La Ferrari ha iniziato il campionato 2023 di F1 pagando un evidente gap prestazionale nei confronti di Red Bull e, a breve giro, ha visto le dimissioni di una figura tecnica con un alto posizionamento nell'organigramma di Maranello. La stagione 2023 è appena partita, ma la fuoriuscita di David Sanchez solleva il velo su un problema più ampio della scuderia di Maranello.

David Sanchez verso altri lidi

Secondo quanto appreso ieri, il responsabile del "vehicle concept", David Sanchez, membro molto apprezzato dell'organizzazione tecnica del team, ha rassegnato le dimissioni dalla Ferrari. La scuderia e il diretto interessato non hanno rilasciato dichiarazioni a riguardo, tuttavia i rumors parlano di un transito del tecnico verso una scuderia inglese, ovviamente dopo aver esaurito il periodo di garden leave. Sanchez ha prestato servizio in Ferrari per dieci anni, dopo aver coperto il ruolo di responsabile dell'aerodinamica in McLaren sempre per la F1.

Pare che le dimissioni non abbiano una correlazione con l'avvio di campionato 2023, tuttavia questo episodio lascia la Ferrari con un posto libero "pesante" nel momento in cui bisogna impostare lo sviluppo della vettura. David Sanchez ha avuto un ruolo di rilievo nel rilancio della Ferrari nell'era turbo-ibrida, soprattutto in tandem con il team tecnico di James Allison e Simone Resta, e poi ha lavorato nella struttura organizzativa senza direttore tecnico dell'era Binotto. La sostituzione diventa dunque un evento chiave, viste le tempistiche e vista l'organizzazione dei ruoli.

Chi sarà il sostituto?

Con chi sostituire David Sanchez? Domande semplici portano quasi sempre a risposte difficili. Considerato il momento, in Ferrari giocoforza dovranno promuovere qualcuno che lavorava alle dipendenze di Sanchez, quantomeno per garantire una continuità nei metodi e procedure. Il discorso, però, deve avere un respiro più ampio, perché prima bisogna considerare se la struttura attuale, praticamente senza DT, funzioni come desiderato, poi bisognerà capire se non convenga "fare la spesa" per qualche tecnico di rilievo proveniente da altre scuderie così da coprire questa vacanza in un ruolo chiave.

Vasseur dovrà lavorare attorno ad una quadratura del cerchio e la problematica principale rimane correlata al dialogo (in funzione delle scelte) con la dirigenza della Scuderia, ovvero Vigna ed Elkann. Fino ad oggi, parlando del 2023, non abbiamo "sentito" la voce del Presidente che, tra le altre cose, non ha presenziato al debutto della SF 23. Il posto vacante di Sanchez non solo pone un problema immediato dal punto di vista pratico, ma rende necessarie delle decisioni strategiche che giocoforza andranno prese ai "piani alti".

Migliorare nell'immediato

Per quanto riguarda l'immediato, in Ferrari bisognerà lavorare sul miglioramento della SF 23 soprattutto in termini di passo gara. Una crescita che dovrà passare, per forza di cose, anche dallo sviluppo aerodinamico della monoposto. Subito dopo il GP del Bahrain, Vasseur ha dichiarato che la Ferrari non deve andare nella direzione di un cambio radicale del concetto base della vettura (come ventilato in Mercedes).

Il team principal Ferrari ha avuto modo di dichiarare: "Non ho mai visto una macchina in grado di eguagliare il ritmo di un'altra in qualifica e non farlo in gara. (...) Si tratta di una questione di assetto e di alcune scelte sulla macchina. Ma non è affatto una questione di concetto." Sicuramente Vasseur ha più dati a disposizione di noi per dare una base alla sua dichiarazione, tuttavia la storia recente della Ferrari in F1 ha sottolineato una lunga teoria di monoposto molto aggressive sul consumo delle gomme.

Quali cause?

Fondamentalmente, se la Ferrari riesce ad eguagliare le prestazioni di Red Bull in qualifica, per quanto bisogna sottolineare che un'asserzione del genere sia figlia di un discreto cherry-picking (dati cronometrici del Bahrain alla mano), ma non in gara, vuol dire che la SF 23 soffre il carico di carburante. Questa "sofferenza" va a riverberarsi sul consumo delle gomme, più accentuato sulla vettura di Maranello.

Teoricamente (per quanto il concetto risulti banale) aerodinamica e meccanica hanno un impatto su questo comportamento della vettura. Dal punto di vista aerodinamico possiamo ravvisare una differente impostazione di concetto, che va a determinare i valori di carico generati e la posizione del centro di pressione. Nel 2022 la monoposto di Maranello generava più carico, mentre la monoposto di Milton Keynes "ragionava" di più sull'efficienza e sul lavoro svolto dal fondo vettura.

Dal punto di vista meccanico, probabilmente dobbiamo indagare il ruolo ed il lavoro effettuato dallo schema delle sospensioni, posto che le nuove direttive sulla flessione dei fondi hanno messo le vetture su uno stesso "pianeta". Lo schema di sospensioni differisce tra le due scuderie e la SF 23 ha subìto un grosso lavoro di aggiornamento rispetto al modello precedente.

Un problema più "ampio"

In altre parole, il problema prestazionale della Ferrari in F1 deve trovare risoluzione su più "piani" tecnici e difficilmente si tratta di un mero affinamento di assetti e bilanciamenti. Dal punto di vista aerodinamico, chi sostituirà Sanchez dovrà prendere in mano tutto il lavoro portato avanti fino ad oggi e sviluppare su quanto già instradato. Per questi motivi in Ferrari dovranno prendere delle decisioni strategiche sul personale e la sostituzione di Sanchez potrebbe rivelarsi marginale rispetto alla necessità di una leadership tecnica generale, necessaria per mettere insieme tutti i "pezzi" che compongono il progetto di una vettura.

Luca Colombo