L’intervista | Carlos Checa: “Bello essere l’ultimo campione Ducati SBK. Il 2013? Un errore”
Carlos Checa, campione del mondo SBK 2011 con Ducati ed Althea Racing, ci ha raccontato come è stato vincere il titolo Superbike. Nella kermesse del “Moto dei Miti” di Genesio Bevilaqua, “El toro” ci ha spiegato poi come sono andati gli anni successivi e cosa pensa del mondiale allo stato attuale
Carlos Checa, qui a Moto dei Miti con la tua Ducati SBK campionessa del mondo. Com’è stato il 2011?
“Mi ha fatto tanto piacere vincere il campionato in questo modo, è valso il doppio. Credo che Ducati negli ultimi anni abbia fatto degli errori ma dall’esterno è semplice dirlo. La moto era alla fine della carriera, io anche, però ci sono stati degli aspetti che Ducati non ha considerato. Noi ci abbiamo creduto tanto, nel 2010 ci sarebbe stata la possibilità di vincere già il primo titolo”
Ma poi c’è stato il circuito di Miller
“Miller è stato un errore, non è stato casuale. C’erano dei particolari che erano a rischio rottura e lo sapevano tutti, Ducati non è intervenuta e questo è stato un errore. Però a prescindere, quando l’anno dopo ci hanno dato la moto ufficiale la differenza si vedeva. Se l’avessimo avuta anche nel 2010 magari avremmo vinto anche quello di campionato. Ma comunque se abbiamo vinto nel 2011 è stato anche grazie al 2010.”
L’ultimo campione dei bicilindrici
“Esatto, l’ultimo a vincere con una moto a due cilindri. In più sono anche stato il primo spagnolo a conquistare il titolo in SBK, un’altra cosa che mi rende molto orgoglioso. Diciamo che sono stato l’ultimo Boy Scout (Ride, ndr). Ora ci saranno altri campioni, sia in MotoGP che in SBK, ma nessuno con la moto bicilindrica di Borgo Panigale. In più sono contento di averlo vinto con Althea Racing e Genesio Bevilacqua, qui a Moto dei Miti si vede quanto Genesio abbia dato al motociclismo. Mi sembra giusto che il motociclismo gli dia qualcosa in cambio.”
Il 2013 come è stato?
“Un errore. La SBK, soprattutto le gomme, iniziavano a puntare principalmente sulle quattro cilindri. Io ho fatto qualche errore, la moto però era decisamente indietro rispetto alle altre e l’insieme delle cose ha rovinato qualsiasi cosa. Già ci avevano messo sei chili in più di massa, poi quando ho provato la moto non ho trovato nessun feeling e la moto si rompeva. Penso che Ducati abbia fatto un errore con quel concetto di moto, io invece ho sbagliato a continuare. Adesso lo capisco.”
Cosa succede alla Superbike di oggi?
“Credo che in questo momento Jonathan Rea è il miglior pilota sulla miglior moto. Kawasaki ha fatto molto bene, 15 anni di investimento sempre con la stessa squadra e con lo stesso impegno. Trovato il pilota forte diventa molto difficile batterlo. Yamaha sta facendo un ottimo lavoro, con Toprak Razgatlioglu che sta andando bene. In più le gomme hanno iniziato a calare sul fine della gara, il che bilancia di più le gare. Però Jonathan non ha mai perso la concentrazione e nemmeno Kawasaki, mentre Ducati Honda e Yamaha hanno cambiato troppe cose. Per un minimo di quattro anni bisogna avere continuità, altrimenti non si riesce.”
E Bautista?
“Bautista all’inizio è stato perfetto, la moto è nata molto bene ed è stato incredibile. Mi ha onestamente sorpreso molto, soprattutto all’inizio, però poi dopo è sparito. Questo fa capire quanto nel motociclismo, a parte la tecnica, conti molto la parte emozionale e lo spirito. Qualcosa deve esser cambiato nella vita di Bautista, personale o professionale, e dopo sono arrivati troppi dubbi ed è crollato. Nel motociclismo il pilota conta ancora molto, il che è un bene.”
Alex Dibisceglia
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