Dalla Calabria al 'Tempio della Velocità', la storia del team CLG Bloise Motorsport: "Diffondiamo la passione anche nel Sud Italia"
Castrovillari è una cittadina di circa 22mila abitanti della provincia di Cosenza, al confine con la Basilicata. Situata a circa metà strada tra il Mar Ionio ed il Tirreno, ha sempre vissuto il richiamo per il mondo dei motori in maniera forzatamente distaccata: l'autodromo più vicino (Binetto, in Puglia) dista esattamente 200 km, mentre bisogna percorrerne quasi 500 per arrivare fino a Vallelunga. Una situazione che, di fatto, ha spinto gli appassionati della calda terra calabrese a doversi concentrare sulle competizioni a livello locale: slalom, salite e poco altro. Eppure c'è chi, passo dopo passo, è riuscito nell'impresa di realizzare una struttura capace di presentarsi a testa alta ed in bello stile sui principali autodromi nazionali: Monza, Imola, Mugello e via dicendo.
Merito di Lucio Gioffrè, dottore commercialista con il pallino per i motori, il quale si è costruito dapprima una carriera come gentleman driver per poi diventare anche team manager della propria scuderia: la CLG Bloise Motorsport, impegnata con ottimi risultati nel corso della passata stagione nel Trofeo Super Cup di Giordano Giovannini. Ma come è nata questa passione in grado di portare lo stesso Gioffrè dal cuore della Calabria sino ai più importanti palcoscenici dell'automobilismo nazionale? A spiegarcelo è lui stesso: "L'amore per le corse è nato sin da quando ero piccolo, nonostante ci trovassimo in un territorio completamente privo di autodromi o strutture dedicate al motorsport. A 18 anni, appena presa la patente, acquistai la mia prima auto: una Golf GT. Con il passare del tempo poi, grazie anche alla crescita della mia attività professionale, ebbi l'occasione di allargare il parco vetture: realizzai il mio sogno acquistando una Porsche 996, anche se mi resi presto conto che per strada, al di là del piacere della guida, le potenzialità del mezzo ovviamente non potevano essere sfruttate".
Fu così che iniziarono i primi raduni di appassionati a livello locale: "Iniziai a prendere parte a questi ritrovi che consistevano in piccole gare di slalom e di accelerazione. Quando mi aggiudicai il primo posto assoluto in una di queste occasioni, decisi che avrei voluto qualcosa di più per soddisfare la mia passione: acquistai dapprima una Ferrari 360 Modena, quindi una F430 F1, iscrivendomi nell'ambito delle competizioni organizzate dai Ferrari Club Italia alle prime gare a tempo in pista. Partecipai quindi nel 2011 al campionato nazionale delle F430 classificandomi al primo posto, e togliendomi la grande soddisfazione di essere premiato a fine anno da Alonso e Massa in persona nelle premiazioni svoltesi a Maranello".
A mancare era ancora però la bagarre diretta in pista. Un'avventura nella quale Gioffrè decise di cimentarsi a partire dall'annata successiva: "Presi parte all'Ibiza Cup e per me fu come approdare in un mondo tutto nuovo. Si trattava di un campionato molto valido, con le gare trasmesse in diretta Tv e che richiedeva un approccio al week-end di gara completamente diverso rispetto a ciò a cui ero abituato. Disputai 2/3 gare il primo anno, mentre in quello seguente presi parte a quasi tutto il campionato sfiorando la vittoria a Magione. Una bella escalation di risultati che mi convinse a fare un ulteriore passo per trasformare questa passione in qualcosa di più".
E' a quel punto che Lucio decise di cambiare nuovamente categoria, passando al volante di una Renault Megane: "Partecipammo alla Coppa Italia del Gruppo Peroni nelle stagioni 2014-2015, fino a quando un incidente a Imola non pose fine anticipatamente al mio campionato. A fine anno acquistai una nuova Megane e con quella presi parte nel 2016 al medesimo trofeo, conquistando un paio di vittorie e diversi piazzamenti a podio. Insomma, la strada era ormai tracciata e l'anno seguente decisi di optare per il Trofeo Super Cup, un giovane campionato con grandi prospettive".
Il 2017 ha quindi visto Gioffrè conquistare il secondo posto assoluto nel Trofeo Super Cup, aggiudicandosi anche la vittoria nella classe GT. Ma è proprio al termine di quell'annata che matura un'importante decisione: fondare un proprio team. "Era il momento giusto per fare questo grande passo. Il team si sarebbe chiamato CLG Bloise Motorsport, riprendendo le mie iniziali (il nome completo è infatti Lucio Cosimo Gioffrè, ndr) e quello della famiglia Bloise, da sempre al mio fianco grazie al prezioso supporto di Alessio, Davide e José. Abbiamo quindi acquistato un bilico per il trasporto dei mezzi, visto che della nostra famiglia sono entrate a far parte dapprima una Clio Cup 1.6 Turbo portata in gara da Pino Severino e subito dopo anche una Porsche 991 GT3 3.8. Con quest'ultima, dopo aver collezionato diversi piazzamenti a podio nelle prime gare, ho purtroppo subito un brutto incidente a Imola causato da un doppiato che mi ha costretto ad interrompere anticipatamente la stagione. Ma ci siamo rimboccati le maniche e, oltre ad aver riparato la vettura, abbiamo lavorato in vista della prossima stagione".
L'ultima apparizione in ordine di tempo del team in pista è stato al Trofeo del Levante svoltosi a Binetto, con il giovane esordiente Benny Strignano al volante della Megane Trophy. Un antipasto di ciò che vedremo nel 2019? "Al momento stiamo definendo il programma agonistico per la prossima stagione. Di certo, il nostro obiettivo per il futuro è quello di contribuire a diffondere la passione per il motorsport anche nel Sud Italia, dando magari a dei giovani piloti l'opportunità di cimentarsi al volante delle nostre vetture e provare l'esperienza in pista. Già a Binetto abbiamo registrato moltissimo interesse e curiosità, con oltre 200 persone presenti nella nostra piccola hospitality e tante richieste di informazioni. Un sogno reso possibile e che continua grazie anche ai nostri sponsor che credono in questo progetto. Sono fortemente convinto che anche nel Meridione si debba investire in infrastrutture: la passione non manca, ma l'assenza di autodromi equivale ad avere un pallone senza un campo da calcio". E la storia è ancora tutta da scrivere...
Marco Privitera