Max Verstappen è campione del mondo di Formula 1 nel 2023, per la terza volta in carriera. Il successo è arrivato al termine della Sprint Race del GP del Qatar, dopo un secondo posto conquistato in rimonta. Ripercorriamo la cavalcata del pilota olandese della Red Bull in campionato.

Il ritratto del campione

Il mondiale è arrivato in controtendenza rispetto al resto della stagione. Con un secondo posto, nella Sprint Race del Gran Premio del Qatar, in una delle poche occasioni in cui non ha concluso una sessione ufficiale al primo posto. Una piccola pecca nella gioia della festa, che probabilmente per un ragazzo così competitivo come Verstappen sarà stato anche un piccolo dispiacere. Poco importa comunque: per una volta può andare bene così.

"Un ragazzo", abbiamo detto. Perché, spesso lo dimentichiamo, Max Verstappen è ancora giovanissimo. Il fatto che sia stato messo su una F1 a 17 anni e che abbia già nove stagioni sul groppone tende a farcelo sembrare più vecchio, ma questo pilota che sta scalando l'Olimpo della Formula 1, gara dopo gara, ha solo 26 anni, compiuti la settimana scorsa. Ha affiancato Brabham, Stewart, Lauda, Piquet, Senna e adesso ha il suo sguardo rivolto in alto, verso Vettel, Prost, Fangio, Hamilton e Schumacher. E sembra intenzionato a volerli raggiungere a breve, quantomeno nel minimo numero di anni che serviranno per farlo.

Il ragazzino che terrorizzava la griglia con manovre al limite, a volte in senso positivo, a volte in senso negativo, ha ceduto quel limite ad un uomo risoluto. Il mondiale conquistato nel 2021, seppur in maniera rocambolesca, sembra avergli donato l'ultimo step che mancava verso la piena maturità agonistica: di fatto sin dalla scorsa stagione è sempre stato quasi perfetto. Difficile trovare un errore degno di nota, una sbavatura, un momento di dubbio: Max Verstappen in questo momento è nel suo pieno stato di forma e, anche se non abbiamo ancora visto le vetture del 2024, sappiamo già che sarà il favorito e che batterlo sarà complicato.

Una stagione stellare

Certo, si potrebbe dire che con quella Red Bull sarebbero capaci tutti a fare bene. Vero, la superiorità del suo mezzo sicuramente l'ha aiutato, facilitandogli l'impresa. Ma non la guidava solo lui e molto spesso Sergio Perez ha messo in mostra la differenza tra un buon pilota e un campione. Dal canto di Verstappen, non ha sbagliato praticamente niente e anche nell'unico momento di buio della squadra, Singapore, è riuscito comunque a fare la differenza, chiudendo quinto mentre Perez era solo nono.

E dire che a inizio stagione sembrava che Perez potesse provare quantomeno ad essere più vicino a Verstappen. Le vittorie di Jeddah e Baku avevano illuso che potesse essere in grado di reggere il colpo, ma la verità è che solo una serie di sfortunate coincidenze avevano tenuto a galla il messicano. Il mondiale non è stato deciso oggi, con Perez nella ghiaia e Verstappen in mezzo al sorridente duo McLaren: il mondiale si è deciso a Miami, con il sorpasso ai danni del messicano, quando questo poteva avere la possibilità di salire in testa al mondiale. In quel momento, di fatto, la sfida, se mai c'è stata, è finita lì. Da lì è iniziata una sequela di dieci vittorie consecutive fino a Monza, quasi tutte dominate e senza possibilità di replica. D'altro canto, Perez ha messo in campo una serie di errori che ora mettono a rischio quella che, prima della pausa estiva, sembrava poter essere una comoda seconda posizione, obiettivo minimo. Forse, la stagione del messicano dovrebbe rivalutare quanto fatto da Verstappen.

Ora occhio al 2024. Anche se mancano ancora ben sette gare alla fine, compresa quella di domani. 2024 in cui, allo stato attuale delle cose, sembra improbabile che questo Max possa deporre lo scettro tanto facilmente.

Alfredo Cirelli