FIA F2 | Theo Pourchaire più forte della "maledizione"
Alla fine di un campionato combattutissimo, Theo Pourchaire è riuscito finalmente a centrare l'obiettivo, vincendo il titolo di F2 nell'ultimo round di Abu Dhabi e battendo Frederik Vesti. Ripercorriamo la cavalcata del pilota francese.
La carriera di Pourchaire
Sembrava quasi una maledizione quella di Pourchaire, che non riusciva a sbloccarsi in F2. Dopo aver vinto nel 2019 il campionato tedesco di Formula 4, era approdato in Formula 3 nel 2020. In una stagione concentrata in dieci settimane per via del Covid, il francese era arrivato a giocarsi il titolo all'ultima gara del Mugello, perdendo però a vantaggio di Oscar Piastri. Quell'anno ottenne comunque due vittorie, dimostrando un grande talento e guadagnando la promozione da parte dell'ART in Formula 2.
In F2 ha iniziato alla grande nel 2021, vincendo due gare a Monaco e a Monza, diventando il più giovane di sempre a vincere nella categoria cadetta. Dopo un quinto posto al primo anno, sembrava poter essere il naturale favorito nel 2022, ma qualcosa è andato storto: una serie di errori e di sfortune, specie nella fase centrale del campionato. Nonostante tre vittorie, alla fine ha perso nei confronti di Drugovich, che ha inaspettatamente dominato l'annata.
Il 2023, l'anno della consacrazione
La fine del campionato 2022 sembrava aver reso Pourchaire una sorta di eterno incompiuto. Doveva levarsi questa nomea e in Bahrain aveva iniziato alla grande, ottenendo la pole e dominando la Feature Race. Si credeva che sarebbe stato il preludio di una stagione facile, ma incredibilmente non è più riuscito a vincere neanche una corsa. È riuscito a gestire con costanza il ritorno dei vari Vesti, Iwasa e Doohan, soprattutto nel corso dell'estate, con quattro podi tra Silverstone e Spa.
La svolta del campionato è arrivata a Zandvoort, dopo una deludente qualifica. Pourchaire si era qualificato solo decimo. Guadagnata la pole nella Sprint Race per la griglia invertita, l'ha persa a causa di un problema tecnico. La Dea Bendata ha voluto però premiarlo, facendo finire la gara senza che questa assegnasse punti, non essendo stati disputati il minimo di giri necessari per validarla. Nella Feature si è ritirato per un suo errore, ma anche i suoi principali rivali per il titolo sono stati eliminati dalla corsa. Pourchaire è quindi uscito dal suo peggior weekend dell'anno con un vantaggio in qualifica immutato. A quel punto è sembrato che la sorte fosse dalla sua parte e il francese non ha sprecato nessuna occasione.
Nelle ultime gare si è limitato a gestire, approfittando del ritiro di Vesti nella Feature Race di Monza per portarsi a 25 punti di vantaggio in classifica. Abu Dhabi sarebbe dovuta essere una formalità, ma il weekend si è rivelato più difficile di quanto preventivato. La pessima qualifica l'ha fatto partire quattordicesimo in entrambe le gare e la vittoria di Vesti nella Sprint Race sembrava aver riaperto i giochi.
Nell'ultima gara è partito guardingo, rimanendo a poca distanza da Vesti senza strafare. Dopo le soste se l'è trovato dietro difendendosi alla grande, facendogli perdere del tempo prezioso e impedendogli di raggiungere i punti necessari. Onore anche al danese, che ha combattuto la battaglia fino all'ultimo. Alla fine Pourchaire è riuscito a coronare finalmente il suo obiettivo con una stagione di gestione. In 57 anni di storia della principale categoria propedeutica, Pourchaire è stato il primo a vincere il titolo con una sola vittoria stagionale.
Il futuro
Adesso ad attendere Pourchaire c'è la panchina. Sauber lo aveva già annunciato da tempo come terzo pilota nel 2024 alle spalle di Bottas e Zhou. Probabilmente presenzierà qualche FP1, magari qualche rookie test, ma per ora dovrà solo aspettare. Poi nel 2025 si vedrà, a seconda di come andranno i piloti titolari. La speranza è che Pourchaire non vada però ad imitare il suo predecessore, Drugovich, al momento bloccato in un ruolo da terzo pilota Aston Martin che sembra non aprire troppe prospettive.
Alfredo Cirelli