La pausa estiva "coatta" rappresenta un qualcosa di relativamente recente per la F1: portando indietro le lancette del tempo di trent'anni, andiamo a rivivere il GP d'Ungheria 1992, corso nell'afa di metà agosto, che regala a Nigel Mansell il Mondiale.

Hungaroring difficile per Nigel

Mansell arriva in Ungheria forte di un ruolino di marcia pazzesco: otto Gran Premi vinti su dieci disputati. All'Hungarioring Nigel poteva finalizzare la rincorsa a quel Mondiale che gli era sfuggito almeno un paio di volte in precedenza. Considerando la tortuosità del tracciato magiaro, l'inglese arriva forte della conquista di nove pole position nei dieci round precedenti, tuttavia già dal venerdì le cose non si mettono dalla parte della semplicità. Durante le prove libere Mansell ha problemi elettrici sulla vettura e in qualifica ottiene solo il secondo posto alle spalle del compagno di squadra, Riccardo Patrese.

Al via il padovano parte bene e mantiene la testa alla prima curva, mentre Mansell, più conservativo alla prima staccata, scivola in quarta posizione dietro le McLaren di Ayrton Senna e Gerhard Berger. Nigel ha bisogno di salire sul podio per chiudere la questione relativa al Mondiale. Una volta passato Berger e con Patrese in testacoda, l'opzione migliore per l'inglese è quella di tirare i remi in barca, lasciando Senna al comando della gara.

La gara di Nigel non finisce qui, perché, subito dopo metà gara, una foratura lenta si mette sulla strada del Titolo. L'inglese entra ai box Williams per cambiare le gomme e ritorna in pista in sesta posizione. Mansell dimostra tutto il potenziale disponibile, infilando Hakkinen, Brundle (che entra in collisione col compagno di squadra, Schumacher, togliendolo dalla gara) e Berger. Alla bandiera a scacchi l'inglese transita in seconda posizione, dietro a Senna e davanti a Berger.

Mansell a fine gara dichiarerà: "Guidare per trent'anni ed arrivare secondo due volte dietro ad Ayrton Senna e ad Alain Prost...pensi che non ce la farai mai. Penso che questa gara sia stata...interessante, per non dire altro, no?"

Williams FW14B - Renault

La vettura che ha consacrato il "Red Five" di Nigel Mansell nasce dal talento in fase di progetto di Adrian Newey. La monoposto britannica discende direttamente dalla FW14 della stagione 1991, sul quale Newey esegue un lavoro di fino, con l'aggiunta ed implementazione di uno schema di sospensioni attive con impianto idraulico. Tale sistema rappresenta l'asso nella manica, nessuno tra gli avversari ha uno schema di sospensioni attive che funziona così bene, che ben si sposa con il motore Renault V10 e l'aerodinamica affinata. Nigel Mansell inanella quattordici pole position e nove vittorie. La FW14B letteralmente domina il campionato 1992.

Credit: www.formula1.com

Trent'anni dopo, proprio Nigel Mansell ha potuto fare un giro con quella monoposto al Goodwood Festival Of Speed. Nell'occasione ha dichiarato: "Solo pochissime persone vincono un campionato del mondo, quindi è assolutamente bello far parte di questo club esclusivo."

Nel fine settimana del GP di Gran Bretagna, Sebastian Vettel ha completato dei giri in pista proprio con la FW14B. Il tedesco ha dichiarato che il run celebrativo nasce da una sua idea per celebrare il trentennale del Campionato e soprattutto della vittoria di Nigel Mansell a Silverstone. Fine settimana di grazia, quello del Leone d'Inghilterra in patria nel 1992, che aveva siglato una pole-position staccando il compagno di squadra, Riccardo Patrese, di quasi due secondi.

Carburanti a basso impatto ambientale

Il tedesco ha detto: "Si tratta di una mia idea. La macchina è mia, l'ho comprata qualche anno fa." Oltre ad una specie di legame sentimentale con il numero di gara, il 5, Vettel sottolinea una connessione speciale con le monoposto del passato: "I primi Anni Novanta rappresentano i primi ricordi che ho della F1." Recentemente il tedesco ha sposato maggiormente la causa ambientale e, in quest'ottica, il run dimostrativo di domenica ha visto l'impiego di un particolare tipo di carburante. Prima di scendere in pista, Vettel aveva dichiarato: "Userò carburanti carbon neutral per domenica, così da dimostrare che possiamo portare avanti la nostra storia e cultura nel motorsport, ma in maniera più responsabile."

Credit: profilo Twitter Jens Munser Designs

Non volendo apportare nessuna modifica al Renault V10 che equipaggia la vettura, la scelta per abbassare l'impronta ambientale è ricaduta sul carburante. Il carburante utilizzato, a quanto risulta dalle poche informazioni disponibili, è prodotto in Belgio dalla P1 e ha un costo di 5,95 euro al litro. La carbon neutrality, declinata nella non produzione ed aggiunta di CO2 nell'ambiente, rappresenta la particolarità di questo tipo di benzina. Come sempre rimangono aperte grosse questioni sulla transizione green del Circus, ma quello che abbiamo visto domenica dovrebbe rappresentare una visualizzazione della transizione a carburanti sostenibili e basso impatto del 2026.

Comparazioni

Come anticipato dal campione tedesco, durante i giri in pista, la FW14B "suonava" nella stessa maniera del 1992. L'impiego di questo nuovo tipo di carburante non ha avuto effetti sul suono della monoposto, punto sempre molto apprezzato dal pubblico.

Dal punto di vista prestazionale, non possiamo dire nulla su quanto questa composizione vada ad inficiare nelle performance del propulsore. Lanciare una comparazione di questo tipo richiede dei test molto più approfonditi rispetto ad un paio di giri dimostrativi. Del resto, poi, Sebastian Vettel aveva dichiarato: "Non tenterò di trovare il limite della vettura in un paio di giri, ma cercherò di divertirmi, il che significa spingere fino a che mi sento a mio agio. Dopotutto teniamo presente che la macchina è mia."

Luca Colombo

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