IndyCar | Prema a Indianapolis: pro e contro di uno sbarco storico
Da qualche giorno la notizia che Prema stia sondando il terreno per entrare in IndyCar nel 2025 è di dominio pubblico. Il primo a darne conto è stato Marshall Pruett dalle colonne di Racer.com, specificando come insieme alla compagine italiana abbiano espresso il proprio interesse anche Pratt Miller Engineering e Abel Motorsport. Andiamo ad analizzare i pro e i contro di un evento che, nel caso si verificasse, avrebbe una portata storica non indifferente per il motorsport tricolore.
Un bagaglio di esperienza unico
Al momento, in Europa, se c’è un team al di fuori del mondo F.1 che ha le possibilità di effettuare uno sbarco Oltreoceano, è fuori di dubbio che questo è proprio Prema Racing. Un eventuale ingresso in IndyCar sarebbe la ciliegina sulla torta per un’organizzazione che ha nel corso degli anni ramificato i propri interessi in praticamente tutte le categorie più importanti del motorsport, fatta eccezione ovviamente per il Circus.
Il team di Grisignano di Zocco, guidato con attenzione e lungimiranza da Renè Rosin, oggi è presente in F2, F3, nella Formula Regional europea e asiatica e nella F4 italiana ed emiratina. Per non parlare, poi, della partecipazione al WEC, il Mondiale Endurance, nella categoria LMP2. Tutto ciò rappresenta senza dubbio un bagaglio di esperienza unico, che praticamente nessun’altra compagine di questo tipo può vantare.
C’è anche un altro fattore da considerare. Oggi, la IndyCar è un campionato monomarca Dallara per quanto riguarda il telaio. Ebbene, nella sua lunga e vincente storia, Prema ha una lunga tradizione di collaborazione con la casa di Varano de’ Melegari, che ad oggi continua con successo nelle categorie cadette della F1. Questo dato avrà sicuramente un peso specifico importante nel momento in cui si dovrà andare a prendere una decisione. L’esperienza accumulata in tanti anni in Europa non avrà il valore di quanto accumulato dalle corazzate Ganassi, Penske e Andretti, ma sarà senz’altro un buon punto di partenza.
Piers Phillps incaricato di sondare il terreno
Un programma in IndyCar sarebbe uno sbocco importante per i piloti Prema che corrono in F2 o F3 con la casa italiana, che sicuramente avrebbero una prospettiva ben più solida di quanto non avvenga oggi. Il team di Rosin, ad oggi, ha incaricato l’ex manager di Rahal e Arrow McLaren Piers Phills di svolgere una due diligence, una sorta di relazione in base alla quale sarà poi presa la decisione finale.
Dall’America sono già arrivate le prime reazioni da parte dei piloti. Felix Rosenqvist, che con il team italiano ha vinto la Euroseries di Formula 3 nel 2015, si è detto entusiasta. “Sarebbe veramente un sogno che diventa realtà. Prema è il team europeo più forte e meglio organizzato al di fuori della F1. Se venissero a correre qui, sarebbero certamente una grande forza con cui fare i conti”. Tutto verissimo, ma c’è sicuramente qualcosa a cui fare particolare attenzione.
Una sfida completamente diversa
Prema, lo abbiamo detto, è una potenza in Europa, in grado di sfornare un numero impensabile di talenti, dei quali tanti corrono proprio in America oggi. Pensiamo allo stesso Rosenqvist, ad Armstrong, a Callum Illott che vi ha corso fino alla passata stagione. Ma attenzione, perché lo sbarco in IndyCar porterebbe con sé tante incognite in una sfida completamente nuova.
Stiamo parlando di un campionato e di una categoria che rappresenta un unicum nel mondo del motorsport a ruote scoperte. Un insieme di gare stradali, circuiti permanenti e, soprattutto, di ovali, tipologia di layout su cui Prema dovrebbe prendere le misure partendo da zero. Andare a stabilire un team senza prima almeno un anno di esperienza nella categoria propedeutica, la IndyNXT, come fatto in passato da Carlin, sarebbe veramente una scommessa.
Intendiamoci, se c’è un team che può farlo, questo è certamente Prema. L’impegno, però, in questo caso dovrebbe essere intrapreso a lungo termine. Il lasso di tempo necessario per divenire competitivi, come è nelle corde del team veneto, potrebbe essere sensibilmente più lungo rispetto a quello visto, per esempio, in F2. Inoltre, sarà necessario andare ad effettuare una campagna acquisti tra tecnici e anche piloti sul territorio americano; avere a disposizione esperienze importanti sul campo in questo caso potrebbe giocare un ruolo fondamentale.
Insomma, l’arrivo di Prema in F2 sarebbe un evento di portata storica; i dati di cui tenere conto sono tanti, ma il team di Grisignano ha tutte le potenzialità per riuscire a farli collimare con successo. Ci sarà certamente da divertirsi.
Nicola Saglia