F1 | GP Ungheria: Ferrari, sconfitta che fa male
Ritenuta da tanti la favorita alla vittoria del Gran Premio d’Ungheria, la Ferrari lascia Budapest a mani vuote e per la seconda volta consecutiva, dopo la Francia, vede festeggiare Verstappen e le Mercedes. È uno schiaffo morale difficile da digerire per la Rossa che puntava ad una doppietta alla vigilia. Invece, gli errori di strategia e una performance deficitaria nel finale hanno portato a quella che è, a tutti gli effetti, una disfatta. E così la Scuderia andrà in vacanza dovendo riflettere su una serie di errori che stanno portando questa stagione ad avere i contorni di un fallimento totale. Leclerc lascia l’Ungheria a 80 punti da Verstappen nella classifica Piloti, la Ferrari deve guardarsi dalla Mercedes nei Costruttori visti i soli 10 punti di vantaggio.
FERRARI CEDE ALLA PRESSIONE DEI RIVALI
Quella dell’Ungheria è sembrata una Ferrari in totale balia delle decisioni altrui e mai padrona delle proprie scelte e del proprio destino in pista. La Rossa ha ceduto alle scelte fatte dalla Red Bull che con Verstappen è stata autrice di una strategia semplicemente perfetta, in particolare con la scelta di attuare, con il secondo stop, un undercut estremamente aggressivo con un nuovo set di medie. Una decisione che ha, in qualche modo, scombinato i piani della Ferrari, che per coprirsi ha fermato Charles Leclerc al giro 39 per il suo secondo stop nel quale ha montato gomme hard. Un momento decisivo, in negativo, per la gara del monegasco, mangiato in poco tempo da Verstappen che da lì si è involato verso la vittoria nonostante un 360 senza conseguenze. Risulta incomprensibile la decisione della Ferrari di mettere a Leclerc una mescola che sia con Alpine sia con McLaren non andava, alla luce del fatto che lo stesso Leclerc aveva chiesto di allungare il secondo stint. Lasciato in balia anche della Mercedes, la Ferrari ha fatto ammenda fermando di nuovo Leclerc.
Una terza sosta improvvisata a meno di 20 giri dalla fine per un set di gomme rosse non gli ha comunque permesso di andare oltre un 6° posto finale ampiamente deludente e impronosticabile a metà gara. “Non sono contento per niente”, ha detto Leclerc a Sky Sport. “Il passo nel primo stint e nel secondo con le medie c’era, avevo chiesto di andare lungo. Abbiamo preso una decisione diversa, andando sulle Hard, e lì abbiamo perso tantissimo tempo”.
SAINZ CONDIZIONATO DAI PIT STOP
Se da una parte il risultato è da imputare a scelte sbagliate, dalla parte del box di Carlos Sainz la gara è stata più convenzionale a livello di strategia, con una scelta di andare su gialla-gialla-rossa. Ciò però non è bastato allo spagnolo, che ha chiuso quarto al termine di un GP condizionato da pit stop lenti in entrambe le occasioni in cui si è fermato. Un paio di secondi di troppo a stop non hanno permesso a Sainz di ritrovarsi in situazioni più vantaggiose e sono costati almeno un podio. “Per me oggi è chiaro che qualcosa non è andato a dovere. Ieri in qualifica non abbiamo dominato, oggi con ancora più freddo abbiamo fatto un ulteriore step indietro”, ha detto Sainz. “Con me nessuna mescola andava, neanche la Soft. Andando così anche la strategia è difficile. Con il primo stop potevamo fare l’overcut su Russell e da lì mi sarei trovato in testa, ma lo stop è stato lento. La delusione è grande, dopo venerdì pensavamo di dominare il weekend, il meteo ha condizionato qualifiche e gara e ciò ci ha condizionato con il bilanciamento”.
BINOTTO: “LA MACCHINA NON ANDAVA”
Per il Team Principal della Ferrari Mattia Binotto la sconfitta di Budapest di oggi non è però da imputare ad una scelta di gomme sbagliata. Anzi, Binotto punta il dito contro la prestazione delle due F1-75 crollate in classifica negli ultimi 30 giri di un GP che stava inizialmente prendendo la strada di Maranello prima del famigerato secondo stop di Leclerc che ha spaccato gli equilibri. “Tutti si aspettavano un risultato diverso, noi per primi”, ha commentato Binotto a Sky Sport dopo la gara. “Di base la vettura non ha funzionato come speravamo, è evidente. Sento parlare di strategia: non sono stati problemi di strategia ma la macchina non andava. Sainz aveva fatto la strategia di Hamilton e Lewis ha chiuso secondo. In queste condizioni la macchina non ha funzionato. Quando una macchina non funziona puoi mettere le gomme che vuoi ma non funziona. Se la macchina ci fosse stata, non avremmo parlato di scelta di gomme. Di base la macchina non ci ha dato respiro per fare quello che volevamo. Cercheremo di analizzare perché la macchina non ha avuto il passo giusto. Oggi non ha funzionato per come l’avevamo vista venerdì e per come l’avevamo vista all’inizio della stagione”. Binotto ha poi svelato qual è stata la logica dietro la scelta della gomma hard per Leclerc, ammettendo però che la scelta sia stata sbagliata. “Sapevamo che ci sarebbero stati 2-3 giri di warm-up con la gomma dura. Dalle nostre analisi dopo 9-10 giri le dure dovevano iniziare a rendere. Su uno stint di 30 giri sapevamo che questi sarebbero stati i più difficili e nel finale rispetto alla media avremmo dovuto ritornare. Sul perché non sia andata così dovremo analizzare le prestazioni della vettura”, ha spiegato. “Con Leclerc abbiamo pensato di difendere la posizione con l’obiettivo di potercela giocare, la scelta della bianca è stata sbagliata ma per prima cosa il problema è da imputare alla prestazione della vettura”.
TUTTO DA RIVEDERE
Dalla voglia di rivalsa della Francia al morale sotto i tacchi dell’Ungheria: Ferrari deve prendere Budapest come insegnamento e come necessario punto di svolta. Dal Belgio è obbligatoria un’attitudine differente per tenere fede al proposito di provare a vincere tutte le prossime gare in calendario. Con una Red Bull ormai lontana anni luce e con una Mercedes che nei Costruttori è pericolosamente vicina, non sono ammessi altri passi falsi. È una stagione che è già un rimpianto: Ferrari deve avere l’obbligo morale di non farla diventare un calvario lungo altri 3 – intensi – mesi.
Mattia Fundarò