRIVATA?
"No, nessuna chiamata da Suzuki. Essere menzionato come la persona giusta per gestire l'équipe campione in MotoGP è un onore, credo che ciò dimostri l'ottimo lavoro degli ultimi anni. Ciò nonostante al momento non ho parlato con nessuno se non con Davide Brivio, mio grande amico, con il quale mi sono congratulato per il nuovo ruolo in Alpine F1".
NEL 2013 HAI LAVORATO CON CARRASCO E VIÑALES: CI FURONO DIFFERENZE?
"Con Ana Carrasco ho lavorato nel 2013. In quella stagione mi sorprese il suo carattere competitivo, non era mai contenta di ciò che faceva e voleva sempre di più. Non ricordo che chiedesse qualcosa di diverso rispetto a Viñales, anzi, il metodo di lavoro era simile. La differenza stava nella velocità: la Carrasco era al debutto nel Motomondiale Moto3 e doveva fare esperienza mentre Viñales era al terzo anno e si stava per laureare Campione del Mondo. A fine stagione, inoltre, portò a casa uno stupendo 6° posto a Valencia".
QUANTO PUÒ ESSERE PESANTE IL COGNOME DI UN CAMPIONE DEL MONDO?
"Io sono orgoglioso di essere Pablo Nieto, così come è sicuramente un onore essere riconosciuto come il figlio di Ángel. Ciò mi ha permesso di arrivare presto al Mondiale ma una volta entrato devi dimostrare il tuo valore a prescindere dal cognome. Lo stesso discorso si può fare con Luca Marini e Valentino Rossi".
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