Si è estinto in meno di ventiquattro ore il fuoco acceso dalla FIA in merito alla T-shirt indossata da Lewis Hamilton prima e dopo la gara del GP di Toscana. Il messaggio provocatorio lanciato dal sei volte Campione non sarà oggetto di investigazioni formali da parte della Federazione, ma sono in arrivo delle linee guida su ciò che i piloti potranno indossare durante le dirette.

“Arrestate i poliziotti che hanno ucciso Breonna Taylor”

Lewis Hamilton, nella domenica del Mugello, si è reso portavoce della lotta intrapresa da amici e familiari di Breonna Taylor, giovane afroamericana uccisa per errore nella sua abitazione a Louisville lo scorso 13 marzo nel corso di un no-knock warrant da parte della polizia statunitense. Della vicenda rimangono un verbale pressoché vuoto e numerosi interrogativi irrisolti che hanno alimentato l’iniziativa #BlackLivesMatter, esplosa nei mesi successivi dopo l’omicidio di George Floyd.

Lewis Hamilton si è sempre presentato come un personaggio pubblico attento a questioni sociali e ambientali, sensibile e volto a sensibilizzare il pubblico. Grazie alla sua ascesa mediatica e al supporto dei social network, il pilota inglese ha spesso espresso negli ultimi anni la propria indignazione nei confronti di pratiche da lui definite “barbare” come la caccia alle balene o la propria volontà di diventare “carbon neutral”. Con la diffusione delle iniziative contro il razzismo, Hamilton ha voluto spingersi oltre, divenendo un vero e proprio simbolo del movimento recentemente potenziato dall’impatto dei social nella cultura di massa.

Dopo essere sceso nelle strade e nelle piazze di Londra, seguito dall’assistente e preparatrice Angela Cullen, Hamilton ha portato con sé la propria lotta in F1, ampiamente sostenuto da sponsor, squadra e Liberty Media stessa. Mai prima del 2020 la Formula 1 era scesa in campo con iniziative quali “We Race as One” o “End racism”. La presa di posizione è evidente e trova terreno fertile con un vero e proprio testimonial credibile e influente come Lewis Hamilton.

NEL BACKSTAGE DI UNA COMPLESSA OPERAZIONE DI MARKETING

E’ innegabile che si tratti di un’operazione ben studiata e calcolata, ma ciò che conta è il prodotto finale. Lewis Hamilton risulta ora il volto di una campagna che esalta il messaggio tanto quanto il personaggio stesso, il quale viene già dipinto come un pioniere a livello mediatico. La combinazione efficace di messaggi social, gesti come l’inginocchiarsi nel pre-gara, l’aderire alle manifestazioni e ora la T-shirt con il volto di Breonna Taylor è parte di una strategia elaborata minuziosamente dall’entourage di Lewis con il placet degli sponsor.

L’iniziativa ha inoltre avuto dei risvolti molto positivi, come sottolineato dall’impennata della notizia di Breonna su Google nel post-gara. Missione compita quindi da parte del Lewis Hamilton influencer, che ha portato i propri sostenitori a informarsi e veicolare ulteriormente il messaggio di un avvenimento che merita chiarezza, dibattito e soprattutto giustizia.

Sotto la lente di ingrandimento della FIA è giunta la possibilità che la vicenda riportata a galla dal pilota Mercedes potesse avere connotazioni politiche tali da scatenare controversie. Dalla faccenda delle ultime ore è scaturita la volontà di colmare un’area grigia dei regolamenti, che ad oggi non specificano cosa possono o non possono indossare i piloti nelle dirette televisive.

Effettivamente l’articolo che più si avvicina alla vicenda riguarda ciò che non può apparire sulle vetture.

"I concorrenti che partecipano alle Competizioni Internazionali non possono apporre sulle loro vetture pubblicità di natura politica, religiosa o pregiudizievole per gli interessi della FIA" recita l'articolo 10.6.2 del Codice Sportivo Internazionale.

Nessuna investigazione vera e propria quindi per Lewis Hamilton, data anche la conformità del suo messaggio a quanto portato avanti con fierezza dallo sport stesso.

"Mi ci è voluto molto tempo per ottenere questa maglietta ed ho voluto indossarla per portare la consapevolezza del fatto che ci sono persone che sono state uccise per strada e che c'è anche qualcuno che è stato ucciso in casa sua" ha precisato il pilota Mercedes.

LA FORTUNA DI LEWIS

E’ ormai evidente che Hamilton abbia trovato la pista giusta da percorrere per affermarsi ulteriormente nell’Olimpo degli sportivi non solo come atleta ma anche come personaggio. La sua fortuna consiste proprio nell’aver individuato una tematica in cui creda e risulti a sua volta credibile, diventando quasi inattaccabile dal punto di vista mediatico.

Se la sua missione è rendere il mondo un posto migliore e popolato da individui consapevoli e meno indifferenti, la sua opera è senz’altro, seppur nel circoscritto bacino della F1, ben avviata.

Beatrice Zamuner