La recente scomparsa di Fausto Gresini è una ferita aperta nel cuore degli sportivi e non solo: tristezza ed incredulità continuano a procedere a braccetto. Il funerale a porte chiuse, per via dell’emergenza Covid, ha impedito a tanti amici dell’ex centauro e team manager imolese di salutarlo come avrebbero voluto. Tra questi anche l’artista Andrea Sasdelli, conosciuto e amato dal grande pubblico nei panni del suo personaggio, Giuseppe Giacobazzi.

Bolognese ormai da una vita, Andrea, che nel suo passato è stato un commissario di percorso Aci-Csai, è notoriamente tifoso Ducati, ma sempre con un occhio di riguardo per i personaggi nostrani nel mondo delle corse, a partire proprio da Gresini. Il suo ricordo, intimo e commovente, ha un inizio ben preciso.

"Fausto ed io ci siamo conosciuti nel 1990, quando era ancora un pilota ed aveva come compagno di squadra Loris Capirossi: lui era una persona molto simpatica, cordiale, pronto alla battuta e con il sorriso, quindi è stato facile per noi entrare subito in sintonia".

FAUSTO UN PADRE PER KATO

Un rapporto divenuto ancora più stretto in seguito alle due tragedie abbattutesi sulla squadra, come ricorda Sasdelli: "Dopo esserci un po' persi di vista, ci siamo incontrati nuovamente quando era manager di Kato in MotoGP. Daijiro era un pilota molto forte e la squadra aveva coniato un tormentone cambiandogli il nome in 'dagli un giro Kato'. Fausto era come un padre per lui. Dopo la disgrazia a Suzuka decise di organizzare un tributo in suo onore, una manifestazione dal nome DediKato e mi chiese se avessi voluto partecipare. Cominciò così, ne abbiamo fatti 3 o 4 insieme, ogni volta ci siamo divertiti, ma anche commossi".

CARRIERA TRIONFALE

"Come manager ha avuto una carriera trionfale, 4 titoli e ha portato piloti come Melandri e Gibernau a giocarsi il mondiale in MotoGP. Ricordo quando arrivò nella sua squadra il Sic, che era uno spettacolo dentro e fuori dai box. Poi anche Marco ci lasciò a Sepang. Scrissi di getto un messaggio a Fausto, era la seconda volta che vedeva uno dei suoi andarsene e non posso immaginare quanto debba aver sofferto. Lo chiamai anche, gli dissi di tenere duro, tutti ci siamo stretti attorno a lui.’

AMICIZIA TENERA E SENZA FRONZOLI

Un’amicizia al tempo stesso tenera e senza fronzoli, da buoni romagnoli. Fino alla fine. Ricorda Andrea: "Incontrarci in hospitality a Misano era un appuntamento fisso, bevevamo qualcosa insieme prendendoci affettuosamente in giro, lui con la maglietta Honda prima e Aprilia in seguito, io sempre e solo quella Ducati. Non abbiamo mai smesso di scriverci: essendo la sua squadra impegnata in tutte le categorie dopo ogni gara ci scrivevamo sempre per un commento, uno sfogo".

GRESINI GRANDE PERSONA

Riguardo agli ultimi giorni di Fausto Gresini, Giacobazzi / Sasdelli sottolinea: "Fausto non era solo un grande manager ma soprattutto una grande persona. Dopo che ho saputo della sua positività a Natale, come tutti ho sperato, gli ho mandato un paio di messaggi e quando sembrava che potesse farcela ero quasi sicuro che il peggio fosse alle spalle. Quel peggio purtroppo doveva ancora venire".

"Mi mancherà molto, mi metteva di buonumore semplicemente guardandolo negli occhi, quegli occhi dai quali traspariva la sincera passione per quello che faceva. Non mancherà solo a me, al Motomondiale, alla famiglia e a tutti quelli che erano vicino a lui. Sarà un'assenza che sentiremo tantissimo".

La chiosa di Giacobazzi su Fausto Gresini è commovente: "Adesso voglio immaginare che abbia già ritrovato Marco e Daijiro per dare vita al dream team più forte di sempre".

Francesco Tassi