F1 | Domenicali e le prove libere che...non s'hanno da fare
Le dichiarazioni di Stefano Domenicali a proposito della cancellazione delle prove libere nei weekend di gara sono destinate a far discutere ancora per lungo tempo. Il CEO di Liberty Media, intervistato durante il Gran Premio del Portogallo, prima tappa del Motomondiale 2023, ha ribadito la propria volontà di modificare radicalmente quelli che sono i format attuali in Formula 1. Parole che hanno sollevato un vero e proprio polverone, come spesso accade ormai da qualche tempo quando parla il manager imolese.
“Proporrò di modificare i format dei weekend”
Stefano Domenicali è stato intervistato, tra gli altri, da Sky Sport MotoGP durante la gara di Portimao. In veste di ospite, ha voluto fare i complimenti all’organizzazione del Motomondiale, che proprio da questa stagione ha introdotto la gara sprint il sabato per tutti i propri eventi. Ma, come è ben noto, non si è limitato a questo: ha voluto anche delineare quella che sarà una delle proposte per rivoluzionare anche la F1.
“Stiamo già lavorando per modificare qualcosa in questo senso”, ha dichiarato Domenicali. “Questa sarà la mia proposta nelle prossime riunioni che avremo. Ogni volta che le monoposto scenderanno in pista deve esserci qualcosa per cui vale la pena lottare”. A proposito delle sessioni di prove libere, ha poi aggiunto: “Interessano solo agli ingegneri, non al pubblico”.
Dichiarazioni che, ovviamente, hanno creato parecchi malumori. Ma non sono certo una novità. Già alcuni mesi fa, infatti, vi avevamo dato conto di parole molto simili da parte del manager italiano, che però in più aveva anche ipotizzato l’assegnazione di punti supplementari nelle sessioni.
Contro ogni logica sportiva, ma non economica
Ora, il punto è già stato ampiamente dibattuto, ma occorre evidentemente tornarci. Se certe cose le avesse dette Chase Carey, il predecessore di Domenicali, uomo fino al 2017 totalmente a digiuno di gare, pazienza. Lo statunitense era un uomo che badava evidentemente molto più al fattore economico che non a quello sportivo.
Ma, dette dell’ex team principal Ferrari, hanno tutto un altro sapore, per di più amaro. Perché vanno contro ogni logica di questo sport, che Domenicali dovrebbe conoscere, e per questo difendere, molto meglio di coloro che lo hanno preceduto. Invece, la necessità di avere sempre più una Formula Netflix facile da vendere sta offuscando lo sguardo di coloro che dovrebbero essere i garanti di tutti, in primo luogo dei tifosi.
C’è anche un altro aspetto da considerare. Mandare in pista piloti e macchine subito a lottare per i punti, senza poter provare prima, è maledettamente pericoloso. Assetti sbagliati, condizioni non sicure del tracciato (come accaduto anche negli ultimi anni) e tanti altri piccoli particolari che oggi vengono segnalati per tempo dagli stessi piloti, non potranno più essere corretti. Perché se stai tirando per fare il tempo, ti prendi rischi in più, che potrebbero avere conseguenze anche molto pesanti.
Che pubblico si cerca?
C’è poi da smascherare (e sinceramente dispiace) una delle bugie più colossali degli ultimi anni. “Le prove libere interessano solo agli ingegneri, non agli spettatori”. Verrebbe da ridere, se non l’avesse detto Domenicali, perché sembra una di quelle frasi sentite tra astanti di un bar di provincia, e neanche particolarmente brillanti nelle argomentazioni, se è concesso.
Dire che interessano solo agli ingegneri, è ingiusto in primo luogo verso gli stessi tecnici, che in quei momenti stanno lavorando alacremente per ottenere il miglior risultato possibile in gara. In secondo luogo, è tremendamente scorretta verso quei fans veri (e che forse danno fastidio), che in pista ci vanno già al venerdì, spendono soldi a palate per farsi un weekend in pista e vedere chi è il pilota con il piede più pesante, non quello che apre prima il DRS o quello più bravo a fare le stories su Instagram.
Ormai è chiaro, a Liberty Media e Domenicali questo tipo di appassionati interessa sempre meno, per non dire...zero assoluto. L’importante è andare a colpire quello che è il pubblico da serie Tv, disposto a spendere migliaia di euro (o dollari) pur di farsi un selfie con un pilota o, peggio ancora, con una delle tante star che affollano i paddock. Con buona pace dello sport. Intendiamoci, che la F1 sia in primis questione di soldi lo sappiamo da anni, ma questa deriva da social è assolutamente disgustosa.
Liberty più potente della FIA
In tutto questo, va innestata la lotta di potere che negli ultimi tempi si è creata tra Liberty Media e la Federazione Internazionale. Che, per inciso, sta perdendo sempre più potere e, di conseguenza, credibilità, dentro e fuori dalla pista. La rinuncia ad avere voce in capitolo e la conseguente scomparsa dai radar stile Chi l’ha visto? del presidente Ben Sulyem sono segnali ben chiari.
In pratica, Domenicali e Liberty hanno vinto la partita, almeno per il momento, contro la FIA. E questo significa che il rischio di veder implementate tutte quelle belle idee prima descritte, è sempre più alto. A questo punto, gli ultimi a potersi opporre, e di conseguenza imporre, potrebbero essere team e piloti. Ma, lo sappiamo bene, anche loro guarderanno in primis ai tornaconti e poi, forse, al bene dello sport.
Insomma, le dichiarazioni di Domenicali spaventano, ma allo stesso tempo hanno il merito di darci ancora una volta un’idea precisa di dove stia andando la F1. E, al momento, la direzione presa sembra essere tutto, fuorché quella auspicata dai veri innamorati di questo sport.
Nicola Saglia