Un timido sole accoglie i tanti appassionati che fin dalle prime ore del giorno prendono d’assalto i cancelli dell’Autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola. Una lunga teoria di cappellini, bandiere e magliette di diversi colori, tra cui ovviamente quello prevalente è il rosso. Non mancano comunque i sempre simpatici e folkloristici Orange, e neppure le Union Jack a sostegno di un Lewis Hamilton ancora alla ricerca di sé stesso e di una vettura all’altezza.

Una mattinata intensa… e bagnata

Il GP del Made in Italy e dell’Emilia-Romagna è il primo del 2022 sul suolo europeo, e tutte le categorie propedeutiche e di contorno sono coinvolte. I primi a calcare l’asfalto bagnato dalla pioggia notturna di Imola sono le giovani promesse della Formula 3, intorno alle 9.00. In queste condizioni la pista sulle rive del Santerno nasconde insidie ovunque, e a farne le spese è, tra gli altri, il battistrada Maloney in ripartenza dalla Safety Car alla Rivazza 1.

A seguire, le Dallara motorizzate Mecachrome della F.2 scendono sulla pista che va sempre più asciugandosi. Salutata la vittoria di un ottimo Theo Pourchaire, bravissimo nella gestione gomme e strategicamente, è tempo di iniziare a prepararsi, perché lo start del GP si fa sempre più vicino. Il meteo, però, ha altri programmi; attorno a mezzogiorno, infatti, su quella fetta di Romagna che confina con l’Emilia, si scatena una specie di diluvio. A nulla servono gli ombrelli e gli impermeabili: un maledetto vento spinge le gocce praticamente in faccia ai tifosi assiepati alla Rivazza, proprio mentre le Porsche della Super Cup si schierano in griglia.

Le GT di Stoccarda sono sempre uno spettacolo da vedere in azione, anche in queste condizioni estreme. Tra i piloti, da sottolineare la presenza come guest star del maiorchino Jorge Lorenzo, cinque volte Campione del Motomondiale. Chiusa anche l’ultima gara di contorno, è veramente l’ora del Gran Premio, mentre la pioggia non accenna a diminuire e le temperature sono scese in maniera vertiginosa. Non sembra più la gara primaverile attuale, ma quella del 2020, corsa in tardo autunno con le foglie degli alberi ormai ingiallite.

La sfilata, e poi il via della gara

Nonostante la pioggia battente, la parata dei piloti non viene annullata e un’ovazione saluta il camion scoperto lungo tutto il circuito, con i piloti a ringraziare la marea di persone accorsa nonostante il meteo non certo favorevole. Da qui all’accensione dei motori, lo spazio è breve, ma fortunatamente c’è una bella novità: la pioggia smette di cadere, e sarà così fino alla fine della gara.

Il primo appunto all’organizzazione arriva ora: una volta suonato l’inno nazionale e passate le sempre spettacolari Frecce Tricolori, che senso ha tenere in filodiffusione musica da discoteca a tutto volume (peraltro a tratti imbarazzante), mentre i momenti in griglia sono tra i più emozionanti dell’intero weekend di gara? La sensazione è quella che si tenda sempre più a trasformare gli autodromi in enormi stadi, e questo ha delle conseguenze tutt’altro che positive.

Lo start, la gara difficile delle Rosse e la grande delusione

Che la gara di Imola non sarebbe stata semplice per Leclerc e Sainz era chiaro già da venerdì. Eppure, il via in seconda e quarta posizione degli alfieri della Rossa autorizzava i tifosi sulle tribune ad un cauto ottimismo. Il giro di formazione è qualcosa di impressionante: l’urlo dei supporters e i tanti fumogeni rossi accesi sono esperienze indescrivibili, da vivere almeno una volta nella vita.

Lo start, però, subito ridimensiona le aspettative dei ferraristi: i due partono malissimo, e Sainz finisce nella ghiaia al Tamburello, e la sua gara finisce subito. Leclerc, invece, è terzo dietro ad un Sergio Perez sempre brillante. La delusione, comunque, non blocca il tifo, che sembra voler spingere il monegasco all’assalto del pilota di Guadalajara; in alcuni casi, l’uscita dalla Rivazza dei due sembra poter premiare Charles, che però non ha lo spunto necessario per passare la Red Bull.

La gara scorre senza particolari intoppi, raccontata in filodiffusione da Boris Casadio, storico speaker di Imola. A una decina di giri dalla fine, il colpo di scena finale: Leclerc si gira alla Variante Alta, ripartendo sesto, ma lasciando senza fiato e parole i tanti tifosi Rossi. In realtà, le parole che si sentono sono tante, ma non certo riportabili sulle colonne di Livegp.it!

Applausi a Max, poi l’odissea del rientro

Alla fine, la doppietta e l’arrivo in parata delle Red Bull lascia un po’ di amaro in bocca, ma gli applausi a scena aperta all’olandese sono comunque meritati. Una gara perfetta la sua; alla Rivazza è l’unico sempre perfetto, mai una sbavatura, da vero Campione del Mondo.

“Eh ma Leclerc dove voleva andare, poteva accontentarsi!”, “Carlos è veramente sfortunato, sembra Alesi!”, “Che macchina la Red Bull, però…”. Questi e tanti altri i commenti che si sprecano verso l’uscita in tantissime lingue, con una prevalenza di quella cadenza romagnola tipica di queste zone.

La giornata si avvia verso la conclusione, ma per i fan c’è ancora un’amara sorpresa da affrontare, almeno per quelli auto-muniti. I posteggi sono in una condizione disastrosa; si tratta infatti di veri e propri campi e coltivati, resi quasi impraticabili dall’abbondante pioggia. In tanti rimangono impantanati, costretti a spingere il proprio mezzo.

Ecco, questo è un aspetto fondamentale su cui lavorare, insieme alla gestione del traffico post evento, magari prendendo esempio da quella macchina perfetta che è Monza: nel 2022, occorre avere un piano più articolato per la gestione del deflusso di 100.000 spettatori. Oltre a ciò, anche le tribune andrebbero un pochino riviste e ammodernate, visto che, comunque, il prezzo del biglietto resta alto.

Peccato per il risultato finale, ma resta un dato di fatto: la Motor Valley ha mostrato ancora una volta di essere all’altezza della F.1. Lunga vita a Imola, dunque; con le necessarie migliorie, il GP dell’Emilia-Romagna sarà un appuntamento chiave per il Circus negli anni a venire!

Nicola Saglia