F1 | GP Arabia Saudita, gara: Safety Car, ecco perché è entrata in pista
Sul tracciato di Jeddah la probabilità che la Safety Car entri in pista durante il Gran Premio d’Arabia Saudita è prossima al 100%. La gara di oggi, però, ha rischiato di fare abbassare vertiginosamente questa percentuale, se non fosse stato per la vettura di Stroll ferma all’esterno di curva 8. La decisione del Direttore di Gara Nils Wittich, però, ha lasciato perplessi gli addetti ai lavori.
Stroll fermo, entra la vettura di sicurezza
Alcuni passaggi dopo aver effettuato la sua sosta ai box, Lance Stroll inizia ad accusare problemi alla sua Aston Martin. Al 18° giro, poi, gli viene insistentemente chiesto di fermare la vettura in un luogo sicuro lungo la pista, senza rientrare ai box, a causa di un pesante problema ai freni anteriori. Il canadese si è andato quindi a fermare all’esterno di curva 8, il lungo tornante di richiamo, infilando la vettura esattamente all’interno di una delle aperture contrassegnate in arancione.
Al Direttore di Gara, però, questo non basta, e decide di mandare in pista la Safety Car, e non solo di esporre la bandiera gialla nel settore interessato. La scelta viene giustificata sottolineando che “non era possibile mandare in pista un mezzo pesante per spostare la monoposto”. Spiegazione quantomeno bizzarra, dal momento che in realtà non è stato necessario nessun mezzo particolare, ma è bastato che i commissari di percorso spingessero a mano la vettura, peraltro spostandola di pochissimo.
Stroll, infatti, aveva trovato il varco giusto per infilarsi, reagendo alla perfezione ad una situazione che certamente poteva risultare pericolosa se avesse lasciato l’Aston Martin in una posizione non sicura. Così però non è stato, e per questo motivo la scelta di far entrare la Safety Car ha lasciato perplessi.
Una decisione controversa
C’è un fatto da sottolineare: la Safety Car non ha certo alterato quelli che erano i valori in campo a Jeddah. Tuttalpiù ha leggermente velocizzato la rimonta di Verstappen fino al secondo posto, cosa che però sarebbe avvenuta con solamente qualche giro di ritardo, numeri alla mano.
Però, attenzione: questo non significa che non occorra rifletterci sopra. Perché, come già sottolineato, Stroll ha parcheggiato la sua vettura quasi interamente all’interno di uno di quegli spazi delimitati in arancione sulle barriere, che sono proprio quelli in cui fermarsi in caso di guasto. L’Aston Martin del canadese necessitava solo di un leggero spostamento in avanti, avvenuto peraltro abbastanza velocemente, dal momento che la vettura di sicurezza è stata rimossa solo un paio di giri più tardi.
Quindi, la domanda sorge spontanea: perché fare entrare la Safety Car? L’episodio è alquanto discutibile: tirare in ballo l’alibi del mezzo pesante per spostare la vettura è un argomento risibile, che stona palesemente con le immagini viste.
Eccesso di sicurezza o ricerca dello show a tutti i costi?
Perché mandare in pista la Safety Car, dunque? Un eccesso di sicurezza potrebbe la risposta indicata, anche se fuori luogo. La situazione, infatti, era tutto meno che pericolosa, dal momento che Stroll, come già spiegato, ha posteggiato all’interno di uno degli spazi indicati, lasciando totalmente libera la pista e anche la via di fuga.
Più che di sicurezza, dunque, bisogna parlare probabilmente di un’eccessiva tendenza a creare lo spettacolo sparigliando le carte. Si tratta di una vera e propria onda lunga dell’effetto Netflix che sta imperando nel paddock da qualche anno a questa parte. Una ricerca spasmodica dello spettacolo a tutti i costi, cosa che la ripartenza dietro Safety Car sicuramente porta sempre.
Una cosa viene a mancare, ancora una volta: la credibilità di chi gestisce il Circus. Il rischio è una parte fondamentale delle gare, cercare di eliminarlo a favore di uno spettacolo creato artificialmente è lo specchio dei tempi, ma non è certamente positivo.
Un’altra giornata difficile per la Direzione Gara, dunque, che da qualche anno sembra aver perso la bussola. Una domanda sorge spontanea: ma quegli spazi segnati in arancione, a cosa servono?
Nicola Saglia