F1 | 70th anniversary GP, analisi tecnica: a Silverstone cercando il riscatto
Dopo meno di una settimana la F1 riparte da Silverstone per l’esame di recupero... e con materiale interessante per la nostra analisi tecnica. Complice la doppia trasferta sul suolo inglese, molti team possono sperimentare assetti e soluzioni per cercare di incrementare le prestazioni delle rispettive monoposto. La parità di circuito e di condizioni atmosferiche giocano un ruolo fondamentale per massimizzare la conoscenza e lo sviluppo delle vetture. Il tracciato di Silverstone finora è sempre stato considerato un circuito da medio carico ma, come abbiamo visto la settimana scorsa, molti team hanno scaricato oltremodo gli alettoni portandoli a carichi prossimi a quelli di Monza.
Complice le gomme Pirelli di mescola più morbida, i team hanno spinto ulteriormente affidandosi al grip meccanico nei curvoni in appoggio. Tutto a vantaggio della velocità di punta e della bassa resistenza all’avanzamento. Un ruolo importante lo rivestirà anche la Power Unit, con il gas spalancato per il 70% del tracciato, e la parte elettrica chiamata a caricare e scaricare la batteria. Da tenere d’occhio il consumo del carburante, visto che la scorsa settimana la gara è stata interrotta da due safety car. Ma vediamo cosa hanno portato i team:
Mercedes
Ancora una volta la casa della stella ha ridimensionato gli avversari. Anche se una settimana fa a creare non pochi grattacapi sono stati gli pneumatici della Pirelli. Questa volta sulla W11 comparsa ai box si è potuto vedere un alettone posteriore ancora più scarico: il profilo principale è praticamente piatto, con un bordo d’attacco più sollevato (freccia gialla). Anche il flap mobile è a bassa incidenza e nella parte centrale presenta un intaglio a V accentuato (freccia rossa) per migliorare l’efficienza complessiva. Completa il tutto il monopilone di sostegno. Molto probabilmente questa soluzione, non la vedremo domenica, bensì in vista dei circuiti più veloci come Spa e Monza. (Foto: MercedesAMGF1)
Ferrari
Gli uomini del Cavallino sanno bene che quest’anno e il prossimo saranno avari di gioie, ma non per questo c’è motivo di alzare bandiera bianca. Sulla SF1000 continua la ricerca e lo sviluppo per trovare il bandolo della matassa di una monoposto nata con troppo carico e resistenza all’avanzamento. Il tormentone della versione B a muso stretto continua incessantemente, ma anche questo weekend non vedremo tale soluzione sulla Rossa, che tra l'altro meriterebbe un'analisi tecnica a parte rispetto a questa della F1 a Silverstone. Però le novità riguardano l’alettone anteriore rivisto in diversi componenti. Obiettivo migliorare l’efficienza aerodinamica ritornando alla filosofia degli ultimi anni. Il profilo principale ha un bordo d’ingresso rivisto con un andamento più sinuoso (freccia gialla) per accelerare i flussi nel sotto vettura. I flap superiori presentano una corda più ridotta, a beneficio della riduzione di resistenza aerodinamica (freccia verde), inoltre presentano un angolo di attacco minore (freccia azzurra) per aumentare il passaggio d’aria a favore della filosofia Outwash. Modifiche anche alle paratie verticali e al marciapiede con un ricciolo più marcato (freccia rossa). Continuano gli studi in presa diretta dei flussi: con numerosi sensori posizionati sul fondo piatto davanti gli pneumatici posteriori, nel corso del filming day. Mentre nelle prove libere sono apparse le telecamere posizionate nel retrotreno (nella foro le luci provenienti dal fondo vettura) per monitorare il comportamento degli pneumatici Pirelli e l’assetto del posteriore della monoposto. (Foto: @ScuderiaFerrari; @AlbertFabrega)
Red Bull
In Red Bull non si danno per vinti e, da seconde forze in campo, cercano in tutti i modi di conquistare almeno una vittoria. Sulla RB16, a distanza di una settimana, sono apparsi ulteriori aggiornamenti. Ad essere interessato, ancora una volta, l’alettone posteriore ancora più scarico. Il profilo principale presenta una forma sinuosa, ad ala di gabbiano, con una porzione centrale leggermente a cucchiaio (freccia verde) per poi scaricarsi verso le paratie verticali (freccia rossa). A corda ridotta anche il flap mobile (freccia azzurra) per ridurre il drag complessivo della monoposto. In Red Bull non si lascia nulla al caso e, per recuperare il divario della potenza dalla Power Unit Mercedes, si risponde con l’efficienza aerodinamica. Si è cercato di inglobare al meglio gli sfoghi sul cofano motore, dietro alla struttura dell’Halo (cerchio giallo), per non disturbate i flussi che scorrono sopra la carrozzeria e, al contempo, velocizzarli verso il retrotreno. (Foto: @AMuS; @redbullracing)
Racing Point
Dopo la multa e la penalità inflitta al team con base a Silverstone per la questione Copygate (leggi QUI), il team riparte da quanto di buono fatto vedere nel primo scorcio di F1 nel 2020: procediamo con l'analisi tecnica. Ciò che balza agli occhi è la differenza sull’anteriore fra la RP20 e la sua “musa ispiratrice” la W10. Infatti le geometrie delle sospensioni anteriori puntano più a ricreare un assetto Rake (o picchiato) a differenza di quello neutro della Mercedes. Inoltre si può notare che la vettura rosa monta l’S-Duct (cerchio azzurro), mai visto sulle frecce d’argento, per migliorare l’efficienza dell’asse anteriore della monoposto. Nel secondo round inglese si è visto sulla RP20 un nuovo alettone posteriore più scarico, dotato di un mainplane a cucchiaio (freccia verde) per incrementare la stabilità della monoposto nei tratti guidati. Il profilo del DRS presenta un intaglio a V centrale generoso per cercare di ridurre le pressioni in gioco. Il tutto è abbinato con la classica doppia Deck-Wing (freccia rossa) per cercare di mantenere un buon carico carico sull’asse posteriore. (Foto: @AMuS)
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Articolo e grafiche a cura di Michele Montesano