F1 | Il nodo spettacolo rimane aperto: DRS "accorciato" nel 2023?
La questione dello spettacolo in pista negli ultimi anni ha rivestito un ruolo fondamentale per gli organi legislativi della F1. Per aumentare il numero di sorpassi nelle gare, non c’è alcun dubbio che il DRS sia stata l’arma più efficace adottata dalla FIA. Oggi, però, la stessa Federazione si è resa conto che potrebbe trattarsi di un’arma a doppio taglio, e sta pensando di correre ai ripari in vista della prossima stagione.
Zone DRS più corte
La nuova generazione di vetture a effetto suolo introdotta nel 2022 è stata studiata con l’intento di ridurre pesantemente la perdita di grip delle vetture nel seguire da vicino quelle che precedono. Dovuta alle turbolenze create in particolar modo dalle varie appendici aerodinamiche presenti sulle monoposto fino al 2021, questa ha spesso influenzato negativamente lo spettacolo in pista, riducendo il numero di battaglie corpo a corpo.
Ora, però, nel mondo F1 ci si è resi conto che per favorire lo spettacolo si è andati esattamente nella direzione opposta. Da molto complicati che erano, oggi i sorpassi sono diventati fin troppo facili e scontati, tanto da rendere il lavoro di chi insegue eccessivamente agevole. La prima soluzione, stando a quanto riportato dalle testate inglesi, al vaglio dei tecnici comandati da Nikolas Tombazis, sarebbe molto semplice.
Si tratterebbe di accorciare le zone di apertura del DRS in molte delle piste all’interno del Mondiale. “In alcune gare potrebbe essere necessario ridurre le zone DRS. Non vogliamo che i sorpassi siano, come diciamo noi, inevitabili o facili. Deve comunque essere una battaglia in pista”, ha dichiarato l’ingegnere di origine greche.
Sorpassi troppo facili?
Ora, può sembrare incredibile, ma la soluzione trovata più di dieci anni fa per riportare i sorpassi in pista oggi si ritorce verso i suoi creatori. Con la nuova generazione di vetture, infatti, ci si è resi conto che il sistema di riduzione del drag fondamentalmente impedisce a chi è davanti di difendersi in qualsiasi maniera corretta, a meno che la potenza della sua power unit sia molto maggiore di chi lo segue.
Tutto ciò non aumenta per nulla lo spettacolo, anzi lo rende incredibilmente artificioso e per nulla avvincente: all’inizio del rettilineo si sa benissimo chi uscirà davanti alla curva successiva. Accorciare le zone DRS non può che risultare così un mero palliativo, e difficilmente potrà portare i risultati sperati.
Missione avvicinamento (per ora) fallita
Dopo la stagione 2022 possiamo notare come la reintroduzione delle vetture ad effetto suolo abbia da una parte raggiunto i propri scopi, ma dall’altra assolutamente non vi sia riuscita. Partiamo dalle buone notizie. Il fatto che si cerchi una maniera per arginare il numero di sorpassi in gara è la conferma che non è più così in complicato stare in scia a chi precede. Questo è sicuramente un dato positivo, pur con tutte le problematiche discusse in precedenza. In realtà, non pare essere così lontana l’abolizione in toto del DRS, come qualcuno aveva già pronosticato.
C’è però un fatto: al momento della presentazione, la F1 aveva chiaramente pronosticato un netto riavvicinamento delle prestazioni tra i team, dopo anni di dominio Mercedes. Ecco, questo non è avvenuto, anzi. La situazione è stata per lungo tempo del Mondiale speculare a quanto visto in passato, con una scuderia nettamente superiore (Red Bull), un’altra che in qualche modo ne ha avvicinato le prestazioni (Ferrari), e tutti gli altri dietro a giocarsi le posizioni di rincalzo. Il recupero finale delle Frecce d’Argento non può avere la valenza di un ritorno al top.
È su questo che forse si dovrebbe lavorare, ammesso che sia possibile. La mancanza di spettacolo nelle zone nobili della classifica spesso non dipende da DRS o altre diavolerie artificiali, ma dal gap delle prestazioni tra i top team e il resto del mondo. Ma attenzione: il motorsport è anche questo, e spesso la storia della F1 è stata segnata da veri e propri domini da parte di questa o quell’altra scuderia. Il riavvicinamento delle prestazioni, e quindi l’incremento dei sorpassi in pista, deve avvenire in modo “naturale”, senza forzature esterne, altrimenti il tutto risulterebbe ancora una volta manipolato.
Nicola Saglia