Stava portando a termine uno dei giri di qualifica più belli della storia della Formula Uno moderna Max Verstappen. Per battere il rivale Hamilton, l’olandese stava spremendo tutto il potenziale della sua Red Bull tra i muretti di Jeddah; gli stessi muretti che lo hanno tradito quando ormai mancava solo l’ultima curva.

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Lewis velocissimo, serve dare il massimo

Quando Hamilton ha fatto segnare il tempo di 1:27.511, in molti hanno pensato che la qualifica fosse finita. Sembrava un giro imbattibile per tutti, tranne che per Max Verstappen. L’olandese, che aveva comandato la classifica in FP3, era però ben conscio della necessità di un giro perfetto, un vero e proprio capolavoro.

Sin dalle prime curve, Max ha imposto un ritmo indiavolato, sfiorando il muretto già in uscita da curva 4. Al T1, il crono si è fermato sul 31.900, il riscontro più veloce del weekend in quel settore. Il secondo tratto della difficile pista saudita era ancora più a vantaggio della Red Bull, mostruosa nei rapidi cambi di direzione, e alla successiva fotocellula il vantaggio di Verstappen su Hamilton era superiore ai due decimi.

A vederlo guidare in questo modo, Max è sembrato essere quasi in uno stato di trance totale, un tutt’uno con la sua macchina. Al di là delle tifoserie, era veramente un giro mostruoso, di quelli in grado di consegnarlo direttamente alla storia, o, meglio, alla leggenda. Purtroppo, però, in queste situazioni, basta pochissimo per passare dalle stelle alle stalle.

Alla staccata dell’ultima curva, infatti, Verstappen è arrivato lungo, bloccando l’anteriore sinistra; lo sporco poi, sommato alla sua voglia di prendersi quella pole, ha fatto il resto. Quando è andato sul gas fuori traiettoria, infatti, le gomme posteriori non hanno retto la potenza scaricata a terra, andando a pattinare facendogli perdere il controllo della vettura e a sbattere contro il muretto. Sessione finita, e terzo posto in griglia da potenziale pole position.

Un errore che può pregiudicare una stagione

“È stato un errore terribile, arrivato nel momento peggiore possibile”, ha dichiarato Verstappen alla fine della qualifica. Alla frustrazione e alla delusione, si va ad aggiungere la possibilità di dover sostituire il cambio, visto che l’urto è avvenuto proprio nella parte posteriore. Questo aggiungerebbe cinque posizioni alla sua prestazione, facendolo partire in ottava piazza, un vero e proprio incubo.

Ora, a due gare dalla fine, con soli otto punti di distanza dal rivale che partirà primo, è inutile negarselo: questo errore può costare la stagione a Max. E non si tratta solo di cifre, ma di stati emotivi che i piloti, come ognuno di noi, vivono e, a volte, subiscono. Quando andrà ad analizzare quanto successo, Max si accorgerà che l’errore è arrivato quando aveva già tre decimi di vantaggio su Hamilton; quindi, in un momento in cui non era proprio necessario spingere così tanto. Certo, a posteriori è tutto molto facile, ma in una lotta Mondiale anche questi sono fattori importanti da sottolineare.

Attenzione, però, perché l’ultima parola, in un campionato come quello che stiamo vivendo, è ancora tutta da scrivere. Soprattutto, la variabile più importante è data dalla pista. Jeddah è una new entry che si è rivelata essere tosta, bella da guidare, ma dove l’errore e l’incidente sono dietro l’angolo (chiedere a Max per conferma). Su un tracciato del genere, in gara tutto può succedere, specialmente nelle prime fasi; Safety Car, Virtual, doppiaggi, contatti indesiderati…

La prima cosa che dovrà fare Verstappen sarà, per una buona volta, stare lontano dai guai, e attaccare i rivali con intelligenza e lucidità, aiutato in questo dal suo muretto, che domani dovrà essere a dir poco impeccabile. E poi, chissà, magari mostrare i muscoli in un corpo a corpo finalmente pulito, in cui nessuno dei due rivali finisca contro le barriere!

Nicola Saglia